Non so se il ciclo Invasione/Colonizzazione sia il più lungo mai scritto nella storia della fantascienza, certo che la monumentale opera di Harry Turtledove ha dimensioni che incutono rispetto.

Dopo diversi anni e sette volumi siamo arrivati a quello che dovrebbe essere l'ultimo capitolo, Colonizzazione fase 4, dove tutti le innumerevoli vicende e i numerosi nodi dovrebbero sciogliersi.

L'intera vicenda parte da un presupposto affascinante, nel 1942, in piena seconda guerra mondiale, la Terra viene aggredita da un invasore venuto dallo spazio, rettili tecnologicamente molto avanzati, che intendono sottomettere Tosev 3, il loro nome del nostro pianeta, come hanno già fatto con altri due mondi.

Nei quattro volumi del ciclo Invasione gli umani riuscivano a resistere, salvando l'indipendenza di qualche nazione, ma senza riuscire a impedire che la Razza, così si definiscono gli invasori, riesca a mettere le mani su molti territori.

Dopo un paio di decenni dalla fine della guerra d'invasione la Razza si è ormai stabilita saldamente sulla Terra, una flotta di colonizzazione è arrivata e si è stabilito un fragile equilibrio, tutt'altro che stabile e  sicuro.

Nel secondo volume del ciclo Colonizzazione l'equilibrio si rompe e si scatena una guerra tra la Razza e il Reich tedesco, che viene distrutto con un terribile bombardamento nucleare, mentre nel terzo una fragile pace riesce faticosamente a tornare.

In questo quarto volume la prospettiva cambia, gli Stati Uniti mandano un'astronave su Patria, il mondo dei rettili, e questi capiscono di non essere più al sicuro e, peggio ancora, che la loro supremazia scientifica è messa in forse dai tumultuosi progressi degli umani.

A cosa porterà questo nuovo sviluppo?

La Razza accetterà di trattare alla pari con gli umani o preferirà scatenare una guerra preventiva?

Scommetto che riuscite a indovinare l'incipit del romanzo... come dite?

Atvar Signore di Flotta che guarda un cavaliere medievale? Esatto!

Leggere la serie Invasione/Colonizzazione è come tornare a casa, sedersi davanti al caminetto e chiacchierare con vecchi amici, bevendo un cognac stravecchio e fumando un buon sigaro.

Molto piacevole, molto tranquillo, a volte sin troppo tranquillo, il fatto che l'azione si sposti su Patria, il caldo pianeta su cui ha avuto origine la Razza, non introduce grossi elementi di novità.

In effetti in questo libro non è che succeda granché, e anche il fatto che sia ben scritto maschera a stento una monotonia generale, interrotta solo quando un rettile morde una terrestre e quando il telefonatissimo colpo di scena finalmente arriva.

Settecento pagine sono tante, specie quando l'avvenimento più emozionante è l'udienza con l'Imperatore, un tipo molto alla mano, e potrebbe venirvi voglia di saltare, giusto per fare un esempio, le sei pagine che descrivono il modo in cui la terrestre di cui sopra riesce a procurarsi del ghiaccio.

Patria si rivela un pianeta monotono, e anche i vecchi personaggi, da Sam Yeager, il più intelligente giocatore di baseball di seconda categoria, ad Atvar, il più simpatico rettile che abbia mai cercato di invadere la Terra, da Kassquit, l'umana allevata dai rettili, a Ttomalss, lo psicologo che cerca di capire il modo di ragionare dei Grossi Brutti, sono e sembrano invecchiati, al quarto o quinto scricchiolio della schiena di Yeager si capisce che anche loro sono stanchi.

La serie è stata pubblicata con lentezza esasperante, il primo risale addirittura al 1995, mentre il terzo volume di Colonizzazione è del 2001, cinque anni di salto che hanno fatto dimenticare gli avvenimenti ivi narrati, il che probabilmente è un bene, dato che molti fili sospesi tali rimangono.

Verso la fine del libro inizia a diventare chiaro che la vicenda non è destinata a concludersi con questo ottavo volume, che lascia apertissima la strada a un ultimo (?) libro, il nono, sperando che non debbano passare altri cinque anni per la sua pubblicazione.

Detto questo credo che i fans di Turtledove ameranno questo libro, dopotutto una chiacchierata tra amici può essere estremamente piacevole, per chi non lo sopporta non ci sono problemi, difficilmente staranno leggendo queste righe, chi invece volesse accostarsi per la prima volta allo scrittore californiano consiglio altre opere, per esempio la serie della legione perduta o uno dei romanzi autoconclusivi.

Harry Turtledove è un autore specializzato in mondi alternativi e serie di lunghezza astronomica, ha scritto molte opere di fantascienza e fantasy, non tutte pubblicate nel nostro paese.

Le sue opere più famose sono le storie ambientate nell'impero di Videssos e la serie Invasione/Colonizzazione, oltre al romanzo breve Giù nelle terrefonde (Down in the Bottomlands, 1993), vincitore di un premio Hugo.

Tra le sue serie ancora inedite in Italia possiamo ricordare The great war, ambientata in un universo dove i confederati hanno vinto la guera di secessione e la trilogia The Scepter of Mercy, scritta sotto lo pseudonimo di Dan Chernenko.