Intelligenza artificiale in chiave francofona, ma non solo: c'era infatti anche uno scrittore americano di lingua inglese, un "certo" Norman Spinrad, il 23 luglio a Lione al convegno su Fantascienza e intelligenza artificiale organizzato dall'Università lionese nell'ambito della 15a Conferenza sull'Intelligenza Artificiale (ECAI 2002).

Ma Spinrad, la vera star dell'evento, non era presente, nemmeno come spettatore, alla prima parte del convegno: una tavola rotonda su "Intelligenza artificiale e hard science" che, sebbene in teoria si sarebbe dovuta tenere in inglese, era però composta esclusivamente da autori, editori, critici e docenti universitari francofoni, e, dopo una domanda in inglese al pubblico per essere sicuri che tutti fossero in grado di comprendere, è stata tenuta in francese.

"Francofoni" e non "francesi" perché a moderare gli interventi c'era lo scrittore canadese Jean-Luis Trudel, intervenuto poi nell'altra tavola rotonda, stavolta davvero in inglese, sul tema "Intelligenza artificiale e fantascienza".

Il primo incontro è stato costituito principalmente da introduzioni storiche a quel che può essere considerato "intelligenza artificiale" fin dall'antichità, a partire dai primi automata passando attraverso Frankenstein fino ad oggi: "Fino a tempi molto recenti", ha ricordato Trudel, , "era sufficiente riprodurre il movimento per dare l'illusione della vita, e al massimo ci si accontentava di creare l'illusione di una reazione".

Intervento particolarmente interessante per il suo eclettismo, grazie anche all'aiuto di immagini e video proiettati su schermo dal suo computer, quello di Yann Minh, scrittore di sf, regista televisivo, artista multimediale e autore della mostra allestita nel corso dello stesso incontro (alcune opere sono visibili all'indirizzo www.yannminh.com/french/CtMosaiqThnts01.html), e anche coautore del documentario sulla storia della robotica "Sous le règne d'Hephaïstos", proiettato subito prima della seconda tavola rotonda.

Altri interventi sono stati quelli di Stéphane Nicot (per chi non avesse familiarità con i nomi degli intervenuti, delle brevi bibliografie sono raccolte all'interno del sito creato in occasione dell'incontro: ecai2002.univ-lyon1.fr/en/social_events/sf), che ha individuato una linea di sviluppo tra il robot minaccioso, l'androide ribelle e l'intelligenza artificiale, passando addirittura per una versione fantascientifica di Le Horla di Maupassant; Sylvie Lainé, che ha parlato di quattro assi di ricerca interessanti, nei quali ha incluso anche le nanotecnologie; Eric Picholle, con un intervento più teorico su conoscenza e fantascienza; e infine Claude Ecken, che si è detto interessato in particolare all'impatto sociale delle nuove tecnologie.

Dopo buffet, chiacchiere e acquisti al banchetto dei libri allestito per l'occasione (attrezzato con tanto di lettore bancomat-carta di credito), è iniziata, e ha concluso la serata poco dopo le dieci, la tavola rotonda stavolta animata da Patrice Duvic, scrittore che negli anni Settanta discusse con Isaac Asimov l'ipotesi che il prossimo passo nell'evoluzione potrebbe essere non di tipo biologico ma meccanico, e quindi robot intelligenti. Una tavola rotonda colma di riflessioni teoriche e filosofiche in particolare su una differenza evidenziata fin dall'inizio da un incontenibile Spinrad: "Le cose chiamate 'intelligenza artificiale' nel mondo scientifico riproducono il comportamento umano, non la coscienza". Allora, ci si è chiesti, che cos'è la coscienza?

Una discussione ricca di spunti, che ha finito poi con l'includere anche il perché si scrive fantascienza ("Si fanno esperimenti per vedere come funzionano, è un processo di creazione di esperimenti, simile alla scienza", Roland Wagner), o il perché si immaginano e si inventano creature artificiali ("Forse ci sentiamo un po' soli nell'universo, forse abbiamo bisogno di una qualche forma di compagnia", Duvic) e alla quale hanno contribuito anche la traduttrice (tra gli altri di Greg Egan) Sylvie Denis e lo scrittore Jean-Jacques Girardot.