Einstein perduto è il titolo con cui è conosciuto in Italia il romanzo The Einstein Intersection di Samuel R. Delany, pubblicato per la prima volta negli stati Uniti nel 1967. Ma lo scrittore aveva optato per un titolo diverso, che tradotto in italiano suonerebbe come Una favolosa tenebra informe. Ed è proprio questo il titolo scelto dall'editore Fanucci che ha riproposto ai lettori italiani questo piccolo capolavoro della science fiction degli anni '60, impreziosito da una prefazione di Neil Gaiman.

L'umanità ha abbandonato la Terra ed è stata sostituita da nuovi esseri che devono adattarsi a ruoli già precostituiti e a una bizzarra mitologia che mescola personaggi classici come Orfeo e Euridice con Billy the Kid, Ringo Starr, Jean Harlow. Il protagonista, Lobey, capitato in un labirinto, è alla ricerca della sua compagna, Friza, ma durante il viaggio che intraprende incontra un mega-computer, PHAEDRA, nei cui circuiti è conservata la memoria della razza scomparsa. Alla fine Lobey, per riportare in vita Friza, scoprirà che dovrà scontrarsi con il terribile Kid-Death, reincarnazione di Billy the Kid.

Lobey si sente diverso dal resto dei suoi simili. Sente di essere chiamato a qualcosa di speciale, ad una missione che solo lui può portare a termine. Con questo personaggio, Delany - scrittore afro-americano e omosessuale - intercetta le istanze anarchiche e ribelli dei giovani vissuti tra la fine degli anni '60 e l'inizio dei '70. Quella generazione si sentiva davvero diversa rispetto a quelle che l'avevano preceduta ed effettivamente chiamata a cambiare lo status quo del mondo. Poi, le cose sono finite come sono finite, ma il romanzo dello scrittore americano ha conservato una sua carica e originalità se lo si legge come il viaggio iniziatico di un giovane, alla ricerca della propria identità e del proprio posto nel mondo. Ma quella di Delany è anche una rilettura del mito di Orfeo: Lobey parte per riportare in vita Friza, la sua Euridice, e come un novello bardo ha il dono di creare musica leggendo nella mente degli altri. Un mito che si fonde con le icone della cultura di massa: la musica dei Beatles, il cinema western, il Rock and Roll.

Lo stile di Delany è pressoché unico: è stato definito lirico, e non a torto. L'atmosfera sognante e sospesa che aleggia in tutte le pagine del romanzo è dovuta proprio al lirismo che lo scrittore riesce a imprimere sulla carta, forse un po' a scapito della chiarezza nella trama, ma in grado di esaltare i sentimenti dei personaggi. Allo stesso tempo, però, lo scrittore americano offre al lettore tutta la sua inventiva che si esprime nella creazione di mondi fantastici e visionari.

Ogni capitolo del libro è sempre preceduto da una serie di citazioni, sia di opere di poeti e scrittori sia di brandelli del diario personale di Delany, quasi come se lo scrittore volesse ancorare alla realtà le poetiche visioni presenti nel romanzo.

Nato da una famiglia della borghesia nera, Samuel R. Delany ha scritto e pubblicato il suo primo romanzo, I gioielli di Aptor, ad appena diciotto anni. Ha vinto tre Premi Nebula (uno dei quali proprio per Una favolosa tenebra informe) e ha pubblicato anche diversi saggi, oltre a un libro di memorie. Ha insegnato per undici anni letterature comparate all'Università del Massachussets e attualmente è professore di inglese alla Temple University di Filadelfia.