Il volume ripercorre filologicamente le storie di fantascienza che Kirby ha pubblicato
negli anni Cinquanta sul magazine Alarming Tales. Il volume è formato dalle pagine a colori originali affiancate a dalle stesse pagine in bianco e nero con le traduzioni in italiano. Come mai questa scelta?

Mi ricollego alla risposta precedente. Attualmente grazie allo sviluppo della tecnologia, e alla nascita di una forte community di appassionati, sono disponibili le scansioni di decine di migliaia di albi a fumetti pubblicati in America tra il 1936 e il 1962, divenuti di Pubblico Dominio. Il problema è che questi non sono i materiali di stampa originali, ma scansioni (sia pure di buona fattura) degli albi originali. Ora, è vero che è sempre possibile fare tutto, avendo tempo e voglia, ma un lavoro di ricostruzione certosina del lettering sulle scansioni, traducendo direttamente nei balloon, sarebbe stato un lavoro a dir poco improbo. Abbiamo preferito seguire la filosofia del “Testo a Fronte”, come si usa fare in tutte le edizioni filologicamente più serie. Si ripropone la pagina originale, ed a fianco la stessa pagina, in toni di grigio, con la traduzione/adattamento del testo originale. Mi piace far notare come nel fumetto sia rarissimo che si proponga al lettore la traduzione affiancata al testo originale nello stesso albo. Così a memoria ricordo solo  alcune storie pubblicate su Zio Paperone dalla Walt Disney Italia, e un episodio di Marvels, pubblicato dalla Panini Comics. Direi che siamo in buona compagnia, non credi?

Nel volume c’è una storia intitolata The Last Enemy che tu indichi come possibile fonte d’ispirazione per Kamandi, una delle saghe di science fiction più belle di Kirby…

Verissimo. La vulgata critica afferma che Kamandi fu realizzato da Jack Kirby dietro input di Carmine Infantino, che non essendo riuscito ad acquisire i diritti di The Planet of the Apes (Il Pianeta delle Scimmie), disse a a Kirby “Fai qualcosa di simile!”. Kirby ubbidì, e tirò fuori Kamandi. Il punto è che Kamandi (non il personaggio, ma l’universo in cui agisce) era già totalmente presente in questa breve storia di 5 pagine del 1957. Anzi, volendo giocare potremmo dire… e se Pierre Boulle, autore del romanzo originale da cui fu tratto il film visto da Infantino,  avesse letto la storia di Kirby PRIMA di scrivere il suo romanzo?

Conosciamo Kirby per I Fantastici 4 e per essere il “Re” del mondo dei comics americani. Ma chi era il Kirby di Alarming Tales?

Era, molto semplicemente, un bravo disegnatore, un nome molto famoso e rispettato, reduce però dal fallimento della sua casa editrice, la Mainframe. Kirby era uno che con i fumetti ci viveva. Più produceva, e più guadagnava. Negli anni Cinquanta Kirby faceva di tutto. Fantascienza, horror, romance, crimine, anche storie comiche. Su Alarming Tales Kirby sfogava la sua immaginazione più folle, tirando fuori dal suo cilindro temi che avrebbe poi ripreso anni dopo alla DC. Infatti, se The Last Enemy richiama Kamandi, la storia “La Sedia di Donovan” richiama alla mente Metron dei Nuovi Dei.

Che fantascienza è quella di kirby, che in queste storie è sia disegnatore sia sceneggiatore?

Una fantascienza molto anni Cinquanta, con un leggero tocco di paranoia, dove la società ha sostanzialmente paura del diverso. La normalità è sempre da preferire alla stranezza che si trova al di fuori del nostro orizzonte percettivo. Le ragazze aliene non vedono l’ora di venire sulla Terra, dove vivranno felici e normali. È anche una fantascienza della incomunicabilità. Gli scienziati che si accorgono dell’esistenza di forme di vita mai pensate prima, le Sfere di Fuoco, non riescono a stabilire un contatto efficace, e le due specie, la nostra e la loro, si separano. Tra parentesi bisognerebbe chiedersi se questa storia sulle Sfere di Fuoco viventi in cielo, non abbia ispirato un episodio di X-Files dove si parla delle stesse cose.