Urania, attenta a tutto quello che gravita nel mondo della fantascienza, offre questo mese ai lettori un volume che sicuramente li appassionerà e che accenderà, almeno lo speriamo, interessanti dibattiti. Esce infatti in edicola un antologia di fantascienza cinese dal titolo L’onda misteriosa, curata da Wu Dingbo e Patrick D. Murphy con una presentazione del grande Frederik Pohl.

Il volume oltre che contenere otto “percorsi narrativi” in uno stile che per certi versi ricorda quello dei racconti della più classica SF occidentale, è anche una occasione per esplorare la dimensione del genere narrativo nella Cina, dibattere tematiche ed affrontare interrogativi che ancora “bruciano” nel mondo della fantascienza. Così, per fare solo un esempio, domande come “in quale categoria rientra la fantascienza” o ancora “qual è la definizione della fantascienza”, se sono sufficientemente note a tutti coloro che si occupano della amata musa, nonostante da tempo oggetto di animate discussioni fra gli appassionati, ancora oggi non hanno trovato una esaustiva risposta.

Ad esse, e non solo, Wu Dingbo, nella prefazione alla antologia, tenta di fornire delle risposte con un approccio che quantomeno orienti il lettore e lo avvicini alle opinioni e ai dibattiti che, sul finire del secolo scorso, serpeggiavano sia all’interno che fuori l’ambiente della fantascienza in Cina. Ma il saggio in questione va ben oltre e fornisce infatti al lettore una panoramica approfondita della FS in Cina dagli albori almeno fino agli anni ‘90.

A definire e completare questa panoramica concorrono due interessanti articoli, inseriti in appendice, rispettivamente di Lavie Tidhar e Giuseppe Lippi.

Abbiamo volutamente lasciato come ultima nota quella relativa alla “presentazione” di Frederik Pohl, dal titolo La fantascienza in Cina, perché oltre che rappresentare una sintesi eccellente di percorso pone una questione ancora estremamente attuale: la cecità del mondo dell’editoria per quelle opere di genere di lingua “minore”, che come dice lo stesso Pohl “non sia francese, tedesco o inglese”. La situazione sta da qualche anno lentamente migliorando e questo volume, raccogliendo fiduciosi la promessa di Giuseppe Lippi, è a buon diritto un ottimo ed imperdibile “primo passo”.