Ricordiamo anche il thriller The Butterfly Room di Jonathan Zarantonello, con protagonista una

 favolosa Barbara Steele, scream queen per eccellenza dei film horror degli anni 60 che lavorò con Vincent Price e Roger Corman. Il film è Premio Nocturno Nuove Visioni assegnato dalla rivista Nocturno in collaborazione con Courmayeur Noir In Festival 2012. La Butterfly Room è la stanza dove Ann coltiva la sua passione per le farfalle. La donna però nasconde dei segreti e inizia un disturbato rapporto madre-figlia con la giovane Alice, nel quale finisce coinvolta Julie, la figlia della sua vicina di casa. Nulla di fantastico o soprannaturale, ma la doppia vita di Ann, rispettabile signora e brutale assassina, ha tenuto il pubblico incollato allo schermo. Altrettanto magnetico è risultato essere il regista Zarantonello, che prima del film si è lanciato in una vera e propria lezione su orrore e seduzione: "La paura più grande che non ci permette di vivere non è quella della morte. È quella di fare cinque passi e dire ciao a una bella donna. È la paura di essere rifiutati. Per questo nei film dell'orrore ci piace quando il mostro minaccia la bella donna: in questo modo vediamo che lei prova la paura che noi proviamo verso di lei."Il consueto spazio dedicato ai film italiani è iniziato con la proiezione della versione restaurata di La Decima Vittima, diretto da Elio Petri nel 1963 con protagonisti Marcello Mastroianni e Ursula Andress, e tratto dal racconto La Settima Vittima di Robert Sheckley. Quattro sono stati i film italiani recenti presentati nella rassegna Spazio Italia: No Gravity di Silvia Casalino, Mia di Fulvio Ottaviano, Pandemia di Lucio Fiorentino e La Leggenda di Kaspar Hauser di Davide Manuli.

Venendo agli eventi che si sono svolti in parallelo al festival, il Premio alla Carriera Urania d’Argento, premio attribuito ogni anno ad un grande artista nel panorama del fantastico e realizzato in collaborazione con la rivista Mondadori Urania, è stato consegnato al fumettista italiano Alfredo Castelli, creatore di Martin Mystère e protagonista fin dagli anni Sessanta della scena fumettistica italiana. Nell'occasione della premiazione Castelli è stato protagonista di una masterclass sui fumetti. Il discorso, arricchito dagli aneddoti e dalle curiosità, è partito dalla somiglianza tra fumetti e cinema.

"Cinema e fumetti - ha esordito Castelli - sono sempre stati legati, avendo in comune sequenze di immagini e parole. Inoltre sono anche nati nello stesso periodo. C'è una cosa però che il fumetto ha in più rispetto al film: la nuvoletta del pensato. Nel fumetto si può pensare. Nei film il pensato viene reso con una voce echeggiante, ma che suona male, come una forzatura."

Castelli ha poi narrato un suo aneddoto personale riguardante il Festival della Fantascienza di Trieste. Nel 1969 scrisse la sceneggiatura per un film tratto da un racconto di Frederick Pohl, Il Tunnel Sotto il Mondo, diretto poi da Luigi Cozzi. La produzione del film fu alquanto tormentata e il risultato, ammette lo stesso Castelli, lasciava alquanto a desiderare. Quando il film fu presentato a Trieste, ricevette molte critiche positive da parte della stampa ma suscitò reazioni fortemente negative nel pubblico.