Alla fine tutto nasce dal desiderio di JJ Abrams di far diventare la sua Bad Robot una vera casa di produzione. Facendolo però nello stile che gli è più consono, ovvero, con una trama piena di colpi di scena.

Cominciano con ordine: se siete tra i pochi a non sapere di chi stiamo parlano, sappiate che JJ Abrams è il regista e autore di M:I 3, nonchè il genio che ha creato due serie di enorme successo e decisamente di culto come l’ormai compianta Alias e l’attuale Lost, due serie tv che hanno decisamente allargato i confini della narrazione televisiva, facendo scoprire che si possono fare cose più complesse della classica struttura “omicidio-indagine-soluzione”.

La nascita artistica di Abrams arriva con la sua prima serie tv, Felicity, che viene presa dalla Touchstone e mandata in onda sulla ABC, che diventerà in breve tempo la casa di questo nuovo autore, dando i natali alle due serie citate prima nonché a What about Brian (in arrivo da noi a settembre) e la prossima, attesissima Six degrees.

Poi arriva il fatidico venerdi 14 luglio di quest'anno, giorno in cui, con un colpo di scena degno dello stesso Abrams, la Paramount comunica di aver concluso un accordo milionario per accaparrarsi l’autore più corteggiato degli ultimi anni. Con sommo rammarico della ABC e della Disney (La Touchstone è un ramo della suddetta, insieme alla Buena vista, che si occupa di produzioni più adulte) che l'evento proprio non l’avevano visto arrivare.

L’accordo ha più sfaccettature di quante se ne possano immaginare: innanzitutto il canale della Paramount, UPN, si è fuso proprio quest’anno con quello della Warner creando un nuovo megalitico canale televisivo chiamato CW Television Network, pronto a dare spazio alla creatività di Abrams, mentre cinematograficamente la casa di produzione autrice dell’accordo si è presa l’esclusiva dei futuri progetti cinematografici dell’autore nella vesti di regista, primo dei quali dovrebbe proprio essere la rilettura del mito di Star Trek.

L’accordo stipulato, per quanto ovviamente mai definito apertamente, dovrebbe portare alla Bad Robot un totale di 4 milioni di dollari all’anno per i prossimi cinque anni (l’accordo parte dal primo di agosto di quest’anno) più l’anno in corso, nonché altri 500 mila dollari all’anno definiti discrezionali, qualsiasi cosa significhi.

Televisivamente inoltre, avrà diritto al 35% dei guadagni delle prossime serie tv che ideerà per la neonata emittente tv.

In più Abrams prenderà 5 milioni di dollari per il primo film che dirigerà con il nuovo accordo, che nelle loro speranze dovrebbe essere il prossimo Star Trek, a cui si aggiungono le percentuali dei profitti e due milioni di dollari extra in quanto executive producer del film stesso. Ah si, già che può permetterselo, Abrams avrà diritto al montaggio finale, ovvero la casa di produzione non potrà prendere il film e farne quello che vuole come accade normalmente.

A sua volta la Paramount si è presa una sorta di esclusiva sui lavori dell’autore, il quale per quanta libertà creativa abbia, non potrà vendere le idee che loro non prenderanno ai concorrenti (o comunque solo fino ad un certo punto), come invece succede al re mida di Hollywood Jerry Bruckheimer, il quale ha si un accordo con loro per le produzioni tv (tutti i CSI, Cold Case, Without a Trace, il prossimo Close to Home), ma può anche vendere i suoi progetti futuri a chi gli pare e quando gli pare. Ma Bruckheimer è su un altro livello, anche se è decisamente probabile che Abrams ci arriverà in fretta.

E alla ABC come hanno reagito? Innanzitutto hanno mantenuto l’accordo con Abrams come executive producer delle serie esistenti, ma si sono tutelati dicendo che, semplicemente, si terranno gli introiti derivanti che prima sarebbero andati all’autore.

La parte che lascia un po’ perplessi riguarda proprio il futuro delle produzioni conclamate. Chi conosce i precedenti di Abrams sa che quando passa da un progetto esistente ad uno nuovo, quello precedente tende a fare una brutta fine. È stato il caso di Felicity, che certo non era un capolavoro ma quando l’autore l’aveva abbandonata in altre mani per seguire l’allora neonata Alias, era finita in una tragica china discendente creativa, chiudendo i battenti con una quarta stagione del tutto avulsa da ciò che era in origine. Poi era venuto il tempo del mito Lost e anche qui Abrams non aveva più avuto tempo di seguire la sua creatura precedente, Alias. Risultato: una quarta stagione ridotta a una versione spy story di CSI dove l’arco narrativo che ci aveva coinvolto per tre bellissime stagioni era caduto... dove potete immaginare che fosse caduto. Insieme allo share televisivo, che portarono la serie a morte prematura con la quinta stagione proprio quest’ anno (un minuto di raccoglimento).

Ora è il destino di Lost nelle mani del geniale quanto volubile autore. È vero che già mentre realizzava M:I 3 (proprio per la Paramount, che lo avrebbe corteggiato sul set) la serie era andata avanti alla perfezione grazie alla presenza degli altri due autori (Damon Lindelof e Carlton Cuse) ma, chiunque abbia avuto modo di seguire la nascita della serie tv più innovativa degli ultimi anni sa che tutto ciò che c’è sull’isola nasce dalla fervida immaginazione di un solo uomo, JJ Abrams.

E questo nuovo colpo di scena è sicuramente più inquietante di quelli finora avvenuti nella serie.

Ad ogni modo, è ormai chiaro che il cammino di uno dei più geniali e giovani autori attuali (ha solo 40 anni) è lastricato d’oro e potrebbe portarlo davvero a diventare il successore di un altro genio del cinema a cui è stato accostato, il mitico Steven Spielberg.

Caro JJ, siamo tutti con te, ma tieni duro con Lost.