The Mothman Prophecies è la prova che la sensibilità urbana e naturalistica plasmata o comunque almeno portata al successo da Chris Carter è andata molto oltre X files e Millennium dando vita a storie alternative, dalla forte impronta paranormale, ma anche al tempo stesso parascientifica nella rilettura e invenzione di leggende e fatti misteriosi.

In questo senso, alimentato dall'intensa regia di Mark Pellington, il background emotivo presente in The Mothman Prophecies è una sequela di fatti e situazioni apparentemente normali, marchiati a fuoco dalla presenza presunta del Mothman, una figura misteriosa di enigmatico uomo falena che appare in corrispondenza dei peggiori disastri, annunciandone con largo anticipo l'ombra angosciante. In questo senso il Richard Gere lontano dal divismo hollywoodiano diventa un punto di riferimento importante per una storia claustrofobica dove il confine tra ciò che è e quello che si crede di sentire, diventa sempre più labile con il procedere dell'azione. Fondato sulla paura nata da oggetti in apparenza innocui e situazioni consuete, The Mothman Prophecies è un buon thriller a sfondo soprannaturale venuto alla luce sulla scia del successo di film come Il sesto senso e sorprendentemente simile, sebbene con esiti molto migliori all'impostazione di pellicole quali Dragonfly e Echi Mortali.

Un orrore senza sangue, fatto da piccole cose, da rumori allarmanti e da fatti poco spiegabili per un cinema della tensione che conquista l'ennesima interessante variazione sul tema.