Probabilmente non molti ne sono a conoscenza ma Terry Matalas ha iniziato la sua carriera prima come assistente di produzione di Star Trek: Voyager, poi di sceneggiatore con Star Trek: Enterprise (la stagione tre per la precisione), per poi passare alla sfortunata Terra Nova (ora reincarnata nella serie La Brea della NBC) e infine la serie Nikita con Maggie Q. Ma è con la serie 12 Monkeys che compie il salto all'ambìto ruolo di showrunner, creando un intricato gioiello (se vi è piaciuta) di serie a base di viaggi nel tempo così complessi che richiedevano molta attenzione per essere seguiti, eppure riuscendo nell'intento di chiuderla nei suoi tempi e modi. Matalas è ora al comando di Star Trek: Picard, nello specifico dall'attuale stagione due alle tre (attualmente in fase di riprese) dove ha riunito i suoi due grandi amori: Star Trek e i viaggi nel tempo.

Cambiamenti

Così il sito Trekmovie lo ha intervistato dopo l'arrivo in streaming del primo episodio della stagione due, Guarda le stelle (The Star Gazer) per scoprire cosa aspettarsi non solo dalla stagione attuale ma anche dalla terza e probabilmente ultima. Matalas ha dichiarato che per molti aspetti la stagione due vede i protagonisti sul precipizio di un cambiamento o di una scelta, alcuni nelle loro relazioni, altri nel loro lavoro

Ma soprattutto Picard (Patrick Stewart) si ritrova intrappolato nella domanda "cosa succederà adesso?"

Perché sta combattendo o meglio ignorando, quei pezzi del puzzle del suo passato che gli stanno impedendo di abbracciare il suo futuro. La ricomparsa di Q (John de Lancie) lo costringe a un viaggio interiore per arrivare a scoprire questi problemi irrisolti, uno dei quali è la madre. Per cui scopriremo molti aspetti di quanto fosse stata importante per lui.

Il tono

Matalas in questo periodo sta effettuando le riprese della stagione tre per cui alla domanda su quale tono aspettarsi dalla statione due ha dichiarato che ogni stagione, ogni episodio, sono incredibilmente distinti tra loro, emotivamente, narrativamente e tematicamente. Ogni episodio è un approfondimento psicologico dei personaggi, ma anche di altri aspetti e pone altre domande

Penso che la stagione due sia simile alla prima in quanto decostruisce Picard come non era mai stato fatto prima.

Orizzonte

Per lo showrunner la stagione due parla dell'orizzonte, ma non quello cosmico o quello della politica galattica, bensì su cosa c'è per noi come persone all'orizzonte. Non come umanità, ma come esseri umani, come conciliamo le voci nella nostra testa, quelle che ci dicono contemporaneamente di rimanere o andarcene, combattere o fuggire, amare o scappare? Q non è uno strumento narrativo, compare quando i nostri eroi devono affrontare i loro veri sé stessi. Ed è questo che tutti i personaggi dovranno fare questa stagione, affrontare la sfida e decidere chi e cosa vogliono diventare. A sua volta Guinan (Whoopi Goldberg) è il personaggio che mette Picard di fronte alle sue indecisioni, è l'unica che gli abbia mai parlato così intimamente ed è lei a metterlo sulla mappa della strada tracciata da Q, verso scelte che gli cambieranno la vita.

Stagione tre

Per quando la seconda avrà finito la sua corsa in streaming, la terza sarà a pochi giorni dal concludere la produzione e Matalas la definisce completamente diversa dalle due precedenti e che porterà in scena uno dei più grandi cattivi mai visti. Ma soprattutto, spera di riuscire a concludere la storia di Picard nel modo più soddisfacente, migliore e appropriato possibile.

Il secondo dei dieci episodi della stagione due intitolato Penance (penitenza) di Star Trek: Picard arriverà su Amazon Prime Video l'11 marzo, vi lasciamo con il recente video che rivela cosa aspettarsi dalla stagione due.