E' da poco in libreria il corposo volume intitolato semplicemente Tutti i racconti 1955 – 1963 (Short Stories Collection vol. 3, 1987), che raccoglie i racconti che Philip K. Dick scrisse nel periodo che parte dalla metà degli anni ’50 ai primi dei '60.

L’antologia comprende ben ventisette racconti, tutti scritti in una fase di grande creatività da parte dell'autore. In questo periodo Dick iniziava a descrivere in maniera più compiuta la sua visione della realtà “non reale”, del grande inganno in cui è estremamente difficile, se non impossibile, operare una distinzione tra il reale e il fittizio, tra il vero uomo e i cyborg, così perfetti da ingannare chiunque. Descrive anche un'America ambigua e allucinata.

Senza elencare tutti i racconti, ne citiamo alcuni fra i più famosi: Autofac, Rapporto di minoranza, Modello due, I giorni di Perky Pat, Umano è, Diffidate dalle imitazioni. L’illuminante introduzione dal titolo Scenari paranoici per esseri umani, macchine crudeli, alieni gentili è di Carlo Pagetti.

L’autore. Su Philip K. Dick è stato scritto molto, la sua vita esaminata quasi attimo per attimo. Ricordiamo la biografia recentemente ristampata dalla Fanucci: Divine invasioni di Lawrence Sutin (di cui abbiamo dato notizia). Pertanto ecco solo alcune brevi indicazioni. L’autore è nato nel 1928 a Chicago ed è morto nel 1982, dopo una serie di attacchi cardiaci. Ha avuto una vita segnata da difficoltà varie, anche economiche. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Ha scritto capolavori come La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. Molti suoi romanzi hanno avuto trasposizioni sul grande schermo: Atto di forza (1990), Screamers — Urla dallo spazio (1995), lmpostor (2002), Minority Report (2002), Paycheck (2003) e Un oscuro scrutare (2006). Nel 2008 è uscito il film Next, con Nicolas Cage, tratto dal racconto The Golden Man.

La quarta di copertina. Con i racconti di questo terzo volume si entra nella fase più affascinante della narrativa di Philip K. Dick, quella collocabile alla fine degli anni Cinquanta, durante la quale l’autore comincia a delineare con precisione la tematica della realtà vista come un gigantesco inganno in cui per l’uomo diviene sempre più difficile distinguere le persone ‘reali’ dai simulacri e dalle contraffazioni prodotte in serie. Una magistrale raffigurazione di una società del futuro ogni giorno più schizofrenica e divisa, in cui l’umanità sente imperiosamente il bisogno di prendere le distanze da se stessa, intenta ad assimilare rappresentazioni fittizie invece di esperienze genuine. In questi scritti Philip K. Dick si rivela come anticipatore delle tematiche della fantascienza, nelle sue visioni folgoranti e ancora incredibilmente attuali.

Philip K. Dick, Tutti i racconti, 1955 – 1963 (Short Stories Collection vol. 3, 1987)

Traduzioni Vittorio Curtoni, Maurizio Nati, Sandro Pergameno, Paolo Prezzavento, Delio Zinoni, Fanucci Editore, collana Collezione Immaginario Philip K. Dick, pagg. 614, euro 25,00)