Delos 18: Pensiero Stocastico Pensiero Stocastico

di Roberto Quaglia

L'IMPOSTA SUL SIGNIFICATO AGGIUNTO

Roberto Quaglia, ovvero il rappresentante della fantascienza del nostro Paese più famoso all'estero e più sconosciuto in Italia, continua a fare tante domande e a rifiutare tutte le risposte. Ugo Malaguti ha detto di lui: "è un genio".

In origine, o piuttosto prima dell'inizio dei tempi, il significato complessivo dell'Universo era esattamente zero.

Per definizione, non esistono significati attribuibili a momenti antecedenti il presunto Big Bang.

Anche poco dopo l'inizio dell'Universo, tuttavia, il significato complessivo dell'Universo non è che fosse granché, se paragonato con il significato attuale, sebbene parallelamente esso fosse infinitamente maggiore del significato zero che l'Universo aveva avuto, pure non avendolo avuto, prima della propria esistenza.

Un momento! Cosa intendiamo, in realtà, per "significato"?

Scegliamo, fra le varie accezioni in cui si può intendere il vocabolo "significato", quella di "una relazione fra elementi mutuamente distinti".

Prima dell'inizio dell'Universo, non esisteva alcuna distinzione fra gli elementi, non potevano esservi relazioni, e per questo il Significato era zero.

Poco dopo l'inizio dell'Universo, diciamo in un era compresa fra 0,000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 000 001 secondi e 0,0001 secondi dall'inizio, corre voce che le uniche parti esistenti nell'Universo fossero state un gran concentrato di adroni, quark, leptoni. Non so chi di voi abbia dimestichezza con la gang delle subparticelle (io ne ho ben poca, c'è però da osservare che anche le subparticelle cercano di non farsi notare da me quando mi incontrano), ma non credo proprio che le parti costituenti quel gran minestrone bollente di Adroni&Company offrissero uno spettro di mutue distinzione particolarmente significativo. Il significato dell'Universo, pure smisurato rispetto a pochi istanti prima, è tuttavia, in senso moderno, ancora ben poca cosa.

Già a partire da un decimillesimo di secondo dopo l'inizio dell'Universo, si inizia a ragionare (in senso figurato, ovviamente). Fanno infatti capolino i protoni e i neutroni, gli elettroni e soprattutto, in lieve ritardo, i nuclei che un giorno costituiranno gli atomi di idrogeno e di elio. La famiglia s'ingrossa, i personaggi del dramma cosmico proliferano, e così aumentando la quantità di distinzioni fra le parti esistenti, e quindi della varietà delle mutue relazioni fra esse, cresce parimenti il significato complessivo dell'Universo. Tuttavia, per i nostri gusti, è ancora un epoca piuttosto noiosa. Non per nulla l'hanno chiamata "Era dei Leptoni". Nessuno di noi ne sente oggi la mancanza. Non c'erano ancora neppure gli atomi! Un mortorio.

Passa il tempo e l'Universo non se ne sta con le mani in mano. Già dopo venti secondi dalla sua origine, è tempo per l'inizio di una nuova Era, ricca di alcuni nuovi significati. E' l'Era della radiazione, un'epoca paradossalmente buia durante la quale regnano incontrastati i fotoni, che popolano l'universo in una quantità un miliardo di volte superiore a quella di tutte le particelle messe insieme. I fotoni, come si sa, sono la Luce. In principio, in effetti, era la Luce, almeno dopo i primi venti secondi, e per i seguenti 300.000 anni, ma per via di certe bizzarrie, essa non era visibile, o qualcosa del genere. Insomma, la faccenda si complica, e coerentemente il significato dell'Universo aumenta.

E' solo dopo 10.000 anni dall'inizio di Tutto che i nuclei dell'idrogeno e dell'elio iniziano a catturarsi elettroni inventandosi gli atomi.

Soltanto dopo 300.000 anni materia e radiazione sono nettamente distinte. Dopo il primo milione di anni le immense nubi di idrogeno ed elio che costituiscono l'universo iniziano curiosamente a raggrumarsi, volentieri in spirali, formando le galassie, le stelle e i pianeti. Siamo nell'Era della Materia. Nell'Universo, la relazione fra elementi mutuamente distinti è ora cresciuta a dismisura di complessità ed articolazione e, con essa, il significato dell'Universo.

