a cura di

Roberto Quaglia

Pensiero Stocastico Il futuro della letteratura


Secondo Robert Sheckley, per troppo tempo ormai Roberto Quaglia non è stato famoso. Secondo Ugo Malaguti, è un genio. Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte.

Chi ha mai detto che la letteratura non ha un futuro? In realtà, l'Era della Letteratura è oggi solo agli inizi.

Tanto tempo fa, quando la geniale arte di scrivere e di leggere sorse dal nulla per consentire agli esseri umani di trasmettersi informazioni attraverso il tempo e lo spazio, erano pochissime le persone in grado codificare e decodificare quei buffi segnetti che oggi a scuola insegnano a capire fin dall'infanzia. In tempi antichi, poche erano le persone in grado di leggere e scrivere, e la quantità di letteratura prodotta era ben poca. Dato che per un bel po' di secoli a nessuno venne in mente di inventare la stampa, l'unico modo per tramandare uno scritto era quello di ricopiarlo di quando in quando. La carta infatti non dura in eterno, e l'unico modo di preservarne il contenuto è stato a lungo quello della ricorrente copiatura amanuense. Naturalmente, noi non possiamo sapere se tutti coloro che nei secoli ricopiarono gli antichi testi che sono giunti sino a noi lo fecero sempre con la massima fedeltà. Dopotutto, una persona intelligente che investa alcuni mesi di vita per ricopiare a mano un libro non resisterà sempre alla tentazione di migliorarne o correggerne il contenuto laddove il suo senso critico e spirito creativo gli suggeriscano di intervenire con qualche modifica. E' quindi probabile che molti antichi libri siano stati migliorati, o comunque si siano evoluti nel corso dei secoli. Dato che scrivere un libro e successivamente tramandarlo nel tempo a quei tempi costava una considerevole quantità di sforzi, una severissima selezione naturale ha eliminato fin dall'inizio qualsiasi scritto che non fosse sufficientemente significativo. D'altra parte, è anche probabile che i migliori capolavori dell'antichità siano andati perduti a causa dello stesso criterio di selezione: il vero genio è infatti per definizione incomprensibile ai suoi contemporanei, e allora perché mai qualche contemporaneo di un genio dell'antichità avrebbe dovuto prendersi la briga di ricopiare un libro che all'epoca nessuno capiva e che a tutti sembrava invece il vaniloquio di una persona stramba e inquietante? (i normali, che la natura ha deliberatamente resi sprovvisti di un organo sensoriale in grado di percepire il genio - altrimenti anch'essi avrebbero potuto evolversi in geni, con tutte le complicazioni del caso - non sono tuttavia del tutto insensibili ai sintomi del genio altrui, che essi però sono condannati ad interpretare erroneamente come vacua stramberia ed inquietante eccentricità).

La letteratura antica quindi era un prodotto raro e faticoso. Venivano più che altro messe nero su bianco le antiche storie che in precedenza erano state tramandate oralmente di generazione in generazione, e i codici di comportamento della comunità. Questi ultimi erano i più utili ed importanti, e probabilmente l'invenzione della scrittura e della lettura scaturirono proprio dalla necessità di trasmettere attraverso il tempo e lo spazio le disposizioni imperative circa tutto quanto dovesse venire fatto dalle persone in tutte le prevedibili o ipotizzabili circostanze.

Con l'invenzione della stampa, la letteratura fece uno straordinario balzo in avanti. D'un tratto, era sufficiente scrivere un libro una sola volta per quindi poterlo in seguito riprodurre indefinitamente con l'artificio della stampa. Per la letteratura, fu un vantaggio clamoroso! Tuttavia, le persone in grado scrivere erano ancora poche. La gran massa degli esseri umani era analfabeta. Inoltre, solo una piccola parte del mondo aveva le necessarie macchine per stampare libri. Comunque, rispetto al precedente metodo della stesura e copiatura amanuense dei libri, il balzo in avanti era stato incommensurabile.

