Ho parlato di un diverso modo di essere postumano, frutto di una mia visione della realtà nata da suggestioni e percezioni totalmente mie, forse non così frequenti nel pensiero attuale. ;;Ho tratteggiato vagamente di un insolito modo di interpretare la crescita: potranno mai raggiungerla tutti gli umani dimenticando il senso di dominazione, di sopraffazione e violenza che alberga nel nostro animo (presente fin nei giochi sessuali estremi)? Potremo mai comprendere e ambire ai traguardi di una civiltà superiore senza cadere nelle spire dell’elitarismo, senza considerare appartenente a una razza inferiore chi non sarà alla nostra altezza? O sarà soltanto un eternarsi della lotta biologica tra specie di animali dissimili, ognuna supportata da un innato senso di superiorità? Se quest’ultima ipotesi si avvererà, il concetto di branco (non di società) prenderà ancora animalescamente il sopravvento: quale delle due mandrie vincerà, il postumano o l’umano?

Il postumano, probabilmente, non potrà essere migliore dell’umano: ne raccoglie la sua eredità, così come (se Sitchin dovesse davvero aver ragione) gli umani raccolsero l'eredità dei nephilim - esseri spregevoli dal punto di vista umano, esseri che però insegnarono loro le devianze più abiette…

Le porte della memoria silenziosa si aprono a me e illustrano il vocio assordante di quello che ho intorno, che ho sempre avuto intorno ma che non ho mai udito. Con te le orde dell'occulto si aprono e mi trascinano nell'etereo, laddove non sono più umano e nemmeno postumano -  solo inumano. Lo capisco ora, ora che sono accresciuto dalla sapienza e dalla tecnologia.