Un'invasione di zombi è sempre una brutta gatta da pelare. Ma com'è che si dice? Non c'è niente che non possano un po' di fantasia... e parecchi rotoli di nastro adesivo. Una manciata di seghe circolari montate su un aspirapolvere ed ecco servito l'exsanguinator, spauracchio di ogni morto vivente che non voglia finire letteralmente macinato. A quale mente perversa verrebbe invece l'idea di inserire trapani in un secchio per ottenere un casco “frulla zombi”? Se non ci avete pensato, provateci. Non lascia pulito, però funziona. Anche portare a spasso una di quelle ripugnanti creature su una carrozzina opportunamente modificata con le batterie per trasformarla in una sedia elettrica da viaggio fa un certo effetto. La stessa carrozzina alla quale si possono legare un paio di mitra, creando quella che nel gioco si chiama blitzkrieg, l'arma segreta su cui scorrazzare nella guerra lampo allo zombi. Vi piace Star Wars? Perché allora, partendo da una torcia, non farvi largo tra le fila di morti viventi agitando una spada laser? E che ne dite di rispolverare i guantoni? Magari impreziositi con qualche coltello per falciare meglio i nemici. Freddy Krueger approverebbe.

Sono solo alcune delle decine di invenzioni con cui il giocatore di Dead Rising 2 può tentare di cavarsela all'apocalisse in piena regola in cui si trova catapultato nei panni di Chuck, motociclista intrappolato con la figlioletta e migliaia di zombi in una cittadina tutta negozi e casinò, liberamente saccheggiabili in cerca di armi e surrogati mentre, in una lotta contro il tempo, si soccorrono altri sopravvissuti, si eliminano eccentrici maniaci e si mettono insieme indizi per gettar luce su una misteriosa cospirazione. D'altronde anche un inoffensivo fucile ad acqua, opportunamente elaborato, può salvare la vita se il mondo è quello, sospeso tra horror e comicità demenziale, di Dead Rising 2. Una specie di Alba dei morti viventi che incontra l'A-Team sul set di Clerks. Shawn of the Dead che si intrattiene con MacGyver e Ash di Sam Raimi. Si può addirittura costruire una motocicletta dotata di motoseghe che farebbe invaghire i produttori di quel vecchio talent con il governatore della California, lo Schwarzy dell'Implacabile, e guarda caso pure la trama a mosaico di Dead Rising 2, da scoprire una tessera alla volta, gira attorno a un assurdo reality, ma il gioco è soprattutto un succo concentrato di cultura pop al servizio di un divertimento ubriacante. Come ubriacanti sono gli slalom in skateboard tra gli zombi.

Ma sulla strip di questa stralunata Las Vegas del “giorno dopo” si può anche pedalare in sella a una bicicletta rosa da bambina, a dire il vero ben più letale che in Goonies, nonostante il suono grazioso che emette il campanellino prima di cadere a pezzi. Citiamo il cinema perché in fondo è lo stesso Chuck che, per alcuni degli strampalati oggetti componibili da costruire nel capanno degli attrezzi, razziando materiale come mazze da baseball, peluche, remi e scatole di chiodi dalle vetrine rotte del centro commerciale, prende spunto proprio sbirciando le locandine dei b-movie che si proiettano a Fortune City. Capolavori della settima arte già dai titoli, come Revenginator 7, Stop or My Bear Will Shoot, Paddle Party Massacre, Dr. Brainfreeze. Nel reparto abbigliamento, in mezzo a pantaloni da rapper, nasi finti, cappellini, occhiali e calzamaglie da supereroe, tra i pezzi forti che si possono trafugare per personalizzare il personaggio, per spaventare gli zombi o sorprendere gli amici in un giro online cooperativo, fa capolino invece il sexy costume di Borat.

Insomma, si è liberi di interpretare come si vuole questa gustosa, e per molti versi geniale, rilettura giapponese del videogame sandbox, alla Gta per intendersi, rispetto al quale l'aggiunta di un accattivante quanto micidiale meccanismo in tempo reale – avventura e missioni si svolgono scandite dallo scorrere inesorabile delle lancette di un orologio virtuale – è la chiave di volta di dinamiche fuori dai soliti schemi. Dead Rising 2 si fa e disfà continuamente nelle mani del giocatore, svelandosi poco a poco. Alla maniera in cui la grottesca giornata della marmotta si rivelava a Bill Murray in Ricomincio da capo, anche nel videogame Capcom si può insistere su un percorso, non far niente o ripartire in ogni momento dall'inizio, conservando l'esperienza accumulata, che si traduce in un protagonista più forte, veloce, che sa già cosa gli serve e dove cercarlo.

Dead Rising 2 è un titolo unico nel suo genere. Specialmente per chi possiede una Ps3. Su Xbox 360, il seguito deve infatti fare i conti con la freschezza dell'originale, che non bisogna peraltro aver giocato per raccapezzarsi, migliora comunque in quasi tutti gli aspetti e a cui non ha quasi nulla da invidiare, se non, appunto, il fatto di essere nato dopo, ripercorrendone le orme pedissequamente, includendo nel progetto di ristrutturazione del vecchio supermarket frizzi, lazzi e slot machines. Così, da una parte è vero che la versione migliore di Dead Rising 2 è quella per Xbox 360, merito di dettagli tecnici e due appendici esclusive che lo collegano all'episodio precedente, ma è su Ps3 che tutto il meraviglioso estro di Capcom risplende con maggior vigore.