Nawat smise per un attimo di parlare, regolando lo strumento, mentre una goccia di sudore cadeva dalla sua fronte su quella del Presidente.- Segui il mio ragionamento» riprese, recuperando il controllo delle proprie emozioni.- Chi sei tu per il Mondo? Un perfetto sconosciuto, amico mio. Uno che non conta nulla.Qui abbiamo un uomo che ha dimostrato quanto vale anche se ha un carattere terribile.

Scusa ancora, ma io devo farlo tornare.

Il cloner fissò quel volto così familiare, leggendovi però una consapevolezza che lottava con se stessa per comprendere le sue parole. Come un bambino che cerchi di afferrare la spiegazione di una teoria scientifica complessa, così gli occhi del Presidente erano attenti e incuriositi, ma la luce che vi traspariva era di completa inettitudine.

- Non è difficile, sai? - continuò Nawat, adesso indifferente a quello sguardo. - Mi basta darti una bella scossa elettrica prima di rimettere la sua essenza dentro di te. Tu sei giovane e instabile, le proteine che caratterizzano il tuo Ego e il tuo Es si possono degradare con facilità e ricondizionare dall’impianto, l’ho già fatto per tutte le altre volte ed è sempre andata come volevo. Nessun rancore, vero?

Nawat serrò le labbra, con un dito pronto sul tasto di accensione del generatore elettrico.

- Io sono Alo... - gli disse il corpo del Presidente, sorridendo. Aveva lo sguardo di un bimbo quando riesce per la prima volta a fare qualcosa a cui tiene davvero, con assoluta consapevolezza del gesto.

- Piacere di averti conosciuto - rispose il cloner, freddo, premendo il pulsante.