Lo scrittore di culto Robert Scheckley (1928–2005) è noto per romanzi come Anonima aldilà (Immortality Delivered, o Immortality Inc, 1958) e Gli orrori di Omega (The Status Civilization, 1960) e per il racconto originalmente intitolato The Seventh Victim (1953), diventato poi La decima vittima quando il regista Elio Petri ne realizzò una trasposizione cinematografica nel 1965 con Marcello Mastroianni, Ursula Andress e Elsa Martinelli, il cui plot peraltro poi (indirettamente) sembra essere stato ripreso dalla saga cinematografica e televisiva americana chiamata The Purge.

Dopo il film Sheckley pubblicò la novelizzazione del film nell'anno stesso, seguito seguito da due sequel, Victim Prime (Vittime a premio, Urania 1041, febbraio 1987) e Hunter/Victim (Stagione di caccia, Urania 1088, novembre 1988).

Ma l'autore è anche e soprattutto stato molto prolifico nel campo dei racconti che sono stati oggetti di varie corpose raccolte nel corso dei decenni. Ora, uno di questi racconti, The Robot Who Looked Like Me (Il robot che sembrava me, anche titolo della raccolta di Urania 768 del 28 gennaio 1979) sta per prendere forma sul grande schermo.

Le origini

Nel racconto originale, un uomo e una donna troppo impegnati con il lavoro trovano il modo di ritagliarsi un po' di tempo usando dei robot identici a loro stessi, i quali però dopo un po' decidono di scappare, costringendo i due a inseguirli prima che la verità venga a galla.

Il film

Non aspettatevi qui una fedele trasposizione della fonte originale: in un non lontano futuro troviamo Emma Roberts (American Horror Story) e Jack Whitehall (Good Omens) nel ruolo di una cacciatrice di ricconi da spennare e un donnaiolo che fanno avere relazioni alle vittime delle loro truffe con le loro copie robotiche a loro insaputa. Quando involontariamente usano i robot l'uno con l'altra, i due androidi si innamorano e scappano, costringendo i due a rintracciarli prima che la loro truffa venga scoperta.

Satira

Il regista e co-sceneggiatore Anthony Hines (Borat) ha dichiarato a Variety che se quando il progetto era stato concepito era sembrato rilevante, ora sembra quasi necessario:

Ambientato in un'America nata dai semi dell'attuale amministrazione, l'empatia ha perso valore e una intera classe inferiore è stata espulsa, per essere rimpiazzata da un'altra, i robot. 

A sua volta il produttore Stephen Hamel (no non Stephen Amell di Arrow) della sua Company Films in una intervista con Deadline Hollywood ha aggiunto che il film unisce due generi che lui ama, la commedia e la fantascienza, definendo la storia oltraggiosamente isterica mentre racconta del nostro bisogno di connessione e amore: 

E se due robot possono innamorarsi, perché non possiamo farlo anche noi?

Vi terremo al corrente sulla data della fuga d'amore dei due robot in Robots.