- Già: Tanino, detto 'u Scocchiato. Ma chi di noi due glielo va a proporre?
Sculli aprì un cassetto della sua scrivania. - Eccola - disse. - La monetina dei casi difficili o sgradevoli.
* * *
Gaetano ('Tanino') detto 'u Scocchiato in realtà si chiamava Zdenek Konecny, ed era originario di Praga. Ma secondo altri autenticissimi documenti era Zoltan Szekszard, di Békéscsaba (Ungheria); per altri ancora era Fritz Ignaz von Schreker di Vattelapesca. Eccetera. In realtà parlava benissimo l'italiano, seppure con pesante accento di Gravina di Puglia, ma che vuol dire? Lui si esprimeva anche in polacco con evidente inflessione di Zelazowa Wola. Ma almeno era terrestre, o umano? Molti credevano di sì; spesso Moldèr e Sculli pensavano di no.- Egregio don Tanino! - esordì Moldèr con una manata sulla spalla: per l'approccio, la monetina aveva scelto lui. - Ho qui un regalo per voi, o meglio un reperto. Molto, molto interessante.
Si trovavano praticamente in piena campagna, in una casupola alla periferia di Ceglie del Campo (Bari), sulla piccola provinciale per Adelfia Canneto, tra rampicanti selvatici, polvere di tufo e rottami vari. Sembrava di essere fuori dell'universo, un'altra zona ricca di zeri. Don Tanino, basso come un nano (o forse alto quanto un nano) si tolse gli occhialini viola a specchio, e per prima cosa mollò una pacca a Moldèr, al basso ventre. L'uhu-uurgh! che seguì valeva una bestemmia: comunque ormai il pegno l'ho pagato, pensò Moldèr.
- Non vale! - strillò Sculli: perché lo faceva pagare anche a lei? La solita manomorta al fondoschiena, il luridone. Don Tanino scoppiò in una risata simile al gorgoglio di una latrina e blaterò:
- Ah-eh-arggl! Fate i sostenuti voi due, ma sempre da me avite a vvenì! Avanti, che volete stavolta. - Li fissò in piedi, calvo panciuto e lercio.
A questo punto chiunque avrebbe capito perché lo chiamavano 'u Scocchiato. 'Scoppiato', nel senso di disaccoppiato, lui era in tutto: un occhio verde e uno rosa, strabismo divergente, due piedi sinistri e due mani destre, fegato al posto del cuore e cuore forse niente.
- Don Tanì - fece Moldèr - al dunque: vi consegno questo. - Estrasse dalla sua BMW 2000 il water imbozzolato e sigillato, e glielo depositò quasi sui due piedi sinistri. Poi gli riassunse il tutto, dall'esplosione dei due malcapitati fino ai microinsetti elicoidali. - Che ne pensate?
- Comincerò a pensare dopo il mio anticipo, uh-ah-grgl!
Sculli e Moldèr sganciarono 100 euro pro capite, senza ricevuta. Poi ai due che attendevano impalati don Tanino disse furioso:
- E che ffacite? Sciatavinne, andate, con voi non è possibile 'pensare', siete l'antitesi del pensiero, ah-eh-urghl! - Li liquidò con un'ulteriore pacca a Sculli.
- Porco! - gli urlò lei allontanandosi, ma furono entrambi sopraffatti dalla risata-sciacquone.
* * *
Per Sculli e Moldèr, e per il mondo intero, i giorni seguenti furono un bollettino di guerra. Allibita, l'umanità assisteva impotente al nascere e all'espandersi di focolai d'una nuova mostruosa epidemia. Le persone cominciarono a scoppiare qua e là, come palloncini colorati (in realtà meno poeticamente). Come frutti marci, come piccole mongolfiere di putredine, vesciche di gas mefitici. E non si poteva neanche fare l'autopsia, a corpi semi-vaporizzati! Quanto agli organismi smembrati e derelitti sui quali fu possibile agire, i risultati mostrarono gravissime alterazioni chimiche e metaboliche, ma - inesplicabilmente - non risultava nessun germe o virus cui potesse addebitarsi l'orripilante fenomeno.
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