Un potente impero che si estende su gran parte dell galassia è lo sfondo del romanzo Un ricordo chiamato impero della scrittrice americana Arkady Martine, pseudonimo di AnnaLinden Weller.
Gli imperi galattici hanno sempre esercitato un enorme fascino sulla fantascienza, del resto uno scenario sterminato formato da migliaia di pianeti permette di scrivere storie complesse, affascinanti e piene di insidie.
Forse troppo piene di insidie, come scopre la protagonista Mahit Dzmare, scelta come ambasciatrice di Lsel, una stazione mineraria (per il momento) indipendente, presso l'impero a seguito della morte accidentale dell'ambasciatore.
Da sempre ammiratrice e profonda conoscitrice dell'impero la donna è stata inviata nella capitale imperiale Teixcalaan con il compito di impedire l'annessione di Lsel da parte dell'impero, ma una volta arrivata scopre che il suo predecessore è stato ucciso.
Mahit dovrà risolvere il mistero dell'assassinioe del suo predecessore e nello stesso tempo districare il complesso nodo della raffinata e complessa politica imperiale, questo prima che la sua vita arrivi a una fine prematura.
Un ricordo chiamato impero è il primo romanzo di Arkady Martine, assieme a A Desolation Called Peace (2021) forma il ciclo di Teixcalaan, entrambe le opere hanno vinto il premio Hugo.
Il libro
L’ambasciatrice Mahit Dzmare sta per scoprire che la capitale dell’Impero galattico, Teixcalaan, non è solo un gioiello di civiltà e di cultura, ma anche un labirinto irto di pericoli e segreti.
Anche se il suo predecessore è morto in circostanze sospette, nessuno pare disposto ad ammettere la verità: Yskandr Aghavn è stato ucciso, e lei potrebbe essere la prossima vittima.
La neo ambasciatrice ora è l’unica difesa per il suo mondo, la piccola e fiera stazione mineraria di Lsel, contro le mire espansionistiche dell’Impero. La sua patria tuttavia non è priva di risorse, dal momento che possiede la tecnologia proibita dell’imago, una macchina capace di fondere le coscienze degli individui tra loro.
L’ultimo salvataggio della memoria dell’ambasciatore deceduto, estratta prima della sua dipartita, mette Mahit in guardia contro gli intrighi della corte, ma il legame psichico si spezza nel peggior momento possibile.
Ora Mahit dovrà cercare di restare in vita con il solo supporto della sua intermediaria culturale, la brillante quanto enigmatica “Tre Posidonia”. Perché in una corte in cui ci si può esprimere solo in versi e metafore, ogni singola parola può rivelarsi una risorsa inaspettata.
L'autrice
Arkady Martine, pseudonimo di Dr. AnnaLinden Weller, è nata a New York nel 1985, si è laureata in teologia a Chicago nel 2007 e ha un dottorato in storia medievale dell'impero bizantino.
Attualmente lavora come consulente politico senior per le energie rinnovabili del New Mexico.
Ha pubblicato il suo primo racconto, Lace Downstairs, nel 2012 e con il romanzo d'esordio, Un ricordo chiamata impero, ha vinto il premio Hugo 2020 come miglior romanzo ripetendo il successo nel 2022 con il seguito A Desolation Called Peace.
La sua ultima opera, Rose/House, è stata nominata per il premio Hugo 2024 e ha vinto il premio cinese Fishing Fortress Science Fiction Award 2024 come miglior novella internazionale.
Arkady Martine, Un ricordo chiamato impero (A Memory Called Empire, 2020), traduzione di Francesca Mastruzzo, Mondadori, collana Urania Jumbo 66, , euro 9,90, ebook 7,99.
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