Nel romanzo Inverso (The Peripheral, 2014) di  William Gibson avevamo fatto conoscenza di un evento traumatico conosciuto come "jackpot", un disastro ecologico al termine del quale il mondo era caduto preda di una oscura associazione chiamata  "i clept".

L'inizio di Agency non sembra avere punti di contatto con Inverso: in un presente alternativo Verity Jane, fresca recluta di una startup chiamata Tulpagenics, porta a casa alcuni prodotti dell'azienda per testarli.

Si tratta di un paio di occhiali, una cuffia e un telefono che la mettono in comunicazione con una sofisticata intelligenza artificiale chiamata Eunice o UNISS.

Sorpresa dalle capacità dell'AI a ragazza chiede al proprio capo "È reale?" e lui le risponde che lei è stata assunta proprio per determinarlo.

Da quel momento la vita di Verity diventa una  girandola di sorprese, una più brutta dell'altra, sino alla scoperta che il suo universo sta convergendo con quello del "jackpot".

Il volume è completato dal racconto "Birthtrip" di Dario Cinti.

Il libro

Verity Jane è una app-whisperer, cioè una “donna che sussurra alle app”, e il suo talento innato la rende la candidata ideale a beta-testare nuovi prodotti digitali.

Siamo nella California del 2017, in una realtà alternativa alla nostra, in cui Hillary Clinton ha vinto le elezioni USA del 2016 e in Europa il voto sulla Brexit è andato nella direzione opposta.

Jane viene ingaggiata da una start-up di San Francisco per testare un nuovo paio di occhiali digitali, potenziati da una IA chiamata Eunice, che tuttavia non è un’intelligenza artificiale come le altre.

Ben presto scopriamo l’esistenza di un’altra realtà, un futuro che avevamo già visto in “Inverso”, cento anni più avanti, e che viaggia su un’altra linea temporale.

Uno scenario post-apocalittico, accaduto dopo un misterioso evento chiamato “Jackpot”, e in cui abita un agente di nome Wilf  Netherton.

L’uomo lavora per una losca corporazione che, tramite la Rete, sfrutta le linee temporali passate per scopi misteriosi e privi di scrupoli.

E ora la minaccia del “Jackpot” incombe anche su Verity e sulla sua realtà… 

L'autore

William Gibson è nato nel 1948, americano di nascita e canadese di adozione, ha debuttato nel mondo della fantascienza con la raccolta di racconti La notte che bruciammo Chrome (1977), che hanno ispirato il film del 1995 Johnny Menmonic. Con il romanzo Neuromante (1984), considerato il manifesto della letteratura cyberpunk, ha ottenuto successo mondiale. A Gibson è attribuita la paternità del termine “cyberspazio” e il merito di aver saputo immaginare Internet e la realtà virtuale prima che esistessero. Fra le sue opere ricordiamo i romanzi Monna Lisa Cyberpunk (1988), Giù nel cyberspazio (1986), Luce virtuale (1993), Aidoru (1996), American Acropolis (2000), L’accademia dei sogni (2003), Guerreros (2008), Zero History (2012) e Inverso (2014).

William Gibson, Agency (Agency, 2020) traduzione di Daniele Brolli, Mondadori, collana Urania Jumbo – euro 9,90, ebook euro 7,99.