Partiamo da lontano: per chi non ancora non lo sapesse, la HBO appartiene al gruppo WarnerMedia Entertainment. Poi saltiamo al 2010, un anno dopo l'uscita del film Watchmen dell'amato/odiato Zack Snyder, la cui versione è comunque stata vista come a suo modo fedele al celebrato fumetto originale creato da Alan Moore e dall'artista David Gibbons, pubblicato in 12 puntate tra il 1986 e il 1987.

Dopo il film la Warner andò a bussare a casa di Damon Lindelof che in quel periodo aveva appena concluso Lost, per proporgli di creare una serie basata sul fumetto. Come raccontato dallo stesso Lindelof, rifiutò due volte, ma alla fine si chiese se c'era un motivo per cui una serie su Watchmen dovesse esistere e, in quanto fan dell'originale (qualche mese fa aveva postato una lunga lettera d'amore a Watchmen su Instagram), cosa avrebbe voluto vederci.

Un sequel

Per Lindelof la parola d'ordine era che il fumetto era intoccabile, per usare le sue parole 

Quello che è successo è successo.

Ma da quel finale ambientato nel 1985 doveva arrivare ai giorni nostri in una realtà alternativa in cui Nixon era ancora presidente.

La seconda parola d'ordine infatti era che la serie dovessere essere un sequel.

Da qui scopriamo che Nixon è morto nell'ufficio ovale nel 1988, il suo posto veniva preso dal vicepresidente Gerald Ford, il quale veniva sconfitto nel 1992 dall'attore Robert Redford (che peraltro interpreta sé stesso nella serie). Ma è una realtà alternativa in cui non esiste il limite dei due mandati, per cui Redford, liberale convinto, è ancora presidente nel 2019, e la terza domanda diventa: cosa può diventare un uomo che è al potere da così tanto tempo?

Punto di ingresso

Così Lindelof svela che la serie presenta personaggi interamente nuovi insieme a quelli classici, con lo scopo dichiarato di essere una serie comprensibile a chi non abbia letto il fumetto (o visto il film), ma con tanti piccoli dettagli relativi all'opera originale che i fan apprezzeranno, ancor di più quando dai dettagli si passerà all'introduzione dei personaggi di ritorno dal passato. O da Marte.

Ed eccoci quindi in quel di Tulsa, dove scopriamo la detective Angela Abar (Regina King, Se la strada potesse parlare), il capo della polizia Judd Crawford (Don Johnson, che vedremo a novembre anche in Knives Out), la sarcastica agente dell'FBI Laurie Blake (Jean Smart, Legion), il cui cognome suonerà familiare ai fan del fumetto e un certo Adrian Veidt (Jeremy Irons), che una volta si faceva chiamara Ozymandias. Per non parlare di quel personaggio che si è esiliato su Marte.

Il plot

Lindelof ha imparato la lezione dal mentore JJ Abrams per cui gli unici dettagli ufficiali sono quelli  che potete scoprire nel trailer: un gruppo di fanatici della supremazia bianca che si fa chiamare Seventh Kavalry, indossa la maschera che fu di Rorschach che loro vedono come un eroe e comincia ad attaccare i poliziotti nelle loro case. Da qui la scelta da parte degli agenti di indossare maschere, ma indossarle porta inevitabilmente a cambiare, e chi può più dire chi siano i buoni e chi i cattivi se tutti nascondono la loro identità?

E soprattutto, cosa sta preparando la Seventh Kavalry?

Lo showrunner ha infine dichiarato che ha concepito questa stagione come autoconclusiva: c'è un mistero che alla fine viene risolto, niente cliffhanger. Poi, se ci sarà un riscontro positivo da parte del pubblico, si penserà al futuro.

La prima (e unica?) stagione di Watchmen composta di nove episodi inizia Domenica 20 ottobre sulla HBO e arriva sottotitolata su Sky Atlantic lunedì 21, prima alle 03,00 am, cioè in contemporanea con gli USA, poi ripetuta alle 23,15 e da qui ogni lunedi successivo. Per gli episodi doppiati ci sarà da aspettare un po' di più: ogni lunedì alle 21,15 a partire dal 28 ottobre, nel frattempo vi lasciamo con il trailer ufficiale.