Se c'è una cosa peggiore del chiudere una serie che sta andando bene e che piace al pubblico, è annunciare di aver deciso di non rinnovarla solo dopo che l'ultimo episodio è andato in onda, lasciando tutta la storia in sospeso e senza permettere quindi agli autori di realizzare un'adeguata conclusione.

Non è certo il primo caso - ricordiamo Progetto Eden, o anche Dark Skies - e non sarà l'ultimo, ma questo non rende la cosa meno fastidiosa. Se fossimo negli Stati Uniti potremmo proporre una campagna di boicottaggio ("non guardiamo più la CBS per un anno!") ma non essendo clienti diretti di quell'emittente non possiamo far altro che rosicare.

Jericho, che andrà in onda in Italia su Rai Due a partire dal 5 giugno, è una serie che si occupa di un argomento classico della fantascienza, il dopobomba. Lo fa in maniera abbastanza originale, con un cast valido e una serie di personaggi che potremmo definire "alla Lost", legati da rapporti controversi, passati misteriosi e relazioni spigolose.

La serie funziona bene, specialmente all'inizio e sul finale della serie. Nella parte centrale della stagione - sono 22 episodi - concede forse un po' troppo a situazioni "soap", ma è capace di riprendersi nel finale, che però a questo punto resterà aperto.

C'è sempre la possibilità naturalmente che qualche altro canale decida di acquistare la serie, ma difficilmente telefilm progettati per i network, quindi con grossi budget a disposizione, sono riadattabili per clienti meno facoltosi come i circuiti o la tv via cavo.

La CBS è il primo canale televisivo americano, e possiede tra le altre cose il franchise di Star Trek. Proprio in occasione della chiusura di Enterprise, il CEO del gruppo, Les Moonves, aveva affermato di non gradire gli show di fantascienza.

Tra le serie di maggior successo della CBS ci sono i tre CSI e i suoi "figliocci" NCIS e Numb3rs.