Anno 2060. La squadra del Soccorso Internazionale é impegnata come al solito a salvare vite umane a destra e a sinistra quando una serie di forti terremoti sottomarini comincia a propagarsi lungo la “cintura di fuoco” dell’Oceano Pacifico. I fratelli Tracy dal loro ipertecnologico quartier generale collocato su un’isola si attivano immediatamente e al comando dei vari Thunderbirds intervengono in varie situazioni di emergenza e ben presto si rendono conto che il fenomeno non é naturale ma causato intenzionalmente da un criminale che si rivelerá essere una loro vecchia conoscenza...

I Thunderbirds compiono mezzo secolo (la prima puntata fu trasmessa nel Regno Unito nel 1965, anche se arrivarono in Italia solo dieci anni dopo) e tornano in azione in una nuova versione rivista e aggiornata che prevedibilmente non mancherá di dividere i fan di allora. Basata sulla serie originale creata da Gerry e Sylvia Anderson (Stingray, U.F.O., Spazio: 1999) introduce alcune variazioni nei personaggi ma rispetta il format originale. I cambiamenti piú evidenti sono legati al modo in cui sono stati realizzati i personaggi: nella vecchia serie erano delle marionette appese a dei fili che si muovevano su dei set costruiti in scala (un metodo che gli Anderson avevano denominato Supermarionation) mentre in questo reboot sono realizzati in CGI (computer grafica). Il vantaggio é che i personaggi sono adesso molto meno legnosi, si muovono molto di piú liberamente e hanno anche maggiori espressioni del volto, anche se i produttori hanno volutamente conservato il loro look di bambolotti. Anche per i fantastici veicoli utilizzati dai Tracy per i loro interventi si é passati dai modellini appesi a dei fili all’animazione digitale. I set invece sono ancora delle vere e proprie miniature che sono state costruite negli studi neozelandesi del Weta Workshop di Richard Taylor (noto per le trilogie dell’Hobbit e del Signore degli Anelli), che é uno dei produttori esecutivi della serie.

La combinazione di immagine sintetiche inserite in dettagliatissime miniature riprese dal vero crea un vero e proprio mondo alternativo, una sorte di enorme plastico nel quale poter dare libero sfogo all’immaginazione. Questo contribuisce anche a mantenere un piacevolissimo look retro che non dispiacerá ai fan della serie originale, oggi adulti, che inevitabilmente guarderanno il tutto con uno sguardo nostalgico (e si lamenteranno per qualche aspetto che é stato cambiato).  

Oggi come allora il target primario rimane quello dei giovanissimi spettatori in etá pre-adolescenziale, con una trama semplice e immediata, molta azione e con dialoghi che tuttavia contengono meta-riferimenti ironici al mondo della tv e ai cattivi del cinema d’azione. E a proposito di cinema c'é da dire che questa nuova serie tv é certamente superiore al malriuscito tentativo di rilancio sul grande schermo effettuato nel 2004 con la regia di Jonathan Frakes. 

Nella versione originale Sylvia Anderson presta la voce al personaggio della prozia Sylvia, una presenza preziosa in quello che ci é sembrato un riuscito omaggio a una serie culto del passato che in questa nuova veste funziona bene anche oggi.