Delos 19: Fantasia&Nuvole Fantasia & Nuvole

di Francesco Grasso

L'ETERNAUTA

Prosegue la nostra rubrica dedicata al fumetto di fantascienza. Argomento della terza puntata, il capolavoro della scuola "storica" argentina, l'opera immortale dei maestri Hector G. Oersterheld e Solano Lopez: L'Eternauta, il vagabondo dell'infinito.

La fantascienza ha le sue "pietre miliari" ben definite: in campo cinematografico opere quali 2001 Odissea nello Spazio e Blade Runner, in campo letterario riviste come Amazing Stories o romanzi come il ciclo asimoviano della Fondazione...
Anche nel mondo del fumetto vale la stessa regola. Nel lontano 1957, quando l'Uomo sulla Luna era solo un'illusione, quando i computer erano grandi come autocarri e potenti come pallottolieri, quando la TV ed i nostri sogni erano ancora in bianco e nero, apparve un'opera in cui esistevano già tutti i concetti alla base dell'odierna fantascienza. C'erano gli alieni invasori, le astronavi, la guerra tra mondi, le mutazioni genetiche, le armi nucleari, i viaggi nel tempo, la radioattività. Il tutto presentato in maniera convincente, amalgamato insieme con straordinaria efficacia, sceneggiato e disegnato con maestrìa tale da sbalordire i lettori di allora.

L'Eternauta, questo il nome dell'opera, con autorevolezza stabilì una volta per tutte i canoni del fumetto fantastico moderno. Fu in qualche modo il capostipite di un genere, il precursore, il preciso punto di riferimento storico per innumerevoli "discendenti".
Ma l'Eternauta non è solo questo. Seppure inevitabilmente superato dagli eventi, talvolta obsoleto nelle situazioni e nel linguaggio, questo fumetto è ancora una lettura straordinaria per gli appassionati del fantastico, anche per i più smaliziati. L'angoscia, i brividi, l'inaudita suspance che le pagine dell'Eternauta riescono ancora oggi a suscitare sono in grado di affascinare qualunque lettore, ed a tenerlo incollato alla vicenda con in cuore in gola sino all'ultima vignetta.

La trama

Una gelida sera d'inverno a Buenos Aires, Argentina. Mentre è intento al lavoro, Hector Oersterheld, sceneggiatore di fumetti, vede materializzarsi di fronte a lui la figura di un uomo, che gli si presenta come Juan Galvez, detto l'Eternauta.

Comincia così lo strabiliante racconto dell'invasione di Buenos Aires e della guerra contro gli alieni. Galvez narra gli eventi da lui vissuti ed Oersterheld, inseritosi in prima persona nella trama, li annota con cura.

Il primo attacco è subdolo e senza volto: le comunicazioni radio si interrompono all'improvviso, ed una micidiale nevicata radioattiva si abbatte sulla capitale argentina: è sufficiente sfiorare i fiocchi luminescenti per rimetterci la pelle. Juan Galvez è uno dei pochi fortunati a capire cosa stia succedendo ed a salvarsi. Barricatosi in casa con la famiglia ed alcuni amici fidati, sbarra porte e finestre e fabbrica tute stagne per sè ed i propri cari.
Isolati dal mondo esterno, senza possibilità di chiedere aiuto, i Galvez vivono ore d'angoscia. Dal cielo misteriosi globi infuocati discendono sulla città, la radio resta muta, spari per le strade fanno capire che tra gli scampati alla nevicata si è accesa una feroce lotta per la sopravvivenza.

Galvez capisce di dover agire. Lasciate moglie e figlia al sicuro, con gli amici Ferri e Pablo abbandona la casa e va incontro all'ignoto. Raccolto da una pattuglia militare, egli scopre la terribile verità: la nevicata è un'arma degli invasori alieni che hanno attaccato la Terra, scegliendo come testa di ponte Buenos Aires. E gli alieni hanno armi ancora più temibili, come i piccoli e ferocissimi mostri-insetto, i giganteschi Gurbos, il raggio mortale, i generatori di miraggi. La lotta è impari, ma Juan Galvez capisce che non c'è scelta. Come lui stesso afferma: Per noi uomini è più dignitoso morire così, combattendo.

