Si è cominciato qualche tempo fa in casa Marvel e DC a proporre maxisaghe estive che coinvolgessero gran parte delle testate in un grand-guignol di alcuni mesi. Negli ultimi anni questi mega-crossover si sono allungati all'inverosimile fagocitando quante più testate possibili per quanto più tempo qualsiasi lettore possa credere ragionevole. Nel 2007 siamo stati colpiti dall'impatto editoriale di Civil War (Marvel) e Crisi Infinita (DC) enormi mostri tentacolati che, con le loro infinite ramificazioni, hanno tentato di monopolizzare il mercato.
Nel campo delle miniserie c'è stato, al contempo, una corrente analoga a quanto stiamo vivendo in campo cinematografico e televisivo: si ripesca dal passato tutto il possibile per restaurarlo in chiave contemporanea, operazione che alcune volte riesce come nel caso de Gli Eterni (Neal Gaiman) e New Universal (Warren Ellis), altre decisamente no, come Nextwave (sempre di Ellis) e Omac (Bruce Jones).
In casa Bonelli corsa di Nathan Never verso il fatidico numero 200 mentre nell'universo manga si è avuto l'ottimo esordio di Biomega (Tsutomu Nihei).
Ecco la mia classifica fra i fumetti a tema fantascientifico del 2007 che proverà a destreggiarsi fra serie regolari, miniserie e one-shot.
I migliori
New Universal di Warren Ellis: il geniale autore scozzese colpisce ancora nel segno regalandoci un'opera che, pur essendo un remake, riesce ad incollare il lettore alle sue pagine.
Eterni di Neil Gaiman: altro remake e altrettanto riuscito ma dai toni più classici, una degna continuazione in chiave moderna delle atmosfere di fantascienza sognante che ci ha regalato Jack Kirby.
Manhunter di Marc Andreyko: serie regolare che mescola toni noir, gialli e soprattutto fantascientifici in una miscela esplosiva.
Biomega di Tsutomu Nihei: il manga dell'anno, dopo Blame Nihei avrebbe potuto vivere sugli allori invece sembra che si stia ancora migliorando.
Morgana: la voce degli Eoni di Luca Enoch e Mario Alberti: fumetto francese ma di origine tutta italiana, ravviva una saga epica dalle atmosfere che devono molto al Dune di Herbert.
Una menzione d'onore fra i migliori dovrebbe spettare al Capitan America di Ed Brubaker (sulle pagine di Thor & i nuovi Vendicatori), fuori posta nella fantascienza stretta si avvia però a diventare un godibilissimo tecno-thriller.
I peggiori
Nathan Never: uno dei più importanti fumetti di casa Bonelli si avvicina ad un traguardo che potrebbe essere un punto di ri-partenza tentando semplicemente di tener la testa fuori dall'acqua invece di nuotare.
Annihilation: saga che avrebbe dovuto rilanciare la Space Opera ed i personaggi cosmici della Marvel, si rivela solo un'immensa ed epocale scazzottata intergalattica tenuta insieme da una trama così flebile che evapora ad una seconda occhiata.
Nextwave di Warren Ellis: la prova che non sempre un bravo autore unito ad una operazione di ripescaggio personaggi dimenticati sono la soluzione appropriata.
La guerra Rann-Thanagar di Dave Gibbons: questo preludio a Crisi Infinita lascia l'amaro in bocca per quello che avrebbe potuto essere ma non è diventato. Speri che decolli per tutta la storia e ti ritrovi alla fine con un pugno di mosche.
Twilight di Howard Chaykin e Luis Garcia-Lopez: fumetto brossurato che celebra il tentativo fallito di rinverdire negli anni '90 personaggi degli anni '60. Doppiamente obsoleto.
29 commenti
Aggiungi un commento-Y finisce adesso con il n.60
e l'ultimo volumone di raccolta dovrebbe uscire a maggio. hurrà!
mah....ritornando ad un discorso precedente...l'idea utilizzata nel n.200 di nathan never e' bella (la storia-intreccio del "cerchio"), ma sinceramente avrei posto la caduta di Urania sulla citta' proprio nel n.200 (ok, quella situazione fa parte di una esalogia complessa...pero' e' un evento che ridisegna lo scenario effettivo del fumetto...
)
Bell'articolo ma sono in totale disaccordo con il giudizio su Nextwave che è una vera e propria chicca narrativa (basta comprare anche il solo numero 2) piena di citazioni e ironia al massimo livello. Si prende in giro mezzo universo marvel e i supereroi in generale con un acutezza degna di Ellis. Inoltre Immonen si dimostra un dio della matite capace di usare una quantità inifinita di stili (vedi il pezzo di realtà alternativa dopo copia l'hellboy di Mignola sempre nel numero 2 italiano) e di dare una plasticità ai suoi personaggi veramente notevole. Per quanto mi riguardo è un must.
Orpola..pensa...io adoro Ellis ed ho cercato di farmelo piacere a forza...ma non c'è stato verso...d'altra parte de gustibus...magari lascio passare un pò di tempo eppoi mi rilancio così vedo se cambio idea.
Ciao
Ivan
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