Grazie al suo film d’esordio Discrict 9, Neill Blomkamp è considerato uno dei registi più visionari dell’attuale panorama della fantascienza cinematografica e uno dei più ricercati dagli studios hollywoodiani. Sudafricano di nascita, Blomkamp si è trasferito a Vancouver in Canada per studiare cinema, specializzandosi in effetti speciali e nella realizzazione di corti dal sapore decisamente fantascientifico. Qui ha avuto modo di farsi apprezzare, tanto che è stato riconosciuto come uno dei più talentuosi registi della sua generazione, guadagnandosi all'età di 21 anni una nomination ai premi Emmy per i migliori effetti visivi per il suo lavoro sul pilota della serie Dark Angel. Poco dopo ha cominciato a lavorare come regista di videoclip e filmati pubblicitari.

Nel 2004, è stato celebrato come uno dei cinque registi da tenere d'occhio ai First Boards Award, è stato presente al Saatchi & Saatchi New Directors Showcase di Cannes e nella lista ristretta agli Shark Awards. Nel 2005, ha ricevuto il premio Visual Effects Society Award per uno spot pubblicitario della Citroen. Ha poi girato tre film della saga videoludica di Halo per Microsoft, ma soprattutto ha potuto girare, all'età di 26 anni, il suo primo cortometraggio dal titolo ​Alive in Joburg, nel quale ha immaginato i problemi che la città di Johannesburg potrebbe avere con l'immigrazione e l'integrazione di essere alieni. Una sorta di metafora dell’apartheid in Sud Africa. Girato come un documentario e con la macchina da presa sulle spalle, proprio per offrire un realismo alla vicenda, il regista si è così fatto notare dagli addetti ai lavori.

Tramontata la possibilità di girare un film per la saga di Halo, che potesse andare nelle sale di tutto il mondo, con un produttore d’eccezione come Peter Jackson, Blomkamp  è stato incoraggiato dal regista de Il Signore degli Anelli a realizzare una versione lunga del suo cortometraggio Alive in Joburg. Con un budget di 30 milioni di dollari, District 9 ha recuperato i soldi spesi per realizzarlo in una sola settimana dalla sua uscita negli Stati Uniti.

Blomkamp è ora approdato a Hollywood con il suo nuovo film Elysium con protagonisti Matt Damon e Jodie Foster.

Siamo nell’anno 2159. Esistono due classi di persone: quelle molto ricche, che vivono su un'incontaminata stazione spaziale creata dall'uomo e chiamata Elysium, e il resto, che vive su una sovrappopolata Terra in rovina. Il segretario Rhodes (Jodie Foster), un rigido funzionario del governo, non si fermerà davanti a nulla per far rispettare le leggi anti-immigrazione e preservare il lussuoso stile di vita dei cittadini di Elysium. Ma tutto ciò non fa desistere il popolo della Terra dal cercare di entrare con ogni mezzo possibile a Elysium. Quando lo sfortunato Max (Matt Damon) è messo all'angolo, accetta di compiere una scoraggiante missione che, in caso di successo, non solo salverà la sua vita, ma potrebbe portare la parità in questi due mondi polarizzati.

L’idea del film è nata sulla base di un episodio occorso a Blomkamp al confine tra Messico e Stati Uniti.

“Sono stato arrestato a Tijuana, in Messico, e non era davvero giusto perché non avevo fatto nulla. Mi sono ritrovato così a camminare abbastanza vicino al confine con gli Stati Uniti durante una notte, con

degli elicotteri Black Hawks che volano su e giù per via della vicina base navale. Tutto ciò è avvenuto quando avevo venticinque anni, prima di girare District 9. Quell'immagine e quel momento in cui un'ora prima ero dall'altra parte della barricata in arresto mi è rimasta dentro ed Elysium è la mia rielaborazione di quel vissuto.”

Blomkamp  dipinge due mondi distinti e separati: una Terra sovrappopolata e alla deriva e Elysium, la stazione spaziale realizzata dall’uomo per i multimilionari. Se nel 2013, sei astronauti vivono e lavorano nella stazione spaziale internazionale che orbita a circa 250 miglia dalla Terra, nella visione di Blomkamp, tra 150 anni, queste umili origini porteranno alla realizzazione di abitazioni dotate di tutti i comfort per le persone più abbienti. “Da una parte l’idea è assurda” ha dichiarato il regista. “L’idea di portare pietre, malta, cemento, piscine e tutto quanto è necessario per costruire queste costosissime dimore su una stazione spaziale è ridicola. È un modo per ribadire il concetto che è al centro del film, ossia che la gente di Elysium è straricca e usa le proprie risorse per creare un ambiente tutto per sé, separato, sintetico, quasi ermetico. Da questo punto di vista Elysium è l’altra medaglia di una invasione aliena: siamo ancora alle prese col tema dell’uomo che tenta di proteggere il proprio stile di vita, ma invece di combattere sulla Terra scappa nello spazio.”