Così Galvez indossa la divisa e inizia a battersi per la sua famiglia, per la sua città, per il suo mondo. Dopo scontri cruentissimi, fiumi di sangue e terribili sacrifici, i terrestri si imbattono in un Kol, uno dei capi dell'invasione. E' questi un essere di aspetto vagamente umano, sebbene le sue mani abbiano più di venti dita; tramite i suoi sofisticati strumenti egli comanda i mostri-insetto, i Gurbos e gli "uomini-robot", terrestri catturati e ridotti ad grotteschi automi.

Al termine di un aspro ed eroico combattimento, Galvez riesce a sopraffare il Kol ed a catturarlo. Ed ecco la rivelazione: anche il Kol, pur con la sua smisurata intelligenza ed abilità, non è altro che uno schiavo nelle mani dei veri invasori, che lo manipolano come un burattino. I veri nemici, che nessuno ha ancora visto, non hanno neppure un nome: sono i Loro, la personificazione stessa del Male nel cosmo.

Gli eventi precipitano: Buenos Aires, ormai nelle mani degli alieni, viene nuclearizzata dagli americani. L'esercito argentino, sconfitto, si dissolve. Gli amici di Galvez, catturati, vengono ridotti ad uomini-robot. L'Eternauta riesce ad introdursi in un disco volante degli invasori, e per errore aziona una macchina spazio-temporale.
Intrappolato nel vortice dimensionale della macchina, Galvez viene sballottato nel Tempo e nello Spazio senza riuscire a fermarsi. Viaggia nel futuro, nel passato, senza potersi trattenere nello stesso luogo per più di pochi minuti.

L'ennesimo trasferimento lo porta nello studio di Oersterheld, ove è cominciato il suo racconto, e dove adesso egli ha infine concluso.
- In che giorno cominciò l'invasione? - domanda lo sceneggiatore, sedotto dalla storia di Galvez.
Alla risposta dell'Eternauta egli balza in piedi sconvolto. - Ma è la data di oggi! - grida angosciato - Hai compiuto un cerchio! Sei tornato al punto di partenza!
Fuori dalla finestra, lenta, inesorabile, la neve radioattiva comincia a fioccare.

Gli autori

Hector German Oersterheld, sceneggiatore ed allo stesso tempo personaggio dell'Eternauta, nacque a Buenos Aires nel 1922. Fu un autore estremamente prolifico, ma nonostante questo riuscì a mantenere l'intera sua opera su altissimi livelli di qualità. Tra i suoi innumerevoli successi ricordiamo "Ray Kitt", disegnato da Hugo Pratt, "Sherlock Time" e "Mort Cinder", entrambi realizzati da Alberto Breccia. L'ultimo suo lavoro fu "La guerra degli Antartes", superba opera di fantascienza disegnata da Gustavo Trigo. Oersterheld lasciò incompiuto questo fumetto, e per un motivo drammatico: correva l'anno 1977, e l'Argentina viveva sotto il tallone dei militari e dei terribili Squadroni della Morte. I giornali non asserviti al regime venivano chiusi uno dopo l'altro, qualunque forma di dissenso era repressa brutalmente, la più piccola critica ai padroni del Paese veniva messa a tacere. Neppure gli autori di fumetti erano al sicuro: le storie di Oersterheld, sottili, intelligenti, vibranti di libertà e di democrazia, davano fastidio al regime ed ai suoi ottusi censori. Dapprima essi tentarono di zittire lo scrittore con le minacce ed i ricatti, colpendolo negli affetti più cari: le sue figlie furono imprigionate ingiustamente, ed entrarono nella tragica lista dei desaparecidos. Ed un terribile giorno gli Squadroni della Morte bussarono alla porta di Oersterheld e lo portarono via... Nessuno ebbe mai più sue notizie.

Solano Lopez, uno dei più bravi illustratori argentini, iniziò a disegnare la prima serie dell'Eternauta nel 1957. Undici anni dopo l'opera fu ripresa da Alberto Breccia, forse la più illustre "matita" sudamericana. Fu proprio questa versione la prima a giungere in Italia (sulla rivista Linus). Tuttavia, la versione di Lopez restò nell'immaginario degli appassionati come il "vero" Eternauta. Solano Lopez illustrò anche la seconda serie ed un'apocrifa terza serie dell'Eternauta (su testi di Alberto Ongaro). Le tre serie sono state pubblicate in Italia a puntate da Lanciostory, rivista a fumetti dell'Eura Editoriale, che le ha raccolte anche in volumi rilegati.

