Delos 3: Intervista con Daniele Brolli Intervista con Daniele Brolli

[ANIMANERA] -- [SOMMARIO]

di Luigi Pachi'

Grazie a Daniele Brolli e alla Phoenix di Bologna e' riapparsa nelle edicole gia' da svariati mesi l'edizione italiana della celeberrima Isaac Asimov Science Fiction Magazine. Come molti di voi ricorderanno questa testata ha avuto ben tre vite precedenti, passando nelle mani di Mondadori nel 1978, di Armenia nel 1981 e della Telemaco nel 1993. Il direttore attuale si sta prodigando da tempo affinche' anche il mercato nazionale possa contare su materiale valido ed alternativo al "monopolio" di Urania. La sua e' una battaglia difficile perche' il mercato della science-fiction in Italia ha sempre mostrato reticenza verso qualsivoglia rivista del settore. Dagli anni Settanta ad oggi abbiamo visto ottimi prodotti come Robot, Fantascienza, Aliens e Ucronia soccombere alla dura legge delle vendite. Nonostante cio', Daniele Brolli, appassionato nostrano di fantascienza e profondo conoscitore delle nuove tentenze letterarie cyberpunk, sta portando avanti la sua scommessa con buoni risultati e con sorprendenti novita'. Tra esse spicca su tutte l'edizione italiana della testata Analog, il nuovo nome, a partire dal 1960, della gloriosa rivista Astounding di John Campbell. Per quanto concerne l'IASFM, che ha periodicita' mensile, Brolli punta ad una selezione narrativa attenta e spesso mirata a generi e sottogeneri del cyberpunk, ospitando anche rubriche ed interviste, mentre per il trimestrale Analog Fantascienza, le scelte del direttore sono focalizzate Ñ in alternativa Ñ verso la science-fiction avventurosa, quella che in definitiva possiamo definire "SF classica".
L'intervista che vi propongo e' la testimonianza del direttore delle testate fantascientifiche della Phoenix: la sua visione del mercato e le sue aspettative.

Delos Daniele, Il panorama editoriale italiano si e' arricchito grazie a due delle testate di fantascienza piu' celebri negli Stati Uniti: Isaac Asimov SF Magazine e, per la prima volta in assoluto nel nostro paese, Analog. Quando e come e' nata l'idea di lanciarti in questa avventura editoriale, dai precedenti certamente non entusiasmanti per il mercato italiano?

Daniele Brolli La rivista di Isaac Asimov ha raccontato negli ultimi quindici anni tutte le evoluzioni della fantascienza, un genere o, meglio, metagenere, capace di interagire liberamente con le piu' disparate componenti socioculturali e di testimoniarne le repentine trasformazioni. Solo la fantascienza poteva stabilire un approccio confidenziale con i nuovi linguaggi della scienza e al tempo stesso attraversare la cultura dai fenomeni di un minuto alle grandi trasformazioni che stanno accelerando i nostri sistemi percettivi proiettandoci in un presente che e' sistematicamente un futuro prossimo.
Il pidgin linguistico e tematico della fantascienza di questi anni l'ha fatta uscire dal ghetto escapista della letteratura di consumo. E' diventata testo di movimento con il cyberpunk, ma anche lettura di un epoca, sviluppando un repertorio di opere che ci aiutano giorno dopo giorno a interpretare le nuove tecnologie informatiche, sensibilizzandoci soprattutto sulla portata dei problemi etici inerenti al loro avvento. Forse non e' una cosa che dovrebbe dire qualcuno che ha la responsabilita' di una casa editrice, ma la motivazione per cui nasce la Asimov e' perche' questa rivista e' da anni il fulcro e l'origine, il laboratorio sperimentale di questo movimento di idee. Insomma dietro la decisione di farne un mensile ci sono motivazioni soprattutto culturali. Se invece parliamo del successo economico... beh, lasciamo perdere, che e' meglio. Credo comunque che la nostra scarsa diffusione la dica lunga sugli interessi del lettore medio italiano di fantascienza. Del resto negli anni Settanta quegli stessi lettori lasciarono che si estinguesse una rivista importante e insostituibile come Robot. Onore a loro, arguti lettori, noi possiamo contare su un ristretto gruppo di affezionati che ci permette a malapena di sopravvivere.

D. Oltre alle classiche riviste americane, quali appunto IASFM ed Analog, recentemente hai anche lanciato la collana cyberpunk Quark. Quali delle tre testate credi verra' maggiormente seguita dai lettori e perche'?

