In questo articolo ci vogliamo occupare dell’origine dei mondi simulati nella fantascienza.

Un tema particolare, che è iniziato con l’arrivo dei computer a grande capacità di calcolo.

Intanto diciamo subito una cosa. L’ipotesi che la Realtà sia simulata ora ha anche una solida base scientifica in diversi lavori, tra cui spicca quello del filosofo transumanista svedese Nick Bostrom che giunge a conclusioni abbastanza stringenti.

Basti pensare che il famoso imprenditore Elon Musk (Tesla) ha dichiarato che la probabilità che noi non siamo in una simulazione è una su un miliardo. Musk, tra l’altro, finanzia proprio un laboratorio creato da Bostrom. Lavori più recenti di fisici teorici hanno anche indicato degli effetti che si potrebbero cercare per corroborare l’ipotesi. Uno di questo è una possibile anisotropia dei raggi cosmici ad altissima energia, dovuta proprio al meccanismo della simulazione.

Quindi, in una ottica scientifica, potrebbero esistere dei creatori del nostro mondo, paragonabili agli dei dell’antichità. Questo naturalmente non risolve il problema di chi ha creato i creatori o se esistono diversi livelli di simulazione.

Detto questo torniamo ad occuparci di fantascienza.

Il primo romanzo che parla di mondi simulati pare essere quello del grande Philip K. Dick intitolato Il mondo in una bolla del 1953. I protagonisti sono dei costruttori che edificano mondi a livello sub nucleare manipolando le energie.

Un tema nuovo e trattato in modo visionario, come tipico di Dick.

Un romanzo fondamentale – del 1964 – che parla di realtà simulata è Simulacron 3 di Daniel Francis Galouye, uno scrittore americano di New Orleans.

Passando ai film sui mondi simulati troviamo, tratto da Simulacron 3, Il mondo sul filo una miniserie per la TV tedesca WDR del 1979, diretta da Rainer Fassbinder e Il tredicesimo piano del 1999, diretto da Josef Rusnak. Nirvana, diretto da Gabriele Salvatores è invece è del 1997 e Matrix del 1999 diretto dai fratelli (ora sorelle) Wachowski.

Il “Tredicesimo Piano” 

Si tratta di un film della Columbia Pictures di produzione Usa – Germania – molto interessante anche per gli aspetti lirici, che segue abbastanza fedelmente la trama del romanzo originale Simulacron 3.

La trama è complessa perché si sviluppa ai tre livelli di simulazione considerati.

Il programmatore Hannon Fuller (Armin Mueller) è ucciso misteriosamente nel nostro mondo e lascia una traccia-un messaggio scritto- all’interno del mondo virtuale da lui creato, una proiezione della Los Angeles del 1937. Il suo allievo e collaga Douglas Hall (Craig Berko) si risveglia con la sua camicia insanguinata e decide quindi di indagare nel mondo virtuale, utilizzando il suo alter ego John Ferguson, un modesto e pavido impiegato di banca.

Si proietta quindi in esso, aiutato dal programmatore Jason Whitney (Vincent D’Onofrio), che come tutti ha un alter ero nel mondo simulato il barista Jerry che conosce Fuller.

Si scopre che Fuller si recava spesso nel mondo virtuale per avere rapporti sessuali con ragazze. In questo mondo simulato Hall/Ferguson incontra sua figlia Jane Fuller/Natasha Molinaro (Gretchen Moi).

Jerry però, leggendo il bigliettino che gli ha lasciato Fuller per Hall, scopre che vive in una simulazione, ma anche Hall – a sua volta – scopre di vivere nel suo mondo (il nostro) in una simulazione.

I colpi di scena si susseguono tra incorporazioni e omicidi.

Nel finale salvifico il marito della figlia di Fuller, David che è il vero assassino multidimensionale, viene ucciso da un poliziotto mentre Hannon Fuller e Douglas Hall tornano nel mondo originario dove quest’ultimo prende il posto del marito David.

Il titolo deriva dal piano in cui ci sono le unità cibernetiche che simulano il mondo reale.

Un film inquietante dai profondi risvolti filosofici che si interroga e ci interroga su cosa sia reale sulla falsariga del demone di Cartesio e dell’esperimento della vasca di Putnam.

Impressionante come i protagonisti, a diversi livelli di simulazione, scoprono che vivono appunto in un mondo non reale.

Giunti alla fine di una strada infatti trovano solo la grafica di base del mondo simulato, con un gabbiano in volo sullo sfondo, per risparmiare capacità di elaborazione.