I figli di Mu (The Mightiest Machine, 1934) di John Wood Campbell jr

È un esempio classico della narrativa dello scrittore ed editor americano: avventura spaziale condita con strabilianti ipotesi scientifiche. Le sue invenzioni più strabilianti, le sue ipotesi più vertiginose, le sue più audaci esplorazioni, i suoi più terrificanti "iper-spazi" hanno tutti un solido retroterra scientifico, che donano a queste peripezie cosmiche una concretezza rara e un singolarissimo sapore di realtà.

La legione dello Spazio (The Legione of Space,1934) di Jack Williamson       

A differenza di altri autori del genere space opera, Williamson si preoccupa, soprattutto in questo romanzo, di dare alle sue fantasie una parvenza di scienza, così come faranno in seguito altri suoi colleghi, come, ad esempio, John Campbell e Isaac Asimov. Uno dei concetti fantascientifici, tra quelli da lui introdotti - poi diventati classici - è quello dell'Iperspazio, una dimensione ulteriore dello Spazio dove è possibile viaggiare più velocemente della Luce.

Conan il conquistatore (The Hour of the Dragon, 1935) di Robert E. Howard

A rigor di logica non è un’opera di fantascienza. Siamo, infatti, ai confini del fantasy, tra spietati guerrieri barbari, maghi senza scrupoli, mostruose divinità, donne licenziose, spavaldi avventurieri, regni e civiltà di cui si è persa la memoria. Ma la lettura è d’obbligo, trattandosi dell’unico romanzo che lo scrittore ha dedicato al suo personaggio più noto.

Furia (Fury, 1947) di Henry Kuttner

Uno dei primi romanzi in cui compare una civiltà che vive sotto il mare, con tutte le implicazioni sociali e psicologiche che ciò comporta. Il realismo dell’opera è impressionante: con parsimoniose descrizioni, Kuttner trascina il lettore in una storia su una umanità che si è rifugiata su Venere a causa delle guerre atomiche.

L'alba delle tenebre (Gather, Darkness, 1943) di Fritz Leiber

Quello di Leiber è uno dei migliori romanzi sul tema della rivolta contro una dittatura teocratica. Lo scrittore americano tenta una riflessione sulla democrazia, e dimostra come il confine tra quest’ultima e la dittatura sia spesso labile. Ma il romanzo è incentrato anche sull’uso politico della scienza.

Slan (Slan, 1946) di Alfred E. Van Vogt

Non sempre una dote eccezionale garantisce una vita migliore. Ne sa qualcosa Jommy Cross, uno Slan, dotato di poteri telepatici ma relegato ai margini della società. In questo classico della fantascienza avventurosa non manca perciò un’importante riflessione sulle diverse facce della discriminazione.