Guardando Dr. Horrible's Sing-Along Blog il primo pensiero che si è insinuato nella mia testa è: "Non tutti i mali vengono per nuocere".

Dr. Horrible infatti è un figlio spurio e adulterino dell'effetto dello sciopero degli sceneggiatori che lo scorso inverno aveva bloccato completamente le produzioni televisive americane.

Joss Whedon (Buffy, Angel, Fierefly, Serenity), che evidentemente non è un tipo che ama rimanersene con le mani in mano, decise di sfruttare quel periodo d'inattività forzata per portare avanti questo progetto di un telefilm in tre parti da distribuire attraverso internet  che di fatto aggirava il blocco imposto alle sceneggiature.

Il risultato dell'operazione è stato al di là di qualunque aspettativa, con  il sito ufficiale mandato letteralmente in tilt per i contatti e  col primo posto nelle classifiche dei dowloading di video iTunes, ben 2,2 milioni di visitatori solo nella prima settimana.

Ma innovazione distributiva e creatività promozionale sono solo la punta dell'iceberg:  quello che ci troviamo di fronte è un vero e proprio gioiello realizzato con cura e ispirazione, una storia dolce e amara, sinistra ed ilare in cui le antitesi si toccano in una girandola di emozioni contrastanti.

Dr. Horrible, interpretato da Neil Patrick Harris, è un genio maldestro, un aspirante arci-cattivo che desidera cambiare il mondo che lo circonda, contrastato dalla sua arci-nemesi, il super-eroe dal super-ego  Captain Hammer, interpretato da quel Nathan Fillion che tutti gli amanti della Sci Fi ricordano come il Cap. Malcolm Reynolds di Firefly/Serenity.

Nel mezzo ai due  come spesso accade c'è  una donna, Penny (Felicia Day), che è il grande amore platonico del sognante e idealista Dr. Horrible ma che viene inevitabilmente ghermita dal conformista e massificato Captian Hammer.

Di lì si sviluppa un gioco a tre che genera una profonda riflessione sul significato dell'amore, della sua enorme forza, dei suoi inganni, e di come spesso sia difficile scalfire la superficie delle cose e i meccanismi che le regolano.

Il finale agghiacciante e amarissimo, degno del miglior Tim Burton,  ci regala una visione romanticamente disperata e una forte analisi della pericolosità legata ai sentimenti.

La forma usata da Whedon per quest'opera è quella del musical, ed è proprio attraverso la musica che l'incastro emozionale tra parole e immagini trova il suo senso più profondo.

Gli arrangiamenti sono orchestrati con un gusto molto '70s dove il rock, anche energico,  si mischia spesso a una costruzione stilistica barocca ed estremamente intarsiata , i paragoni quindi con grande opere del passato come il Rocky Horror Picture Show si sprecano e brani come Brand new day, Everything you Ever, Caring Hands, My Eyes, On the Rise, almeno a giudicare dalle decine di "cover" amatoriali disponibili su Youtube, sono sicuramente destinati a diventare delle vere e proprie cult-songs.

Joss Whedon ci ha regalato quello che probabilmente è da considerare tra i migliori prodotti di genere (e non) visti in questo 2008, in grado di stupire, emozionare, divertire e far riflettere nell'arco di poche battute e una manciata di note.

Imperdibile.