Il tema è più o meno quello affrontato da Terminator e simili, anche se nel caso di The Awareness gli effetti speciali sono ridotti a zero. E anzi il rapporto fra uomo e macchina, più che basato sulla forza, si configura da subito come una gara d'astuzia. E chissà chi la spunterà. Dalla sua, la macchina ha il vantaggio di non essere ostacolata dalle contorsioni della psicologia umana, i cui lati oscuri finiscono per ostacolare la reciproca comprensione e la chiarezza d'intenti, per cui ci vuole un attimo affinché un eroe si trasformi in un assassino o viceversa. 

The Awareness racconta la storia di un addetto alle pulizie che incontra un borioso esperto di tecnologia, il quale rivela di aver appena messo a punto un'intelligenza artificiale i cui poteri sembrano avere contorni minacciosi per l'umanità. Ma non ci saranno problemi: l'intelligenza è "chiusa" nel mondo virtuale e verrà presto disattivata. Invece, lasciato solo nell'ufficio, l'uomo scopre che le cose non stanno così. L'intelligenza si anima e racconta una storia del tutto diversa, per cui il protagonista viene posto di fronte a una scelta estrema: per salvare il mondo, di chi deve fidarsi?

Realizzato dall'americano Henry Dunham, regista/sceneggiatore al suo esordio (o almeno non esistono tracce online di altri suoi lavori), The Awareness è realizzato con elementi essenziali e punta tutto su una storia semplice quanto – almeno nelle intenzioni – intrigante. Il ritmo è forse un po' altalenante, ma gli ingredienti per arrivare fino in fondo ci sono tutti, anche perché l'intelligenza artificiale in questo caso è tutt'altro che un impersonale e distruttivo Skynet. Anzi, quasi sembra avere sentimenti…