Ispirato da tutti i romanzi hard boiled che ho letto, arricchito da tutti i film francesi e giapponesi che ho visto, dalle opere di William Gibson e, ovviamente, dall'influenza di Blade Runner, ecco la mia versione del futuro. Un futuro noir. 

Con queste parole, lo scrittore britannico Richard K. Morgan ha presentato il suo romanzo d'esordio Bay City (Altered Carbon, 2002), trasposto nella serie TV di successo Altered Carbon da Laeta Kalogridis e attualmente in onda su Neflix con la seconda stagione.

Lo scenario della serie TV è tipicamente cyberpunk: siamo nel lontano 2384, dove esiste una pluralità di pianeti il cui governo è affidato al Protettorato, che si avvale di un esercito di soldati addestrati per combattere e mantenere l’ordine.

L’umanità ha apparentemente sconfitto la morte grazie agli I.D.U, (Immagazzinamento Digitale Umano), cioè un sistema hardware e software con cui si riesce a “salvare” la coscienza e la memoria di ogni individuo, per poter così trasferirle in un nuovo corpo quando il precedente viene distrutto, si ammala, diventa vecchio o comunque non è più utilizzabile per qualsiasi motivo.

Hai fatto qualcosa ai capelli?
Hai fatto qualcosa ai capelli?

La coscienza e la memoria di un uomo vengono così trasferiti su una “pila corticale”, un supporto hardware che viene impiantato al posto di una vertebra nella zona cervicale della spina dorsale del corpo umano, che nella serie TV viene chiamata custodia. Se siete ricchi questo sistema vi assicurerà l’immortalità, se invece non avete molti soldi a disposizione può capitare che la coscienza e la memoria di una bambina di dieci anni possa essere trasferita in una custodia di una donna di ottant’anni, oppure in quella di un uomo adulto.

Grazie a questa tecnologia, inoltre, è anche possibile trasferire la coscienza di una persona da un corpo all’altro che però sono distanti anni luce, consentendo cosi in pochi minuti di effettuare veri e propri viaggi interstellari.

Chi può permettersi molte custodie, anche cloni di se stesso, e di poter fare continui backup della propria coscienza viene definito “Mat”, nome che vine da Matusalemme, uno dei patriarchi citati nella Bibbia che visse quasi mille anni, e vengono considerati dai diseredati dei vari pianeti quasi delle semi-divinità.

Nella prima stagione di Altered Carbon abbiamo fatto la conoscenza con il personaggio di Takeshi Kovacs, interpretato dall’attore Joel Kinnaman, un ex-soldato del Protettorato super addestrato che viene riportato in vita dal ricco e Mat Laurens Bancroft (James Purefoy) nella tentacolare città di Bay City, la San Francisco del futuro. Bancroft è stato assassinato e dopo aver ripreso vita in una nuova custodia vuole capire se qualcuno lo ha ucciso oppure si è suicidato, cosa che però lui ritiene impossibile. Kovacs riceve così il corpo dell’agente di polizia Elias Ryker ed accetta l’incarico, anche perché in cambio riceverà la libertà e molti soldi. La coscienza di Kovacs, infatti, era rimasta “congelata” per ben 250 anni.

Ecco come Morgan ha spiegato la nascita di questo personaggio, in un articolo comparso sul numero 109 di Delos Science Fiction:

Per molti versi posso dire di essermi imbattuto per caso in Takeshi Kovacs.

Prima di tutto il resto, avevo un nome – Takeshi, dall’enorme quantità di letteratura e cinema (e cibo, viene da pensare) che assimilavo negli anni Novanta, e Kovacs, dal cognome di un amico di penna, figlio di un’ala della nazionale ungherese di calcio che aveva trovato rifugio in Francia nel 1956. Non conoscevo molto dell’Ungheria, all’epoca, eccezion fatta per le immagini di uomini e donne armati solo di pietre che sfidavano i carri armati russi per le strade di Budapest, ma mi piaceva il suono del nome (anche se continuavo a pronunciarlo erroneamente, KovaKS – c’è voluto il successivo incontro con una bella signora ungherese per insegnarmi che avrebbe dovuto essere KovaCH) e se pensavo a tutte quelle immagini di eroismo disperato trasmesse dai cinegiornali, ebbene, sembravano attagliarsi pressoché alla perfezione al personaggio di cui volevo scrivere. 

Parallelamente all’indagine, conosciamo il passato di Kovacs (interpretato dall’attore americano di origini coreane Will Yun Lee,), di quando da soldato appartenente al Protettorato si unisce agli Spedi, dei ribelli che si oppongono al governo interstellare e che sono addestrati da Quellcrist Falconer, una donna di colore e scienziata che ha inventato la tecnologia della pila corticale e del trasferimento della coscienza da un corpo all’altro. L’obiettivo di Falconer era di utilizzare questa tecnologia per esplorare lo spazio, potendosi trasferire anche a grandi distanze, ma il Protettorato ha utilizzato la nuova scoperta tecnologica per creare un esercito di super soldati capaci di adattarsi a tutti i corpi e poter così mantenere l’ordine in tutto l’universo abitato. Gli Spedi però vengono sconfitti dal Protettorato sul pianeta Harlan’s World ed uccisi, l’unico a salvarsi e ad essere congelato è proprio Kovacs, che per questo viene chiamato l’ultimo Spedi. Fino a quando la sua coscienza viene “scongelata” dal ricco Bancroft per i suoi fini.

La prima stagione si conclude con Kovacs che porta a termine la sua indagine, grazie anche all’aiuto di una intelligenza artificiale che ha il volto e il nome dello scrittore Edgar Allan Poe e dalla poliziotta Kristin Ortega (interpretata da Eva Padoan), e parte alla ricerca di Quellcrist Falconer (Renée Elise Goldsberry), convinto che la donna non sia rimasta uccisa nell’attacco del Protettorato agli Spedi.

Siamo così alla seconda stagione e ritroviamo Kovacs in una nuova custodia, letteralmente incarnata dall’attore di colore Anthony Mackie, noto per il ruolo di Falcon nella saga Marvel degli Avengers.

L’ultimo degli Spedi torna su Harlan’s World, il suo pianeta natale, insieme al fidato Poe perché girano voci sul ritorno di Quellcrist Falconer, che stavolta sembra comportarsi come una spietata killer che sta uccidendo i Mat del pianeta.

Kovacs scoprirà che la nuova missione che gli viene affidata da un altro Mat coincide con la ricerca per trovare Quell e le cose si complicheranno all’ennesima potenza.

Va precisato che sia la prima stagione, che s’ispira al primo romanzo Bay City di Richard K. Morgan, sia la seconda, che invece prende le mosse dal secondo titolo Angeli spezzati (Broken Angels, 2003) – mentre il terzo titolo è Il ritorno delle Furie (Market Forces, 2005) – si discostano non poco dalle opere di Morgan, pur catturando non solo l’essenza della storia e il protagonista, ma anche le atmosfere che sono tipicamente cyberpunk e della migliore narrativa di space opera militare.

Il cast della seconda stagione è formato anche da Simone Missick, Dina Shihabi, Torben Liebrecht, James Saito e Lela Loren e a quanto trapela Netflix ha tutta l’intenzione di continuare a portare Takeshi Kovacs sul piccolo schermo, dopo i dieci episodi della prima stagione e gli otto della seconda.