L’incognita del “dopo”

Il cast del remake de I Sopravvissuti
Il cast del remake de I Sopravvissuti
Essendo senza alcun dubbio uno degli esempi qualitativamente migliori di fantascienza televisiva degli ultimi decenni, la serie non è però esente da problemi e difetti. All’amore sviscerato dei fan non corrisponde uguale apprezzamento della critica, che definisce il telefilm sciovinista e borghese. Occorre ricordare che la BBC negli anni Settanta è ancora un soggetto profondamente legato a valori conservatori, e le idee rivoluzionarie di Nation devono scontrarsi e mediarsi con la mentalità di cui è imbevuto il gruppo dirigente del network. Così qualcuno nota che i personaggi “buoni” appartengono tutti o quasi alla middle class, mentre i “cattivi” sono quasi tutti proletari imbarbariti rapidamente. Il ruolo delle donne è quello classico della casalinga inglese, tanto che la stessa Carolyn Seymour dichiara apertamente che il suo allontanamento dalla serie è causato dal suo personaggio femminile, troppo determinato e grintoso. Inoltre, nonostante la società inglese degli anni settanta sia già ampiamente multirazziale e multiculturale, non compaiono attori o attrici di colore, e questa è una dimenticanza oggettivamente incredibile. L’unica eccezione sia ha nella seconda stagione, con la partecipazione come guest star di Clifton Jones, il Kano di Spazio 1999; presenza peraltro voluta fortemente da Ian McCulloch, amico di Jones, e "sopportata" dalla produzione. La qualità delle sceneggiature è abbastanza altalenante, e su questo c’è l’accordo unanime di tutti gli attori della serie: colpa di un progetto nato con determinate ambizioni e che ha dovuto fare i conti con i contrasti di cui si è già accennato. Ciò ha portato a lavorare sulla serie un numero complessivamente alto di sceneggiatori, ognuno con esperienze e visioni diverse, senza che ci fosse però una regia e una linea condivisa. Nonostante tutto I Sopravvissuti fa il giro di tutti i paesi europei, conquistando ovunque grandi consensi di pubblico. In Italia ci arriva dapprima nel 1976, attraverso il canale televisivo della Svizzera italiana, per approdare infine alla Rai nel 1979. La versione trasmessa è un rimontaggio delle prime due stagioni, fatto in modo da allungare la durata di ogni puntata, mentre la terza stagione non verrà mai mandata in onda. La serie invece non attecchirà molto nel mercato televisivo USA, già dominato da un tipo di fantascienza più schematica e orientata all’azione. Il successo europeo comunque è tale che subito nascono in tutta Europa numerosi fan club, i quali a partire dalla metà degli anni ottanta chiedono solo una cosa: di poter rivivere le gesta dei loro beniamini Abby, Jenny e Greg.La BBC cerca di accontentarli dapprima con un certo numero di libri fra romanzi e saggi; poi con la riedizione dello sceneggiato in VHS negli anni novanta, infine con l’edizione in DVD, rielaborata e arricchita, uscita nel 2003. Tutti i progetti di seguiti falliscono, incluso quello promosso da McCulloch nel quale l’Inghilterra sarebbe stata invasa dall’esercito di uno Stato africano, in una sorta di guerra coloniale alla rovescia. Si arriva così ai giorni nostri, e in particolare al 2007, anno in cui la BBC, dopo molte indiscrezioni e cedendo alla moda imperante del remake più che alle pressioni degli appassionati, annuncia ufficialmente di voler iniziare la produzione del remake di I Sopravvissuti. La trattativa legale con gli eredi di Nation per l’acquisizione dei diritti è lunga è faticosa, ma alla fine il network la spunta e nella primavera del 2008 iniziano le riprese dei telefilm. Il progetto è strutturato in una miniserie di sei puntate, la cui sceneggiatura, affidata ad Adrian Hodges (Primeval, Rome) rende finalmente giustizia alla visione di Nation. Il gruppo dei superstiti è rappresentativo di una società multirazziale quale è quella inglese, con personaggi di colore, asiatici, arabi e dell’est europeo. I contenuti sono stati attualizzati alla nostra epoca ultratecnologica senza però tradire lo spirito originale, il che rende ancora più forte l’impatto di un’epidemia che distrugga in pochissimi giorni un intero sistema sociale. L’omaggio a Nation viene reso attraverso la riproposizione dei suoi protagonisti preferiti, a partire da Abby Grant e Greg Preston, interpretati rispettivamente da Julie Graham e Paterson Joseph. La miniserie esordisce sul canale BBC One il 23 novembre 2008, e riscuote un buon successo, segno che il tema trattato continua a essere di grande attualità. Ma ciò che resta del “dopo” è soltanto un punto oscuro. Il colore del cielo simile al televisore sintonizzato su un canale morto. Oltre la sopravvivenza resta la domanda: se sia sufficiente sopravvivere per definirsi civili, oppure la condizione necessaria per la definizione di ciò che si intende per "vita" sia sconosciuta, un valore tutto da calcolare in un equazione a troppe variabili. Sopravvive il silenzio della campagna inglese, il buio della notte senza luce, e l’alba di una nuova giornata in cui ricominciare a combattere.