E’ il 1978 quando sulla rivista Cannibale appare per la prima volta Ranxerox. E’ un robot, un cybercoatto creato da uno studelinquente di elettronica durante l’occupazione del 1986 (un ’68 rovesciato…) utilizzando i pezzi di una fotocopiatrice Xerox. E’ il primo Ranxerox, figlio del movimento del ’77, disegnato dallo stesso Stefano Tamburini con l’aiuto di Tanino Liberatore e Andrea Pazienza. Il secondo Ranxerox, quello più famoso, vede la luce nel 1981 sulla rivista Frigidaire ed è stato recentemente ristampato dalla Grifo Edizioni.
Quello del 1981 è un personaggio diverso: del “vecchio” Ranx conserva un amore morboso e totale per una ragazzina, la glaciale Lubna, un amore sintetico dovuto a un loop nel suo cervello elettronico. Tamburini si limita a scrivere e lascia le matite e i colori a Liberatore: nasce un mito.
Le avventure di Ranxerox iniziano in una Roma del futuro talmente degradata da sembrare sospesa nel tempo e nello spazio. E’ una Roma cyberpunk tanto unica e riconoscibile quanto indistinguibile da una qualsiasi altra metropoli di un mondo globalizzato dalla violenza.
La storia prende il via con Ranxerox, muso schiacciato, occhi coperti con occhiali da saldatore, vestiti attillati che disegnano muscoli da palestrato, in cerca di droga per la sua amata Lubna, tredicenne ninfomane e tossicomane. I due finiscono a casa di un artista che dipinge circuiti elettronici e cadono in una trappola nella quale Lubna viene rapita e Ranxerox reso inoffensivo.
Ranxerox si muove tra Roma, Palermo e New York lasciando dietro di sé una scia di corpi in un concerto di ossa frantumate, colli spezzati, volti sfigurati e membra spappolate, mosso dall’unico desiderio di trovare Lubna. Liberatore illumina la scenografia con colori accesi, saturi, disegna anatomie iperrealistiche in cui si distinguono fasci muscolari, tendini e vene, fa muovere persone sui marciapiedi sovraffollati in una galleria infinita di fisionomie. Tamburini dissemina i baloon di ogni sorta di turpiloquio, malattie venere e continue bestemmie ai margini dell’azione centrale. E’ il linguaggio di giovinastri stupratori, drogati, spacciatori, che riflette un’umanità brutale e violenta fatta anche di gente comune, artisti, professionisti, bambini. Nel mondo di Ranxerox c’è spazio solo per la violenza e per un egoismo nichilista in cui il primo comandamento è la ricerca del piacere personale, da raggiungere con la droga, col sesso, con qualsiasi mezzo. Al contrario delle prime apparizioni su Cannibale, nel fumetto non c’è alcun accenno a un sistema politico o un qualche corpo di polizia: è un mondo genuinamente anarchico. In un mondo simile, un robot con un cervello a transistor, una semplice macchina per uccidere, un cyborg la cui volontà è mossa per errore da un cortocircuito con l’alibi di non essere umano è l’unico eroe possibile.
Il mondo di Ranx è guardato dagli autori senza compiacimento e senza disprezzo. È’ uno sguardo distaccato, asettico, forse solo divertito. Lo stesso Tamburini disse in un’intervista del 1984 per RaiTre che “Tanino è come l’uso della panna montata dei film di Charlot, ogni pugno è come una torta in faccia”. Sarebbe quindi un errore prendere troppo sul serio Ranxerox, ma è fuori discussione che la freddezza con cui è narrato e di cui è impregnato sia figlia di un disincanto nichilista post-’77 a sua volta fortemente anticipatore degli anni ’80, che va ben oltre la provocazione fine a se stessa.
Ranxerox è un’opera di innovazione e improvvisazione: si pensa di aver visto tutto, quando girando pagina ci si ritrova spiazzati da una nuova idea, da un’invenzione estrema, crudele, irriverente nascota in un dialogo o in un tratto disegnato. In Ranxerox non si sa cosa può succedere. E’ la caratteristica che accomuna questo a molti capolavori di quel periodo irripetibile del fumetto italiano di fine anni settanta nato sulle pagine di Cannibale, Il male, Frigidaire.
Una pietra miliare.
Stefano Tamburini. Nasce a Roma nel 1955. Inventore, grafico, narratore e animatore di gruppi giovanili. Insieme a Tanino Liberatore, Massimo Mattioli, Filippo Scòzzari e Andrea Pazienza fonda nel ’77 Cannibale, in cui appaiono le prime storie di Rank Xerox. Nel 1980 crea insieme a Vincenzo Sparagna e agli altri del gruppo di Cannibale la rivista Frigidaire su cui apparve la seconde versione di Ranxerox. Tamburini muore nel 1986 “per un improvviso e sconosciuto malore” lasciando incompiute le avventure di Ranxerox.
Tanino Liberatore. Nasce nel 1953 a Quadri, in provincia di Chieti. Studia alle Belle Arti di Pescara. Prima di incontrare Tamburini lavora per alcune agenzie pubblicitarie e dal 1977 al 1980 realizza copertine per Cannibale e Il Male e collabora alla fondazione di Frigidaire. Ottiene fama mondiale nei primi anni ’80 e si trasferisce a Parigi dove vive e lavora.
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