È scomparso all'età di sessantanove anni James P. Hogan, autore britannico ricordato soprattutto per la serie dei Giganti, cinque romanzi sulle origini dell'umanità in parte tradotti e pubblicati in Italia. Nato a Londra nel 1941, Hogan era in origine un ingegnere elettronico, prestato nel 1977 alla fantascienza. Come si legge sulla biografia scritta di suo pugno sul sito ufficiale, tutto è iniziato dopo la visione di 2001 - Odissea nello spazio, "di cui non ho capito il finale". Parlandone con i colleghi, ne è nata una scommessa: riuscire a scrivere e soprattutto far pubblicare un romanzo. Ecco come è nato Inherit the stars (pubblicato in Urania n. 739 con il titolo Lo scheletro impossibile). Due anni dopo, Hogan lasciava la sua vecchia vita (moglie inclusa) per imbarcarsi in un'incerta avventura negli Stati Uniti e diventare scrittore professionista. Scomessa vinta. Da allora Hogan si è diviso fra la sua nuova famiglia in Florida e lunghi periodi di isolamento in Irlanda, "dove scrivevo sedici ore al giorno, sette giorni su sette, per poi tornare a casa a passare del tempo con la mia famiglia".

In trent'anni ha prodotto quasi trenta romanzi, vari racconti, articoli pubblicati su riviste specialistiche e non. Il ciclo dei Giganti rimane forse il lavoro che meglio lo rappresenta, anche perché è stato scritto nell'arco di un'intera carriera, partendo dal suo esordio come autore con Lo scheletro impossibile per arrivare, nel 2005, al gran finale con Mission to Minerva. A quanto risulta dal Catalogo Vegetti, in Italia sono arrivati, oltre al primo, il secondo volume Chi c'era prima di noi (The gentle giants of Ganymede, 1978) e il terzo La stella dei Giganti (Giant's star, 1981). Mancano all'appello Entoverse (1991) e Mission to Minerva, entrambi scritti molti anni dopo i primi.

La serie dei Giganti racconta la storia di scienziati che fanno una scoperta sconvolgente: uno scheletro umano sulla Luna (evidente lo spunto da 2001 - Odissea nello spazio). È l'inizio di un'avventura in cui si andrà a scoprire le origini dell'umanità, la quale - a differenza di quanto creduto per millenni - non affonda le sue radici sulla Terra. La serie è pensata prima di tutto per la comunità più vicina alla sensibilità dell'autore, quella scientifica, e in effetti si concentra molto sulla descrizione del lavoro di ricerca con la continua formulazione di ipotesi sulla base di fatti empirici, poi scartate o rielaborate in presenza di nuove evidenze.

Anche se negli ultimi anni c'è stata un po' di controversia su alcune teorie da lui sostenute (fra le altre, l'Hiv non sarebbe causa dell'AIDS e formule revisionisitiche sulla Shoah, ne rimangono evidenze sul sito, alla voce Heretics Catalog), Hogan rimane un autore da ricordare in ambito fantascientifico, vincitore di due Prometheus Awards con Voyage from Yesteryear (nel 1983) e The Multiplex Man (nel 1993), sebbene non sia forse una primissima linea. Curiosamente lo era in Giappone, dove godeva di notevole fama: oltre ad aver vinto ben tre Seiun Awards (tutti per la serie dei Giganti), il suo romanzo The Two faces of Tomorrow è stato fonte di ispirazione per una serie manga negli anni novanta, poi sbarcata anche negli Stati Uniti.