C'è un bel po' di cosette che non sappiamo, dell'Universo attuale, 15 miliardi di anni o giù di lì dal presunto Big Bang iniziale. Ma una cosa buffa sembra davvero essere accaduta: mentre la radiazione è qualitativamente rimasta sempre la stessa, pare davvero che la materia si sia presa la briga di differenziarsi in misura sconcertante in quell'ambito particolare che chiamiamo Vita. Non è stata una faccenda sbrigativa. Per quello che ne sappiamo (le nostre osservazioni essendo confinate alla nostra Terra), la Vita è iniziata, qui da noi, almeno, tre miliardi di anni fa. Nei miliardi di anni precedenti, comunque, l'Universo s'è dato da fare non poco. Miliardi di miliardi di stelle, originariamente tutte di idrogeno ed elio, hanno prodotto, mediante fusione nucleare, tutti gli elementi atomici esistenti, dall'ossigeno al carbonio al ferro al rame. Per riuscire a produrre i metalli nobili, come l'oro, il platino, l'uranio, le stelle dovevano addirittura scoppiare. Quanta fatica! Chiunque possegga dell'oro sappia che esso è stato tutto prodotto nell'istante dell'esplosione di una stella, l'unico momento nel quale si produce un calore sufficiente ad innescare tali fusioni atomiche.

Non paga di tali traguardi, la materia, soprattutto nelle località più fresche costituite dai pianeti, lontano ma non troppo dagli inferni solari, non si è accontentata di esistere in forma meramente atomica, bensì ha preso l'abitudine ad unirsi in curiosi matrimoni di gruppo, secondo complessi e fragili vincoli che noi chiamiamo "chimici", costituendo nuove categorie di mutue distinzioni: le molecole. Il palcoscenico del Cosmo, popolato da sempre più personaggi distinti fra loro, si arricchisce incessantemente di significato. E le molecole col tempo si fanno sempre più varie, complesse e distinte, e da un certo momento in poi, esse, in un nuovo incredibile balzo in avanti di complessità, prendono l'abitudine di consociarsi in aggregati ulteriormente complessi, che in mancanza di definizioni migliori noi chiamiamo la materia vivente.

La relazione fra elementi mutuamente distinti, nell'Universo, è ora incommensurabilmente maggiore, in termini di varietà, rispetto alla pochezza delle prime fasi primordiali. Il significato dell'Universo è enorme. Ma non è abbastanza.

Con una dinamica invero sorprendente, questi aggregati di aggregati di aggregati di aggregati di materia (le cellule composte da molecole composte da atomi composti da particelle), secondo una tendenza dell'Universo che pare inarrestabile, si aggregano ulteriormente fra loro in organismi, i quali, con dinamica sempre più esasperata prendono a distinguersi reciprocamente con varietà sempre crescente, nel fenomeno che noi chiamiamo evoluzione, aggregandosi in ulteriori forme che chiamiamo specie, e così via, fino a questo curioso istante che a noi chissà perché pare sempre il nostro presente, anche se indubitabilmente si sposta in continuazione.

Lo strano aggregato di materia che ognuno di noi cova nel cranio, ciascuno con maggiore o minore eleganza, è l'ultima trovata dell'Universo, almeno dal nostro umile punto di vista. Con l'evoluzione del cervello umano, il significato dell'Universo compie un ulteriore notevole balzo in avanti. Chissà cosa significa tutto ciò. Dopo l'Era degli Adroni, l'Era dei Leptoni, l'Era della Radiazione e l'Era della Materia forse l'Universo sta entrando nell'Era del Pensiero. Dopotutto, per quale ragione mai l'Era della Materia dovrebbe essere l'ultima Era nella storia dell'Universo? In ognuna delle Ere che si sono succedute nell'Universo, nuove ed imprevedibili distinzioni e modalità di interrelazione fra le parti esistenti sono sorte magicamente, per autogenesi. Nessuna logica autorizza a pensare che tale processo sia destinato a non proseguire, soltanto per compiacere la nostra mancanza di immaginazione. E allora, quale sarà la prossima Era dell'Universo? Non potrebbe trattarsi dell'Era del Pensiero? Non è infatti il pensiero umano, soprattutto nelle sue (ahinoi!) rare manifestazioni più magnifiche una sorta di entità trascendente la pura materia fisica, nel modo analogo in cui l'entità di un atomo trascende il magma particelle-fotoni dell'Era della Radiazione?

Sia come sia, è altamente probabile che noi stiamo esistendo, e non possiamo non tenerne conto, né sottovalutarne le implicazioni.

Pare al di là di ogni ragionevole dubbio il fatto che l'Universo, dai suoi presunti primordi fino ad oggi, sia incessantemente proceduto nella direzione di una sempre maggiore differenziazione fra le parti che lo costituiscono. Alla differenziazione si accompagna un continuo aumento di complessità delle strutture esistenti, come pure della varietà delle relazioni fra le parti. In altre parole, per volerlo dire con parole mie, il significato dell'Universo continua incessantemente ad aumentare.

