Tornare in vita, almeno sullo schermo, anche dopo aver abbandonato questo piano della realtà? L'utilizzo di volti, corpi, e voci di attori e attrici per mezzo di strumenti che usano l'intelligenza artificiale è argomento a lungo dibattuto dentro e fuori Hollywood e la questione IA è stata un punto cruciale per lo scioglimento dello sciopero SAG-AFTRA dello scorso anno. Tra le richieste del sindacato, infatti, figurava l'obbligo, per gli studi, di ottenere il permesso delle parti interessate e compensarle economicamente per l'utilizzo della loro immagine ricreata digitalmente. La decisione, perciò, resta di competenza del singolo individuo, o degli eventuali eredi, ma alcune personalità si sono già sbilanciate sull'eventualità di una loro immortalità cinematografica. Tra queste spicca William Shatner, il primo Capitano Kirk della serie classica di Star Trek, che durante una recente intervista ha affermato:

Se sono in vita, non voglio un'IA al mio posto, ma se sono morto, e chiedono il permesso alla mia famiglia, e sono disposti a pagarli molto bene, consiglierei loro di dire di sì.

L'immortalità di un attore, insomma, potrebbe passare dalla digitalizzazione dei suoi personaggi, sempre disponibili per una nuova avventura, slegati definitivamente da concetti terreni come la morte, l'invecchiamento, gli impegni di lavoro che si sovrappongono. Un sogno, per gli studi di produzione, che non dovrebbero avere neanche a che fare con i bisogni di star in carne e ossa. Se questo sia davvero il futuro del cinema, è presto per dirlo ma, se così fosse, il Capitano Kirk sarebbe sempre disponibile per un nuovo giro sull'Enterprise.