Amatrice alla maggior parte degli italiani ricorda la pastasciutta, ma agli appassionati di fantascienza, almeno quelli con un po' di anni di militanza sulle spalle, rievoca anche altri ricordi.

Nel 1982 infatti la cittadina laziale fu, per quattro giorni, dal 9 al 12 settembre, la sede dell'Italcon, il convegno italiano della fantascienza.

La convention fu organizzata dall'ANASF di Roma, un club molto attivo che pubblicava anche la fanzine Sf..ere e che in quel momento era animato soprattutto dalla vivacità e dall'entusiasmo di Gianni Pilo, che in seguito sarebbe diventato collaboratore fisso di Fanucci curando anche diverse collane.

Si veniva dalla più grande convention italiana, quella di Stresa del 1980, e dall'Italcon di Modena del 1981. Ma era anche un periodo di poca unità nel fandom italiano (per dirla in modo un po' eufemistico) e quasi nessuno dal popoloso mondo fantascientifico lombardo scese fino ad Amatrice. E in effetti anche per chi scrive è uno dei pochissimi buchi in una collezione quasi completa dal 1980 a oggi.

In seguito si diffusero leggende incontrollate, con numeri di partecipanti striminzitissimo, voti per il premio Italia presi direttamente dall'elenco telefonico, persino storie su terribili dolci serviti alla cena finale. È il fandom, bellezza.

All'epoca era abbastanza difficile arrivarci per chi non era della zona ricorda Lanfranco FabrianiLa Salaria ancora non era stata rifatta, e in quella zona era una strada stretta e piena di curve che passava a mezza costa non molto diversa da come l'avevano costruita i romani – con qualche buca in più, probabilmente. Più in basso, si vedeva la strada nuova, non ancora riaperta. Il viaggio da Roma a Rieti era stato abbastanza buono, su un pullman decente. Quello da Rieti ad Amatrice fu leggendario. L'autista facendoci salire dichiarò che non poteva farci mettere le valige nel compartimento bagagli perché non era stato pulito e avremmo potuto chiedere i danni all'azienda, quindi dovemmo fare il tagitto con le valige in braccio. Non posso dire che ci fosse anche la vecchia signora con la cesta piena di uova, ma in effetti non ci sarebbe stato nulla di strano. Il mezzo era una corriera che aveva visto secoli migliori, in servizio tra Rieti e Ascoli Piceno. Entrava nelle curve della strada suonando a distesa, senza decelerare, come per voler uscire dalla curva prima che arrivasse una macchina in senso opposto. A mezzo metro a destra c'era un basso muretto di pietra e cemento, che separava la strada dallo strapiombo e a sinistra sembrava di poter toccare lo sperone di roccia sul ciglio della strada. Destra sinistra, sinistra destra, grosso modo con gli stessi scossoni di una diligenza. All'arrivo, quasi mi chiesi se il bacio in terra fosse dovuto.

Chi c'è stato, come Armando Corridore, ricorda comunque i quattro giorni con piacere.

La sede era un istituto alberghiero con le cucine ancora intonse ma mi pare fosse fuori città racconta Corridore. Ospiti annunciati Fritz Leiber e Roger Zelazny che non vennero. Il giorno in cui era previsto il panel di Leiber, tuttavia, dalle soffitte dell'istituto alberghiero scese da basso un pipistrello e svolazzò in giro per un po' a mo' di nero araldo della notte.

Ricordo di aver conosciuto Bonadimani e credo ci fosse una sua mostra. Mi ricordo di aver conosciuto lì Donato Altomare, imponente dall'altra parte di un piattone di Amatriciana dice ancora Corridore. Ricordo un premio Amatrix che prevedeva addirittura borse di 500mila lire per i vincitori ed era deciso da una giuria segreta di 11 giudici. Categorie: Racconto di Sf; Racconto di Fantasy; Saggio di Sf e Fantasy; collana di Sf e Fantasy; illustratore di Sf e Fantasy. Non mi ricordo i vincitori ma mi ricordo di un bellissimo dopo cena con giro di alcolici e barzellette e dimostrazioni di giochi di ruolo forse per la prima volta in Italia.

Da una ricerca su Google troviamo che il premio Amatrix andò almeno a Dino Marsan e Riccardo Scagnoli, mentre Sandro Pergameno pare averlo vinto nel 1983, evidentemente una edizione successiva.

Alla convention venne anche assegnato il premio Italia, con un gran numero di premi andati agli organizzatori: tutti i racconti finalisti erano usciti su Sf..ere, che vinse come miglior rivista, davanti alla Asimov's di Armenia e a Urania, e Pilo stesso si portò a casa i premi per miglior racconto e miglior fan.

Ci colpisce però la tripletta di finalisti nella categoria romanzo fantasy: Il tesoro del Bigatto di Giuseppe Pederiali, Il nome della rosa di Umberto Eco e Il grande ritratto di Dino Buzzati. Chapeau.

Tra gli alberghi convenzionati, come riporta il numero 22 di Sf..ere, c'era anche l'hotel Roma, al centro delle cronache di questi giorni, crollato sotto l'impatto del terremoto.

Probabilmente molti degli intervenuti a quella convention non sono più tornati ad Amatrice, che nei loro ricordi vivrà con l'immagine di quella cittadina di trent'anni fa. Della quale oggi, purtroppo, resta ben poco.

Aggiornamento

Grazie a Mario Sumiraschi, che ha reperito e ci ha inviato due articoli sulla manifestazione, mettiamo a disposizione i pdf dei due articoli e una galleria di immagini.

Bucatoni all'amatriciana – reportage di Luca Baumer, da City 6-7

VIII Italcon: una «fantastica» Amatrice – reportage di Mauro Gaffo, da Cosmo Informatore 4/1982