Alcuni secoli dopo, con l'esplosione demografica e l'alfabetizzazione di massa, per la letteratura le cose si misero al meglio. L'esplosione demografica aveva reso disponibile un serbatoio sempre più ampio di potenziali scrittori, e l'alfabetizzazione di massa li aveva messi in grado di scrivere. Inoltre, le tecniche di stampa si erano nei secoli evolute e l'edizione di un libro era divenuta un'operazione sempre più semplice. Il limite era adesso per lo più costituito dal fatto che la gente, pur alfabetizzata, era in genere troppo impegnata a tirare a campare per potersi dedicare con serenità al lusso mentale della scrittura letteraria. Una paio di guerre mondiali non migliorarono certo la situazione. Inoltre, gli editori erano ancora pochini, ed erano ancora ossessionati dal vincolo della qualità letteraria di ciò che editavano, il che riduceva non di poco le loro possibilità, e di fatto penalizzava anche l'ulteriore sviluppo della letteratura. Dopotutto, non nascono tutti i giorni dei validi scrittori, e se ci si ostina ad aspettare un buon scrittore prima di pubblicare qualcosa, si finisce per contare sulla punta delle dita la quantità dei libri editati. Nondimeno, rispetto ai secoli passati, la letteratura aveva fatto balzi da gigante.

La successiva tappa evolutiva della letteratura fu la più o meno contemporanea invenzione della televisione e della classe media. La televisione era utilissima per generare i contenuti con i quali potevano venire riempiti i libri, e la classe media era un'esauribile fucina di scrittori della domenica. Anche gli editori si evolsero, e progressivamente smisero di essere ossessionati dai vincoli della qualità letteraria e finalmente iniziarono a pubblicare a casaccio tutto quello che capitava. Se una volta si contavano sulle dita di una mano i libri editati in un anno, ora si pubblicavano annualmente in tutto il mondo centinaia di migliaia di titoli diversi, ognuno di essi con la sua brava tiratura. Neanche i più illuminati sapienti dell'antichità avrebbero mai previsto un tale glorioso futuro per la nobile arte delle lettere! Il necessario disboscamento dell'Amazzonia permise alla letteratura di evolversi fino ai fasti dei giorni nostri. Tuttavia, per quanto evolutasi, fino a poco tempo fa la letteratura manifestava ancora evidenti limiti. Il supporto cartaceo era un limite, e lo sarà sempre di più. Fra qualche anno anche la foresta amazzonica finirà, e allora su che cosa verranno stampati i libri? L'esistenza stessa degli editori era un limite. Benché finalmente gli editori si siano messi a stampare di tutto a casaccio, il loro operato ha un limite. Troppi nuovi scrittori potenziali vengono incessantemente generati dall'esplosione demografica e dal diffondersi dei computer e del tempo libero. Per la letteratura è necessario un nuovo salto di qualità, e questo si sta compiendo proprio in questi giorni con la diffusione di Internet.

Internet permette finalmente a tutti gli scrittori del mondo di pubblicare le loro opere senza dovere passare per gli editori. Potenzialmente, ogni essere umano alfabetizzato può fare lo scrittore, e Internet permette a ciascuno di trascendere il campo delle potenzialità e concretizzare la piena diffusione delle proprie opere. Fra pochi anni, quando Internet sarà diffuso capillarmente nel mondo, milioni e milioni di scrittori metteranno in circolo su Internet le proprie opere. Decine di milioni di nuovi libri vedranno così la luce e la letteratura avrà così raggiunto orizzonti impensabili fino a poco tempo fa. Ma questo è ancora nulla! La letteratura ha sempre sofferto parecchio del fatto che qualcuno dovesse scriverla. Dopotutto, scrivere comporta sempre una certa fatica, e non tutti i potenziali scrittori sono disposti a compierla. Molti non ne sono addirittura in grado. In futuro però, le tecniche di riconoscimento vocale avranno fatto passi da gigante e finalmente permetteranno allora a chiunque di scrivere qualsiasi libro senza il benché minimo dispendio di energia. Possiamo ragionevolmente immaginare un futuro nel quale la maggior parte delle persone della terra recherà sempre su di sé - dentro la montatura degli occhiali o nell'orologio o incapsulato in un dente - un microscopico microfono permanentemente collegato via radio con il proprio computer domestico, il quale riceverà in ogni istante qualsiasi frase venga pronunciata, la riconoscerà, la impaginerà e quindi la pubblicherà in tempo reale su Internet. Miliardi di nuovi libri lunghi quanto la vita dei loro autori vedranno quindi la luce in una travolgente apoteosi letteraria che neppure i più ottimisti umanisti oggi mai oserebbero prefigurare.

