l'editoriale di

Luigi Pachì e Silvio Sosio

Thread Bufale di fine millennio


Se avete un'auto con i freni controllati elettronicamente, il primo gennaio del 2000 non usatela: potreste non riuscire più a fermarvi. La notte di San Silvestro, staccate dalla spina tutti gli elettrodomestici: potrebbero impazzire e incendiarvi la casa. Buttate vie le calcolatrici, saranno inservibili, e chiudete in gabbia il computer, potrebbe ribellarsi e cercare di assalirvi. La Federal Reserve ha stampato appositamente 50 miliardi di dollari in banconote: la cosa più saggia infatti sarà chiudere il conto corrente e mettere i soldi nel materasso, visto che i sistemi bancari non funzioneranno più. Tutto questo, naturalmente, a causa del famigerato bug del 2000.

Dieci secoli fa, con l'approssimarsi dell'Anno Mille, prese rapidamente piede l'idea che allo scadere del fatidico passaggio di millennio avrebbe avuto luogo il tanto atteso Giudizio Universale. Tutte le anime sarebbero tornate ai loro corpi, ci sarebbe stato un bel processo collettivo e sarebbe stata posta la parola fine sull'esperienza dell'universo fisico. Per qualche tempo falsi profeti e ingenui seguaci se ne stettero a naso in su ad aspettare l'evento, ma le stelle evitarono accuratamente di spegnersi e dopo un po' l'idea fu abbandonata. Oggi, che viviamo in un'era in cui il computer pervade la nostra esistenza in modo molto più evidente di quanto non facciano le divinità celesti, l'apocalisse si configura come un grande crash collettivo che farebbe piantare tutti i calcolatori del mondo.

Ciò che mille anni fa non sapevano, però, era che l'idea poteva essere sfruttata alla grande commercialmente. Non vendevano magliette con l'equivalente medievale di "Y2K Bug", non avevano l'equivalente di agenzie che testavano la "Y2K compliance" dei forni a microonde, e non avevano software house in grado di far spendere miliardi alle aziende utilizzatrici di software poco previdentemente non configurato per registrare le date con quattro cifre nella casellina degli anni.

Al di là di tutti questi fenomeni di costume, il problema del "Y2K bug" (dove Y sta per Year, e 2K è una rappresentazione in stile informatico del numero 2000) è sostanzialmente una bufala.

Il problema nasce tanti anni fa, quando la memoria per i computer costava un sacco di soldi e ce n'era pochissima. Un hard disk da 4 GB, che oggi ti tirano dietro per mezzo milione di lire, era al di là dei sogni anche per l'azienda più ricca. Per cui, risparmiare due byte e scrivere solo gli ultimi due numero dell'anno era già un bel risparmio.

I programmatori di allora erano probabilmente più pessimisti che previdenti. Difficile immaginare che un programmatore, addestrato a prevedere tutte le possibilità di utilizzo del software che sta scrivendo, non arrivasse a intuire che dopo il 1999 sarebbe arrivato il 2000. Probabilmente, pensava semplicemente che il suo software non sarebbe vissuto così a lungo.

Invece, vuoi perché tutto sommato è sempre più economico aggiungere e modificare che riscrivere, vuoi perché rifare le basi di dati è oneroso, vuoi perché i problemi alla fine vengono risolti sempre all'ultimo momento, siamo arrivati a fine millennio con miliardi di righe di codice da rivedere e decine di miliardi di dollari da spendere per sistemarle. A tutto vantaggio, fra l'altro, degli stessi programmatori (o dei loro successori) che hanno combinato il pasticcio.

Allora finirà il mondo? Ma nient'affatto. Innanzitutto, il problema riguarda solo i programmi che hanno in qualche modo a che fare con le date. In particolare è pericoloso per i programmi di contabilità o di gestione di banche e aziende di ogni tipo: quasi tutti, però, hanno già posto rimedio al problema, anche perché in realtà con l'anno 2000 si ha già a che fare da un po', per scadenze, calcoli di interessi, e così via. Ben più complesso è stato il passaggio dalla lira all'Euro, e non è successo nulla di drammatico.

In secondo luogo, i forni a microonde e i freni delle macchine non ci risulta abbiano un chip integrato per segnare l'ora o la data; quindi possono stare tranquilli.

Qualche problema potrebbero averlo gli utenti di PC (Wintel; i Mac sono al sicuro), visto che molti computer usano componenti non compatibili con l'anno 2000. Windows 95 risolve il problema, ma se un programma va a leggere l'ora dal chip senza chiederla al sistema operativo resterà buggerato. Ora, se la vostra vita ruota tutta attorno alla demo di un gioco spara-spara che il 1 gennaio 2000 affermerà di essere scaduta, effettivamente sarà la fine del mondo; altrimenti, potrete avere solo qualche lieve fastidio. Ma per sapere cosa accadrà non dovete aspettare un anno: dovete solo mettere avanti l'orologio del computer e vedere cosa succede.

Infine, la cosa più buffa di tutta questa mania apocalittica di fine millennio è che il 31 dicembre 1999 il millennio non finirà affatto. Né finirà il ventesimo secolo. Perché l'anno 2000 non è il primo del terzo millennio ma l'ultimo del secondo, così come se comprate dieci mele l'ultima è la numero dieci, non la numero nove. Così come l'ultimo secolo del millennio non è il diciannovesimo ma il ventesimo. Persino Arthur C. Clarke ha mandato un comunicato stampa in tutto il mondo (vedi http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/clarke2/mille/mille.html) per segnalare questo clamoroso errore, ma quanti gli daranno retta? Temiamo davvero in pochi.

Nell'attesa del nuovo secolo, godiamoci la nuova annata di Delos. Come ogni anno abbiamo un po' rinnovato la veste grafica, cercando di modernizzarla e sperando di incontrare i vostri gusti.

Altra novità, abbiamo due nuove rubriche: In libreria e Videomania, nelle quali Giorgio Leonardi ci terrà aggiornati sulle ultime uscite più interessanti. Oltre a Leonardi, un altro nome prestigioso si è aggiunto alla nostra redazione: Vittorio Catani, che ogni mese ci proporrà, nello spazio che abbiamo chiamato Quando le radici, un racconto "storico" della fantascienza italiana. L'idea è quella di ripescare tante opere introvabili o perdute ma che certamente non meritano l'oblio.

Sempre nell'ottica di tenere un po' d'occhio la nostra storia, cerchiamo in questo numero di raccontare brevemente il fandom dalle origini ai giorni nostri.

Per la serie le grandi anteprime di Marco Spagnoli vi presentiamo Star Trek Insurrection, che il nostro inviato speciale è già riuscito a visionare, rimanendo peraltro piuttosto deluso. Un po' più datato è invece il resoconto del festival di Sitges, ma comunque interessante, anche perché si parla di diversi film attualmente nelle nostre sale. E per finire, un'intervista un po' speciale, con Alessio Cigliano, doppiatore in vari telefilm fantastici (da X-Files a Voyager) ed egli stesso appassionato di fantascienza.

Buona lettura, e appuntamento al mese prossimo.



I diritti su testi e immagini sono riservati. E' vietata la riproduzione senza l'autorizzazione degli autori.