D.B. Si tratta di tre prodotti differenti. La Asimov e' la classica rivista mensile, un appuntamento che ha anche il fine di tenere aggiornato il lettore sulle nuove tendenze. Analog e' un trimestrale con un orientamento piu' classico e di lettura piu' disimpegnata, qualcosa che vuole essere spazio di intrattenimento pur mantenendo un occhio sulle migliori produzioni di hard-sf. La collana Quark e' una collana libraria vera e propria con una serie di testi orientati verso il cyberpunk ma non solo. Il criterio e' quello di scegliere i romanzi per cosi' dire piu' contemporanei di quelli della fantascienza di genere, ai confini tra letteratura alta e il pamphlet sulla nostra civilta', sui rischi e le prospettive dell'avvento delle nuove tecnologie. Tra gli autori: Rudy Rucker, Tom Maddox, Walter Jon Williams, Michael Blumlein, Lewis Shiner... Successo? Finora non ne ho segnali.

D. Prevedi di dare spazio a recensioni e saggistica anche su Analog, come gia' avviene sulla IASFM?

D.B. Non finche' rimarra' trimestrale. L'Analog americana ha un buon repertorio di articoli di divulgazione scientifica, ma credo che per inserire i redazionali l'appuntamento debba diventare piu' frequente. E solo il successo dell'iniziativa potrebbe permetterci di intensificare le uscite.

D. Qual e' il posizionamento della Phoenix Enterprise S.r.l. nei confronti del colosso Mondadori e della sua ultradecennale "rivista" Urania? Prevedi di far tua una parte di quel mercato o credi, invece, di stimolare con le tue novita' editoriali l'interesse di lettori diversi, rispetto a quelli che acquistano oggi Urania?

D.B. Siamo una piccola casa editrice con un mercato che non si puo' definire tale. Il nostro pubblico in effetti e' differente da quello dei soliti lettori di fantascienza. Pochi che leggono Urania leggono anche noi. Ci guardano con diffidenza. Se la pensi in un certo modo e ti occupi di fantascienza sei emarginato. Il lettore classico si e' formato su testi reazionari.

D. Danilele Brolli e' davvero colui che ha spinto maggiormente il fenomeno cyberpunk in Italia, e il sostenitore di questa corrente letteraria nata da scrittori come William Gibson e a volte esasperata da personaggi quali Bruce Sterling?

D.B. No, non sono stato io a promuovere il cyberpunk in Italia, ne' ne ho l'ambizione. Direi che se si deve riconoscere un promotore del fenomeno a livello organico si deve far riferimento agli amici di Decoder della Shake edizioni di Milano.

D. Secondo te il fenomeno cyberpunk ha influito notevolmente nell'immaginario collettivo anche da noi, amplificando l'interesse per la fantascienza in generale?

D.B. Molti lettori nuovi si sono avvicinati alla fantascienza tramite il cyberpunk ma spesso rimangono delusi da quanto altro il genere ha prodotto e continua a produrre. Per anni gli scrittori di fantascienza hanno continuato a dire che la fantascienza era una letteratura di idee. Il che significa che spesso era scritta male e che le idee erano delle vaccate. Vale la legge di Sturgeon: il 90% (o era il 99%? Mi sembrerebbe piu' vicino e reale) della fantascienza e' merda. Quei lettori che si avvicinano alla fantascienza tramite il cyberpunk e incappano in un libro di Lois McMaster Bujold o uno di David Gerrold non possono che rimanere dsgustati. In quanto alle tua ipotesi che il cyberpunk abbia influenzato l'immaginario collettivo ci andrei cauto. Magari certi meccanismi di retroazione psichica tra venti anni ci daranno l'idea che il nostro immaginario abbia incominciato a interagire con l'informatica sin dagli anni Settanta. In realta' si tratta di un processo lento, che va di pari passo con il benessere economico e l'introduzione massiccia delle tecnologie di uso quotidiano. Una volta che il rapporto con il computer, le reti telematiche, le realta' virtuali e le loro potenzialita' saranno familiari a tutti ci sembrera' che siano esistiti da sempre, e di averli sempre utilizzati: che nei nostri sogni siano apparse tastiere e monitor fin da quando siamo nati. Ma in realta' non era cosi'.

D. Tenendo in considerazione lo stato attuale delle cose, le angoscie gibsoniane di oligarchie capitaliste all'interno di paesaggi tecnocibernetici rischiano di concretizzarsi veramente?