I miopi infatti oggi sostengono altezzosamente che Internet segnerà la fine della letteratura. Al contrario! Per la letteratura, Internet segna oggi l'inizio di una nuova era. Al massimo, Internet segnerà la fine della lettura.

Infatti, se è vero che la letteratura si sta velocemente evolvendo, è anche vero che la percentuale delle opere mai lette da alcuno aumenta come minimo di pari passo. La televisione occupa già oggi tutto il tempo libero di chiunque non si cimenti nella scrittura - e occupa anche il tempo libero di costoro non appena essi smettono di scrivere. Qualcuno oggi legge ancora qualche libro cartaceo ogni tanto, ma questa antica usanza decadrà quando gli ultimi alberi del mondo - e con essi la carta - saranno presto scomparsi dalla faccia della terra. E questo, fatalmente, segnerà il sublime superamento dell'ultimo limite della letteratura: quello di venire letta.

In passato, si è generalmente scritto ciò che qualcun altro avrebbe poi letto. La necessità di lettori per le opere che vengono scritte è sempre stata una condizione imprescindibile - se non altro per ragioni economiche. Internet rende d'ora in poi superabile anche questo estremo vincolo. D'ora innanzi, si potrà scrivere e pubblicare su Internet senza che mai nessuno vada a leggersi ciò che sia stato scritto. Per la letteratura, si tratterà di un trionfo senza precedenti.

Come una volta mi disse Sheckley, in futuro solo i ricchi potranno permettersi dei lettori, perché solo i ricchi avranno abbastanza soldi per pagare qualcuno affinché legga le loro opere. D'altra parte, a chi mai interesserà leggere ciò che tutti gli altri avranno da scrivere?

Ma il futuro della letteratura non si ferma qui. L'ultimissimo limite della letteratura è la necessità di uno scrittore o comunque di un umanoide che la produca. Dopotutto, l'umanità non è mica infinita, né coloro che scrivono dispongono di tempo infinito. Anche coloro che in futuro scriveranno i loro libri parlando nel microfono portatile non godranno di tempo infinito. Eliminati i precedenti ostacoli, questo rimane il vero limite della letteratura futura. Che però verrà superato. Dai computer.

In un futuro lontano che potrebbe in realtà essere assai vicino, ci penseranno i computer a produrre tutta la letteratura necessaria, e soprattutto tutta quella non necessaria. Potenti programmi-tubolari sforneranno con crescente rapidità ed in sempre maggiore quantità milioni di miliardi di sempre nuovi romanzi e poemi, istantaneamente pubblicati su Internet & Ovunque, per la gioia dei collezionisti. Nessuno infatti leggerà mai questa roba, ma in moltissimi la collezioneranno. Il collezionismo di letteratura mai letta sarà l'hobby degli eruditi del futuro. Miliardi di gigabyte e di terabyte di purissima letteratura si ammasseranno nei computer dei collezionisti, e saranno oggetto di trattative e di scambi. E anche i nostalgici della lettura avranno di che consolarsi, installando nei loro computer potentissimi programmi in grado di leggere in loro vece le sconfinate biblioteche che essi avranno accumulate. Grandi accademici, premi nobel e professori universitari ostenteranno tronfi la cultura dei loro computer, mai mancando di puntualizzare a chicchessia il fatto che oltre ad essersi letti e divorati lo scibile intero, i loro computer se lo sono anche imparato a memoria. Tutti gli altri, non sentendo l'esigenza di far notare a tutti quanto sono colti, si limiteranno a godersi la propria collezione di scibile senza preoccuparsi che il loro computer se la legga tutte le notti.

E ci saranno filologi esploratori i quali ameranno avventurarsi con infinita pazienza nei miliardi di triliardi di bytes dei collezionisti alla ricerca di frammenti di Antica Letteratura Umana, quella piccola parte dello scibile futuro che stando alle leggende qualche essere umano un giorno creò. Ma gli scettici invece sosterranno che mai alcun essere umano scrisse alcunché in alcun tempo, poiché allora sarà noto che a produrre la letteratura necessaria per le collezioni (e a cos'altro potrebbe mai servire la letteratura?) bastano e avanzano i computer.

Chi oggi dice che la letteratura non ha un futuro non ha capito niente.



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