Problemi: tanti, innanzitutto la condizione “umana”, il morale, la motivazione, gli obiettivi di crescita personale e professionale, il tempo quasi infinito di viaggio, l’obsolescenza degli apparati tecnologici, ecc. Un altro grande problema che fino ad adesso non abbiamo ancora sentito dalla NASA: le generazioni successive sarebbero d’accordo a crescere in “cattività”? Come avere il loro assenso preventivo? Sarebbe giusto costringere delle persone a vivere tutta la loro vita in un mondo artificiale alla deriva nello spazio?Poi ci sarebbe anche il dilemma che chiameremo del “cordone ombelicale”: le comunicazioni con la Terra diventerebbero sempre più rarefatte e difficili (tempi di invio e risposta sempre più larghi) fino a interrompersi del tutto. L’equipaggio sarebbe in grado di reggere questo distacco? Vorrebbe significare non avere più conforto sia tecnico che umano (anche chi deciderà di partire avrà qualche legame con il pianeta natale: parenti, amici, interessi): l’uomo sarebbe in grado di adattarsi anche a questo?
La sicurezza sulla nave? Come si potrebbe garantire il rispetto delle regole sociali in un mondo chiuso, dove eventuali delinquenti saprebbero dell’impossibilità di ritornare ai tribunali e prigioni terrestri? E se ci fosse un ammutinamento? Dovrà essere anche presente personale militare per eventuali sbarchi armati su pianeti potenzialmente pericolosi e ostili?
L’equipaggio come verrebbe scelto, e da chi? Oppure, vista le delicatezza della missione, sarebbero “loro” a scegliere la missione?
Andare dove? Quale destinazione è più plausibile per continuare la vita su un pianeta? Puntare agli esopianeti?
E gli alieni dove sono? Conviene cercarli o sarebbe interpretata come “invasione”? In generale sarebbe auspicabile evitare una guerra interplanetaria, ma ricevere un aiuto non sarebbe male: dei “ciceroni” galattici…
Certo i problemi, e soprattutto le incognite, sarebbero innumerevoli, ma facciamo un passo indietro e vediamo se ci sono delle alternative alle astronavi generazionali.
La prima cosa che viene in mente è quella di mandare navicelle senza equipaggio (già fatto in parte: il Voyager, Pioneer, ecc.) che avrebbero il grande vantaggio di eliminare qualsiasi problema legato al mantenimento degli esseri umani, ma tale soluzione avrebbe l’ovvia controindicazione in caso di volontà e necessità di lasciare “fisicamente” il nostro pianeta natale.
Invece, rimanendo ai carichi “umani”, per ridurre drasticamente la durata soggettiva del viaggio, ma anche il consumo di risorse a bordo, si può ipotizzare che l’equipaggio dell'astronave venga messo in uno stato di animazione sospesa (ibernazione o tecniche simili), anche se la tecnologia non è ancora disponibile, e anzi i tentativi che sono stati fatti negli Stati Uniti per le persone in stati terminali ha portato a risultati piuttosto catastrofici: l’ibernazione dei liquidi contenuti nel corpo ha frammentato le cellule con conseguente impossibilità di ritorno in vita dei soggetti. Comunque, in un futuro remoto, tali astronavi potrebbero essere guidate da un sistema automatico (AI), oppure da una piccola parte dell'equipaggio in stato di veglia.
Una via di mezzo tra una missione automatica e l’ibernazione potrebbe attraverso l’invio di embrioni, che implicherebbe l'invio di una missione robotizzata su un pianeta abitabile di tipo terrestre, trasportando embrioni umani surgelati, oppure trasportando mezzi tecnologici o biologici per creare sul posto embrioni umani.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID