Era la fine degli anni settanta, arrivavano in Italia i primissimi anime di fantascienza: prima Atlas Ufo Robot, meglio noto come Goldrake, con quello strano titolo sul quale i ragazzi si interrogarono per decenni chiedendosi cosa fosse l'"Atlas". E poi arrivò Capitan Harlock, con astronavi e battaglie spaziali. E quella sigla musicata da Vince Tempera che divenne addirittura una "hit" discografica da classifica: "un pirata tutto nero che per casa ha solo il ciel, ha cambiato in astronave il suo velier..."
Harlock era l'espressione più avventurosa di un grande maestro dell'anime, Leiji Matsumoto, più drammatico nell'altrettanto famosa serie della Corazzata spaziale Yamato e tristissimo nella serie Galaxy Express 999.
Quest'anno, proprio il 1 gennaio, è arrivato in Italia il film per il cinema appena realizzato tratto dalla serie, ed è una buona occasione per parlare di Harlock e del suo mondo sul numero 160 di Delos Science Fiction, online all'indirizzo www.fantascienza.com/magazine/delos/160/.
Tra gli altri argomenti presenti nel numero un'intervista con Silvio Sosio sulle nuove iniziative ebook di Delos Digital, la serie Tomorrow People, un'anteprima dellp splendido romanzo vincitore del premio Odissea in uscita a febbraio, il De Bello Alieno di Davide Del Popolo Riolo, e un racconto di Miller Gorini.
Ah, poi si scoprì che "atlas" era un termine francese per quella che in Italia viene chiamata "bibbia", ovvero la guida che spiega personaggi e ambientazioni di una serie. Qualcuno l'aveva ricevuto quando la Rai aveva acquistato Goldrake dalla tv francese e aveva pensato che "Atlas Ufo Robot" fosse il titolo della serie. In Francia stanno ancora ridendo.
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