Eppure, per quanto esso si accresca, non spariscono di colpo i rimasugli dei precedenti stadi di evoluzione. La Luce, che in origine fu, c'è tuttavia anche oggi. La radiazione, che troneggiò solitaria nel Cosmo durante la propria Era, non è poi scomparsa, quando Altro è comparso, estraendosi da essa, con un balzo evolutivo.

Siamo indubbiamente ancora nell'Era della Materia, e avrà eventualmente senso affermare di essere nell'Era del Pensiero soltanto qualora la forma prevalente in cui l'Universo si manifestasse a se stesso divenisse il Pensiero, e non più la Materia, come invece oggi ci conferma che sia anche un solo breve sguardo rivolto di sera al cielo stellato.

E' comunque curioso notare come l'evidente frenesia evolutiva dell'Universo, che a partire da un improbabile bollente coacervo di quark nelle sue fasi iniziali è giunto oggi al mirabile risultato di confezionare esseri umani come Claudia Schiffer, o ancora meglio, Greta Garbo, nondimeno conservi i residui fossili degli stadi evolutivi precedenti, come le radiazioni, la materia inanimata, o Mike Bongiorno.

Qual è il senso di tutto ciò?

Conierei, a tale proposito, l'espressione di "Imposta sul Significato Aggiunto".

L'universo, evolvendosi, ha continuato ad aggiungere Significato a se stesso (cos'altro? per mia definizione estemporanea, l'Universo non può aggiungere nulla a se stesso, se non complessità e quindi Significato).

L'Imposta sul Significato Aggiunto è la ineludibile permanenza di quanto abbia minor significato rispetto a quanto ne abbia di più.

L'Era del Pensiero è ancora lontana, anche se forse ne intuiamo l'avvento, costituendone noi la goffa avanguardia. Ragione per cui l'Imposta sul Significato Aggiunto è ancora sulle sue aliquote massime. Quando andiamo sulla spiaggia, tutto il nostro cervello non ci basta a proteggerci dalla radiazione che ci brucia la pelle con il trucco del buco nell'ozono. Ma questo è niente. Tutti i nostri cosiddetti simili congiurano a propinarci le lamentele di cantautori come presunte lezioni di vita, o le emissioni sonore di datori di pedate a palloni di cuoio come metafore di presunti significati significanti. L'Imposta sul Significato Aggiunto ci punisce, tartassandoci, soprattutto quando ci rendiamo davvero autori di una qualche aggiunta di Significato. E' l'Universo che costringe alcuni di noi, talvolta, ad aggiungere significato a Se Stesso, approfittandosi del fatto che noi siamo a tutti gli effetti Sua parte integrante, in virtù di quella Sua lampante, curiosa ed incomprensibile necessità evolutiva. Quando, nel proprio piccolo, ognuno di noi forgia un nuovo significato originale, l'Universo, nel suo insieme, ci guadagna, in termini di Significato, ovvero nei termini dell'unica valuta che davvero Gli importi. Tuttavia, poiché siamo ancora in pieno nell'Era della Materia - avete mai notato quanta materia c'è intorno a noi? E' uno sproposito! - non c'è modo di sfuggire ai rigori dell'Imposta sul Significato Aggiunto, e la situazione, probabilmente, non migliorerà finché la maggior parte dell'energia dell'universo non si sarà aggregata nella super-forma di un maestoso Pensiero Cosmico Universale, il che vuol dire che possiamo metterci l'anima in pace.

In effetti, la materia non è che faccia molto per darci una mano. Neanche la radiazione si spreca. In piccola parte, la materia inanimata ci torna utile per alimentarci (ma soltanto pochissimi e alquanto rari tipi di materia inanimata), e la radiazione per riscaldarci. Per il resto, più frequentemente la materia ci ostacola, nelle nostre intenzioni, e la radiazione ci minaccia, in un modo o nell'altro. E anche Mike Bongiorno con tutto ciò che gli assomiglia ci è più di danno che di vantaggio. Tutto per colpa dell'elevata aliquota universale dell'Imposta sul Significato Aggiunto.

Tutto ciò fa di noi dei pionieri. Non è male. Insomma, c'è di peggio. Cosa dobbiamo fare? Le condizioni climatiche, per chi abbia l'urgenza di aggiungere Significato all'Universo, non sono gradevoli, e le previsioni garantiscono un clima perturbato almeno ancora per qualche miliardo di anni. Ne sanno qualcosa Galileo, Einstein, Mozart, Bach, e tutti quelli a cui in vita viene da aggiungere Significato all'Universo. Anche io mi difendo, altrimenti come farei a parlarne?

Tutto sommato penso che adesso andrò a bermi una birra, magari accompagnata da una buona pizza.

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