In un crescendo visivo ed emotivo, la storia dello scienziato Bruce Banner alias Hulk diventa per il regista Ang Lee l'occasione per dare vita ad una sorta di moderna tragedia greca con tanto di mostro verde in CGI. Una pellicola da sconsigliare ai bambini per la sua fiera crudezza visiva, ma - soprattutto - per il suo impatto emotivo tutt'altro che rassicurante o consolatorio. Il dramma del figlio la cui natura - suo malgrado - è frutto di un esperimento genetico è qualcosa che va ben oltre la creazione di Stan Lee e Jack Kirby portando il dramma di Hulk ad una dimensione più alta, universale e coinvolgente. Un po' dramma teatrale, un po' film d'autore Hulk ha una regia assolutamente spettacolare che ci consente di dimenticare il fatto che il mostro digitale (alto 3 metri e mezzo...) è meno riuscito - ad esempio - del Gollum de Il Signore degli Anelli.

Girato come un fumetto con tanto di cambi di pagina e di un forte utilizzo del cosiddetto split screen ovvero lo schermo che come le pagine degli albi dedicati ai supereroi è diviso in diversi quadretti in cui accadono in sequenza cose diverse legate da un unico filo logico narrativo, Hulk è un film emozionante per la forza, nonché la qualità del rapporto padre - figlio descritto da Ang Lee con toni quasi biblici. Un lungo viaggio travolgente nella psicologia di Bruce Banner e nel suo sentimento di libertà nel momento in cui libera l'energia sopita dentro di sé, e - al tempo stesso - il dramma di un uomo che diventato qualcos'altro viene rifiutato da tutti, minacciato, braccato, mentre contempla faccia a faccia un passato che aveva fatto di tutto per dimenticare. Al tempo stesso, poi, non si può non notare la straordinaria interpretazione di un Nick Nolte, intenso e geniale, nonché addolorato ed intimista. Un film dall'impianto molto classico, più vicino alla sensibilità de La bella e la bestia che a quella degli X men, propone anche il tema dell'amore proibito - se non addirittura negato - tra Eric Bana e la sempre più luminosa Jennifer Connelly. Un'attrice che - con la sua interpretazione - rende completa la sensibilità emotiva di questo film, in grado di comunicare perfino un sentimento di disagio allo spettatore più sensibile e non distratto dagli effetti speciali, dagli aerei e dai carri armati che vogliono fare fuori un essere la cui unica colpa è quella di esistere. Hulk è non solo elogio della diversità, una vera celebrazione della libertà come metafora dell'esistenza.