D.B. Si'. Credo sia drammaticamente possibile. D'altra parte la rete contiene in se' tali capacita' di sfuggire al controllo che l'anarchia e la liberta' di pensiero potranno sempre viaggiare ovunque. Pensa a 1984 di George Orwell. Li' si ipotizzava che uno stato repressivo potesse tenere sotto controllo tutto l'orizzonte sociale semplicemente spiando ogni momento in ogni luogo chiunque. Ma quando la quantita' di informazioni e' talmente vasta, come nella rete, da superare in ampiezza qualsiasi gestione possibile, esistono spazi, aree di liberta', vasti come un intero mondo fisico.

D. La SF made in Italy ha sempre stentato nel mantenersi in vita, vuoi per ragioni culturali, vuoi anche per ragioni legate alle leggi di mercato (si sa', l'autore nazionale non tira come i nomi stranieri). Credi che gli autori di casa nostra possano cimentarsi con successo in questo nuovo contesto cyberpunk o, ancora una volta, dipendiamo dalle idee e dalle realta' stilistiche importate dall'America e dalla Gran Bretagna? Prevedi uno spazio dedicato alla narrativa italiana nelle collane da te dirette, o lo ritieni ancora presto?

D.B. A costo di rendermi impopolare, la fantascienza italiana ha sempre prodotto materiali di scarso livello. Posso contare gli autori storici di un certo rilievo sulla punta di una mano (Curtoni, Montanari, Aldani...) ma vedo nei nuovi autori, proprio a contatto con i nuovi eventi che hanno rinnovato l'immaginario fantastico, una marcia in piu'. Noi ne pubblicheremo alcuni sulla rivista di Asimov. Non so se questo bastera' a dare un segno.

D. Ci puoi anticipare le novita' principali della Phoenix Enterprise S.r.l.?

D.B. Ci sara' una nuova collana dal titolo Incognito con testi fantastici ai limiti della letteratura mainstream. Tra gli autori Iain Banks con The Wasp Factory, John Crowley, Jonathan Carroll, Christopher Priest, Kelly & Kessel... Poi c'e' l'horror splatterpunk con Rex Miller, Skipp & Spector. David Schow e il noir con Joe Lansdale, Derek Raymond e la nostra grande scoperta per l'Italia: Charles Willeford, un autore pienamente paragonabile a Jim Thompson e Chester Himes.

D. Qual e' il tuo sogno nel cassetto per la fantascienza edita nel nostro paese?

D.B. Una convention organizzata seriamente e non da sedicenti intenditori del fantastico, a cui non partecipino i soliti ghettizzati ma che si apra a tutti coloro che si sentono attratti da questo immaginario. E non si tratta di sicuro di quella manciata di rimbambiti che gestiscono in maniera pedestre le nostre convention nazionali. Ci vuole una buona organizzazione e soprattuto che l'iniziativa nasca in un ambito nuovo.

ANIMANERA di Franco Forte

Dopo il successo di Susanna Tamaro, Baldini & Castoldi punta ancora sugli autori italiani, e lo fa con un'ulteriore sorpresa che sapra' far parlare molto di se': Daniele Brolli, disegnatore, sceneggiatore, saggista, traduttore e scrittore, esperto di letteratura del fantastico e soprattutto di cyberpunk, editor della Isaac Asimov Science Fiction Magazine.
La trama del romanzo e' densa e intrigante, abbastanza intelligente e sofferta da uscire dai consueti margini in cui si dibatte gran parte della narrativa di autore italiano che consentono ai mestieranti d'oltre oceano di avere sempre il sopravvento (nei gusti del pubblico e negli incassi al botteghino). Animanera, in libreria da ottobre, e' un romanzo corposo e intenso che ricalca nel linguaggio e nella struttura alcuni degli ultimi capolavori della letteratura nera, sull'esempio di quel Il silenzio degli innocenti che ha scalato tutte le classifiche mondiali dei best sellers.
L'atmosfera tipica del thriller e quella soprannaturale si miscelano in un cocktail di nuova invenzione che vuole ripercorrere con autonomia e intensa originalita' espressiva le vie del romanzo contemporaneo. La vicenda si sviluppa con due storie parallele al seguito di due personaggi oscuri e inquietanti, Occhio al neon e L'uomo como', due serial killer omosessuali che si muovono nell'atmosfera notturna e inedita di una Rimini lontana dal clamore estivo delle spiagge. (F.F.) Il presente articolo può essere letto in linea o scaricato, e può essere diffuso per via telematica senza limitazioni. L'articolo è però di proprietà dell'autore e non può essere utilizzato per scopi commerciali, pubblicato su riviste commerciali o inserito in CD-Rom, senza la previa autorizzazione dell'autore. [Inizio pagina]