Steven Moffat, autore e produttore di numerosi serial tv tra cui Sherlock, ma soprattutto ideatore delle ultime fortunate stagioni di Doctor Who dopo l'uscita di scena di Russell T. Davies, ci tiene molto alla sua creatura. E non ha mai avuto molta simpatia per i progetti portati avanti da altri soggetti diversi da lui e che riguardano il TARDIS. Ci riferiamo al sempre più mitico progetto cinematografico che una parte della BBC vorrebbe mettere in cantiere per celebrare il cinquantenario della serie, che cadrà a novembre del 2013. Già nei mesi scorsi Moffat aveva espresso giudizi piuttosto pepati sull'idea e su David Yates, regista di alcuni episodi della saga di Harry Potter e che, stando alle sue stesse dichiarazioni, starebbe lavorando su un progetto che prevederebbe un certo distacco dalla continuity della serie e forse anche un attore diverso dall'attuale Dottore Matt Smith. Le voci però continuano a circolare (c'è chi parla addirittura di Hugh Laurie come nuovo Who); così Moffat, intervistato in questi giorni dal magazine Entertainment Weekly, ha rincarato la dose. Perché sia proprio chiaro a tutti come la pensa.

Ecco le sue parole: "Non c'è nessun film. È solo una strana fantasia nata da qualche parte. Guardate, noi speriamo davvero di fare, un giorno, un film su Doctor Who. E sarà assolutamente gestito dall'ufficio di produzione di Doctor Who di Cardiff. Ci sarà lo stesso Dottore della serie tv. Non ci sarà invece nessun reboot nella continuity. Sarebbe una follia. Così tutta questa storia del film non è vera, non esiste. Posso dirlo con l'autorità necessaria perché, per quanto concerne la BBC, la voce di Doctor Who sono io. Quindi se lo dico, è vero. La BBC possiede il marchio di Doctor Who e, fino a questo momento, sono io che produco lo show. Quindi vi posso assicurare definitivamente che sono tutte sciocchezze - non l'idea di fare un film, ci piacerebbe molto fare un film, ma quella di fare un reboot della serie con un Dottore diverso. Questo equivale a scrivere il libro della distruzione del franchise. Non ci si comporta così, per nessun motivo."

Dopo questo sfogo, Moffat ha poi aggiunto: "Non penso proprio che David Yates sia stato contattato per questo progetto. Io non l'ho mai contattato, quindi lui non c'è. Ma penso che lui abbia solo espresso il suo interesse all'idea, e poiché è davvero un ottimo regista sono sicuro che sarebbe certamente nella lista di coloro che potrebbero essere coinvolti in un progetto simile. Io sono un suo grande fan. Ma il progetto come lui lo descrive non esiste. Ha fatto dichiarazioni più a braccio di quello che poteva sembrare subito." Per la serie: più chiaro di così non lo poteva dire.

Insomma, a chi devono dare retta ai fan? A Yates, che dice e non dice, o a Moffat che dice e basta? L'impressione generica, già riportata in passato, è che ci sia un certo scontro all'interno della BBC, tra chi considera Moffat un po' troppo ingombrante e vorrebbe forse ridimensionarne la figura, e lo stesso produttore, che evidentemente a farsi da parte non ci pensa proprio. Come al solito, chi ne farebbe le spese alla fine sarebbero sempre gli appassionati, che rischiano di vedere il TARDIS lacerato da questioni finanziarie e gestionali. Come dire: le lotte di potere interno alla BBC potrebbero riuscire là dove i Dalek e i Cybermen hanno fallito. Intanto le iniziative per il favoleggiato cinquantenario sembrano ancora disperse nell'iperspazio: non si sa se ci sarà un film, uno speciale televisivo, se Smith sarà riconfermato per un altra stagione (ma sembra di no) e sui nomi degli altri possibili attori le fantasie si sprecano. Questa volta anche il cacciavite sonico avrebbe difficoltà a sbrogliare la matassa.