Curiosità e spunti

Non si può comprendere la genesi dell'Eternauta senza conoscere la realtà del fumetto argentino. Nel paese sudamericano esiste da sempre una fiorente tradizione di illustratori, e soprattutto il fumetto è considerato un'alta espressione d'arte figurativa, al contrario di quanto avviene in Italia, ove esso generalmente viene visto come cultura di serie B, destinata al massimo ai ragazzini.

In Argentina non esiste un giornale che non presenti la sua brava "striscia" di fumetti in ultima pagina, con supplemento a più colonne nell'edizione domenicale. In Italia pochissimi quotidiani hanno tentato questa strada, e solo come mossa commerciale nella guerra tra le testate, considerando i fumetti al pari dei gadget, delle figurine e degli inserti settimanali.

Con questo scenario, si può capire come Oersterheld abbia scelto di sviluppare la sua storia sotto forma di fumetto, ove un altro avrebbe scritto un romanzo, o magari una sceneggiatura cinematografica.
Per inciso, in realtà nel 1972 fu realizzata una pellicola di animazione tratta dal fumetto, con il contributo dei disegnatori Hugo Gil e Marco Bertolini.

Ma perchè l'Eternauta conquista anche il pubblico italiano?
Il motivo, paradossalmente, risiede proprio nella "argentinità" della vicenda. Noi italiani forse non ce ne rendiamo conto, ma in cinquant'anni di emigrazione abbiamo influenzato tantissimo la cultura e la mentalità argentina, sino a fare del paese sudamericano un nostro specchio deformato. Juan Galvez non è un eroe americano, non è il solito Rambo a stelle e strisce cui i romanzi SF di oltreoceano ci hanno abituato. Al contrario, le sue reazioni ed il suo carattere ne fanno quasi un italiano medio.

Solo qualche esempio. Di fronte ad una invasione aliena un eroe "heinleiniano" o "bradburiano" penserebbe a difendere (in ordine) la Patria, la Bandiera (sempre in vista nell'angolo buono del salotto), la Costituzione ed il Tacchino del Giorno del Ringraziamento. Galvez invece, da bravo argentino/italiano, nella sua scala di priorità mette al primo posto moglie e figlia, poi gli amici del tressette, quindi i vicini di rione e solo alla fine i propri compatrioti.

Un eroe americano WASP, con i mostri extraterrestri alle porte della capitale, correrebbe a difendere la Casa Bianca, il Pentagono, oppure il Congresso. Galvez no. Il luogo che egli sceglie di presidiare, il posto per cui sente di dover lottare sino alla morte, che gli da rifugio e sicurezza, è lo stadio di calcio, il celeberrimo River Plate, a dimostrazione di come gli argentini, come gli italiani, identifichino la Patria con la nazionale di pallone.
Anche le comparse dell'Eternauta sono talmente argentine da essere italiane. Lo sono nei nomi (Alberto, Elena, Marta), e lo sono soprattutto negli atteggiamenti, nei vizi e nelle debolezze. L'italiano medio riesce ad identificarsi con loro in maniera immediata, coivolgendosi nella vicenda con naturalezza, cosa non sempre possibile nelle opere anglosassoni.

A testimoniare il successo che l'Eternauta ebbe e continua ad avere in Italia, nel 1992 la Comic Art varò una rivista mensile di fumetti e fantascienza (tutt'ora in edicola) battezzandola proprio col nome del capolavoro argentino.

Ultima considerazione: l'Eternauta può essere letto a diversi livelli. E' uno straordinario fumetto d'azione e d'avventura, ma anche di analisi sociale, di costume e politica. Le metafore contenute nell'opera sono evidenti: Oesterheld parla degli uomini robot ed accusa i suoi connazionali di farsi manipolare dal potere, appunto, come marionette telecomandate; egli descrive i crudeli Kol ed indica i militari padroni dell'Argentina; punta il dito contro i misteriosi Loro e si riferisce ai poteri occulti che manovrano dietro le quinte i generali (Pinochet docet): le multinazionali senza volto, i servizi segreti, l'ombra del Grande Fratello Yankee.

Oersterheld non era solo un grande artista: era un acuto pensatore, un intellettuale, ed ha pagato con la vita il suo amore per la libertà. I suoi infami assassini credevano che la forza e la violenza potessero vincere la sua intelligenza, il suo spirito. Si sbagliavano: la Storia li seppellirà, e delle loro vite scellerate non resterà neppure il ricordo. Di Oersterheld no: lui sarà immortale. Le sue opere parleranno di lui per sempre, ed il suo nome sarà ricordato.

Perchè tra gli uomini il potere più grande resterà sempre quello della Fantasia.