“Mi sto osservando, un volto che stento a riconoscere stravolto com’è dalla sorpresa e dal terrore, e dietro è uno spettacolo allucinante, una cosa grandiosa vista con questo estraneo distacco. Dal cielo è una valanga infuocata di prepotenti rossi e gialli che sta approdando minacciosa e carica di promesse mortali come un’apocalisse…”

… e un fuoco/raggio penetra dall’alto con l’effetto dirompente di un siluro, sfondando il tetto di quello che doveva essere il mio riparo.

Un calore di un’intensità che mai avrei immaginato di percepire mi attraversa e la potenza di un torrido vento che non mi aspettavo mi scaraventa a terra con una facilità estrema. Sto pensando che se non mi ha investito in faccia forse mi sono salvato…

“L’esplosione è immane. Dal centro si apre una breccia di bianco assoluto che annulla tutte le tonalità verso l’esterno. Continuo a vedermi mentre sono scaraventato in avanti e anche l’inconsistente baracca viene travolta e rasa al suolo in un attimo come una foglia secca gettata nel camino. L’inferno mi attraversa e prosegue… non lo percepisco ma riesco a immaginarlo.”

… mi rialzo.

Constatare che il mio corpo non mi ha seguito ed è rimasto al suolo immobile non mi ha stupito più di tanto. Prendo atto con disinvoltura della mia dipartita e in ogni caso quel pezzo di carbone ai miei piedi non mi servirà per andare avanti.

È una stranissima sensazione di innovative consapevolezze in una memoria mancante. So cosa può fare un fantasma e come metterlo in atto.

Mi abbasso senza chinarmi, per vedere se la mia faccia è bruciata e se sono ancora vivo. Si spera sempre, illusione e dedizione insensata all’utopia del vivere fisico.

Mi vedo come fossi in un acquario, ovviamente come turista nella passeggiata obbligatoria, e sopra di me è una parete trasparente. La mia faccia, posta lateralmente, è lì appoggiata. Sono morto e la mia faccia è bruciata in un tizzone annerito.

Sono proprio morto! Capita.

Ora sono veramente più distaccato, basta un po’ di sana realtà per disaffezionarsi dalla materia, e anche piuttosto inviperito. Due motivi mi danno questa pena, lasciando perdere il fatto che non sono mai stato a visitare un acquario ma è come se questa conoscenza l’avessi trovata preconfezionata in una banca dati accessibile a tutti noi fantasmi.