È questo il segreto di tanti scritti di Vittorio Curtoni, il quid che li rende irripetibili. L’autore parla essenzialmente di sé. Non per solipsismo, ma per quella sincerità che dovrebbe ispirare ogni scrittore degno di nota. Capace di mostrarsi in pubblico senza pudore, perché il lettore più sensibile cerca essenzialmente l’incontro con un’altra personalità. Se gli sviluppi sono poi fantascientifici o fantastici, lo si deve alla particolare lente deformata – ma non sarà l’unica affidabile? – con cui il narratore guarda il mondo.Gli alieni del vecchio film di sf La guerra dei mondi, di Byron Haskin, avevano pupille tripartite e variamente colorate. Vedevano un universo completamente differente dal nostro. Ciò vale anche per autori di rango capaci di scrutare l’imperscrutabile, e di costruire sul presente, a partire dal loro punto di vista, probabili o improbabili evoluzioni future. Curtoni solipsista? Non lo fu forse anche Philip K. Dick, che ha avuto proprio in Curtoni il più raffinato dei suoi traduttori?Ci sono due modi per affrontare le lettura di questi racconti. Uno è abbandonarsi alla storia pura e semplice. L’altro è leggere lentamente, scoprendo ellissi sapienti, giri di frase abilissimi, momenti stilistici di grande eleganza. Simili virtuosismi non sono tanto frequenti nel fantastico italiano, dove peraltro Curtoni ha seminato bene. Non lo sono nemmeno nel filone prevalente all’interno del mondo letterario ufficiale, dove fioccano premi su opere effimere, raramente sincere.

Ma Vittorio Curtoni non si può lamentare. Ha deciso di regnare all’inferno, e lì resta in veste di sovrano. Assiso su un trono che scotta (in effetti ha un sacco di problemi proprio da quel lato) e circondato da coorti, minoritarie e tuttavia consistenti, che acclamano la natura magistrale della sua scrittura e della sua militanza critica. Somiglia un poco ad Azathoth, la divinità pazza e cieca collocata da H. P. Lovecraft al centro del cosmo. Solo che Curtoni è fin troppo intelligente, e vede più in là di tutti.

Un ottimo sovrano, a mio parere.