In un mondo di rassegne cinematografiche di alto livello, può capitare che sfugga un evento annuale che si sta tenendo in questi giorni in quel di Austin, il cui nome è SXSW, ovvero South by Southwest. Questo festival dal nome peculiare è diventato l'occasione per presentare anche produzioni minori o indipendenti e di farci scoprire un film originale e fuori dai canoni come Space Station 76.

Il plot all'apparenza è abbastanza canonico:Sulla stazione spaziale 76 arriva una nuova assistente del capitano, Sara/Liv Tyler. La donna,tanto ambiziosa quanto femminista politicamente attiva, inavvertitamente innesca tensioni tra i vari membri dell'equipaggio: rabbia, gelosia, lussuria e oscuri segreti tenuti nascosti troppo a lungo portano gli abitanti della base al punto di collisione, allo stesso modo dell'asteroide che sta per colpirli.

Quello che cambia le carte in tavola è la scelta stilistica del regista Jack Plotnick, attore molto attivo in televisione al suo esordio come regista: Space Station 76 non solo è ambientato negli anni '70, ma è girato e raccontato nel modo in cui si concepiva la fantascienza all'epoca, in un misto di commedia, dramma, psichedelia, e l'intero pacchetto del look tipico di quel periodo.

Tra i protagonisti compare anche Matt Bomer, noto per la serie White Collar, che racconta così il film: "Il mio personaggio si chiama Ted, è sposato con Misty/Marisa Coughlan (Bones) ed è il meccanico della base. Lui ama davvero il suo lavoro, ma rientra benissimo nel concetto Nessuna buona azione rimane impunita". E prosegue: "Ted vuole davvero fare la cosa giusta, creare la vita giusta per lui e sua moglie. Solo che le cose non vanno per il verso giusto".

Per Boomer la principale metafora del film è questa: "È come la vita nei quartieri residenziali di periferia. Hai una sensazione di isolamento, ma vivi nella convinzione che se scegli la stazione spaziale migliore, il vicino migliore, l'apparenza migliore, andrà tutto bene. Poi le ombre di ognuno dei personaggi emergono in superficie e cominci a scoprire i loro demoni interiori".

A complicare le cose ci pensa il capitano Glenn/Patrick Wilson, definito come un personaggio amareggiato, con tendenza suicide, che nasconde il fatto di avere avuto una storia con il suo ex assistente, Daniel, scomparso misteriosamente. Incapace di affrontare la perdita dell'amante, si rivolge al dottore di bordo, un robot di nome Doctor Bot, molto incline a prescrivere ansiolitici, che però Glenn mescola con abbondanti dosi di alcool, anche mentre è al comando, portando la stazione spaziale pericolosamente vicino a scontrarsi con un asteroide di passaggio.

Nel frattempo Jessica stringe un'amicizia fin troppo forte con Ted, cosa che provoca non poca gelosia in Misty. E sta per arrivare l'annuale festa della base, che potrà portare a un minimo di pace, o far scatenare il caos.

Arrivato al SXSW senza alcun supporto pubblicitario, girato in pressoché totale autonomia dal regista, allo stesso modo in cui Joss Whedon ha realizzato l'anno scorso la sua versione di Molto rumore per nulla, il film è stato subito acquistato dalla Sony Pictures, che provvederà a lanciarlo nella sale di tutto il mondo.

Non esiste ancora un trailer, ma vi lasciamo con un dietro le quinte, mentre trovate il link alla pagina ufficiale di Facebook nelle risorse in rete.