Spur non sapeva cosa rispondere. Immaginò che il dottor Niss fosse sistemato lì vicino, da qualche parte presso la base degli Esterni a Concord, o forse in orbita.

– Riesci a capire quanto siano lontane le stelle?

– Non siamo del tutto stupidi qui, dottore. – Sentiva il sangue che gli colorava le guanceo. – Pratichiamo soltanto la Modestia.

– E questo rende le cose più complicate. – Il medi-bot svitò la siringa dalla sua mano meccanica e la posò nello sterilizzatore. – Diciamo che devi salutare la tua ragazza attraverso la tv. Hai una ragazza?

– Sono sposato. – Per quanto lui e Comfort fossero separati da mesi prima che lui partisse per combattere l’incendio e ora che Vic era morto, gli riusciva difficile immaginare come avrebbero potuto tornare insieme.

– Allora, tu sei lontano con la tua squadra e tua moglie è a casa a prendersi cura delle pecore o qualsiasi altra cosa faccia per impiegare il suo tempo. Ma quando parli con lei attraverso la tv è come se vi trovaste seduti uno a fianco all’altra. Dove ti trovi in quel momento? A casa con lei? Dentro la tv?

– Ovviamente no.

– Per te è ovviamente no. E questo è il motivo per cui vivi su Walden, protetto da quanto succede all’Esterno. Ma da dove provengo io è solo una questione di prospettiva. Io penso di essere qui, proprio qui, anche se l’involucro dove sono conservato è da tutt’altra parte. – Lo sterilizzatore fischiò. – Io sono dentro il robot in questa stanza con te. – Il medi-bot aprì il coperchio dello sterilizzatore, prese la siringa con la pinza meccanica e la infilò di nuovo nel posto appropriato accanto agli altri strumenti, premendo finché non fu sicuro che fosse a posto. – Fatto – disse poi all’improvviso. – Lavoro, lavoro, altre anime da curare, sai? Il che mi ricorda: abbiamo bisogno del tuo letto, figliolo; perciò anticipiamo la tua data di dimissioni dall’ospedale. Te ne andrai domani l’altro. Ti concedo una settimana di recupero prima che tu debba tornare alla tua squadra. Come chiamate il recupero su questo pianeta?

– Rinvigorimento civico.

– Giusto. – Il medi-bot si parcheggiò nel suo cubicolo accanto alla porta che conduceva alla stanza per le visite. – Allora rinvigorisciti. – La luce sulla piastra metallica che formava la testa del medi-bot si affievolì e poi si spense.

Spur scese dal lettino, si tolse il camice ospedaliero e tirò fuori la tuta-pantalone dall’armadietto. Mentre si stava abbottonando, l’occhio del medi-bot si illuminò.

– Prego, figliolo. – La sua risata sembrava una porta che si chiude di schianto. – Mi ci è voluto un po’ per capire cosa significa trovarsi all’ancora.

– All’ancora? – chiese Spur.

– Non fare troppe domande. – Il medi-bot si picchiò un dito metallico sulla testa. – Non fa bene all’anima. – La luce bluastra del suo occhio si spense.