Quando nel 1980, grazie alle immagini inviate delle sonde Voyager, il dottor Collins e altri scoprirono un piccolo satellite all'interno dell'Anello F e decisero di chiamarlo Prometeo, ancora non lo sapevano, ma la loro fu una sorta di duplice premonizione. Innanzitutto perché "Prometeo" in greco significa proprio "preveggenza", ma anche perché nella mitologia greca, Prometeo era il Titano che rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini, cosa per cui fu duramente punito da Zeus. E dopo quasi un quarto di secolo, la sonda Cassini ha confermato il vizio che ha reso Prometeo famoso. Questo piccolo satellite a forma di patata del diametro, sul suo asse maggiore, di circa 145 km, orbita internamente all'Anello F, uno dei più esterni del sistema di Saturno e, insieme con Pandora, funge da "pastore" proprio per l'anello F. In altre parole Prometeo e Pandora comprimono l'estensione dell'anello F grazie alla forza gravitazionale che esercitano sulle particelle che compongono l'anello stesso e in questo modo lo mantengono coeso e dai contorni netti e definiti. Ora, la sonda Cassini ha ripreso un'immagine in cui è evidente che Prometeo "ruba" materiale all'anello F. Le foto, scattate il 29 ottobre scorso da una distanza di 791.000 km, mostrano chiaramente un filamento di materiale della lunghezza stimata di circa 300 km che, partendo dall'anello, si estende fino al piccolo satellite. I ricercatori della NASA ritengono che questo singolare fenomeno di natura squisitamente gravitazionale si verifichi ogni volta che, durante l'orbita intorno a Saturno che Prometeo percorre in circa 14 ore, il piccolo satellite raggiunge il punto più vicino all'anello F.