Ogni anno, la prestigiosa rivista Science elenca le migliori scoperte scientifiche, redigendo un’apposita classifica. Nel 2010, visto che si è chiuso anche il decennio, è stata elaborata anche la classifica delle dieci scoperte degli ultimi dieci anni. Ma non solo. I redattori del magazine hanno gettato lo sguardo al futuro, indicando le aree di maggiore interesse scientifico nei prossimi anni.

Secondo Science ci si dovrà attendere delle “soddisfazioni scientifiche”: dagli esperimenti, piccoli e grandi, che avvengono al Large Hadron Collider (grande collisore di adroni, abbreviato LHC) di Ginevra; dalle analisi sui geni che aiutano gli organismi ad adattarsi al mondo che cambia; dagli studi che si stanno svolgendo in California, presso il Lawrence Livermore Laboratory, in merito alla fusione nucleare; dalle ricerche sul potenziamento del sistema immunitario; dalle ricerche su un vaccino contro la malaria.

Alcuni di questi temi sono già oggetto di speculazione da parte degli scrittori di science fiction e quest’ultime previsioni di Science ci danno lo spunto per parlare proprio del rapporto tra scienza e fantascienza, o - per dirla con le parole del matematico e astrofisico Stephen Hawking (nella foto) – di come la fantascienza di oggi sia spesso la scienza di domani.

Qualcuno ricorderà che un bel po’ di ani fa apparve uno stimolante saggio di Renato Giovannoli, proprio dal titolo La scienza della fantascienza (Bompiani, Milano, 1991), in cui l’autore disegnava una mappa dei rapporti tra il sapere scientifico e la science fiction, non per dimostrare se la scienza usata nella fantascienza era vera, ne per comprovare il contrario, cioè che la science fiction è spesso verosimile e realistica. Piuttosto, per dimostrare quanto l’una sia lo specchio dell’altra e di come si possa disegnare una sorta di carta geografica, fatta di itinerari  che dal “reale” vanno verso la “speculazione fantascientifica”, e in senso contrario.

Per chiarire meglio il concetto, ci viene ancora una volta in soccorso Hawking, che nella prefazione al saggio di Lawrence M. Krauss La fisica di Star Trek (Longanesi & C., Milano, 1996), scrive: “La fantascienza come Star Trek non è solo un buon divertimento, ma assolve anche uno scopo serio, che è quello di espandere l'immaginazione umana. Non siamo ancora in grado di arrivare là dove nessuno è mai giunto prima, ma almeno possiamo farlo mentalmente. Possiamo esplorare come lo spirito umano potrebbe rispondere a futuri sviluppi nella scienza e possiamo fare congetture su come potrebbero essere quegli sviluppi. Tra fantascienza e scienza ci sono scambi in entrambi i sensi.”

Hawking centra, a nostro avviso, la questione. La fantascienza non è, e non deve essere scambiata per, futurologia. Sbaglia chi pensa che la science fiction sia una letteratura che predice il futuro e, soprattutto, dal punto di vista scientifico. Capita, certo, che uno scrittore riesca a prevedere una certa invenzione o scoperta scientifica, ma la cosa è del tutto casuale, o comunque, basata su quelle che sono le nozioni scientifiche del presente. Jules Verne, in questo, era un maestro.

Ci sono, tuttavia, anche tante cose che la fantascienza non è riuscita a prevedere, come  Internet o il crollo del muro di Berlino.

Quello che la fantascienza dovrebbe fare – e a nostro avviso assolve egregiamente al compito – è stimolare il lettore al cambiamento, a porsi domande, più che a dare risposte, sul nostro futuro e sugli sviluppi della scienza. Ad espandere – come dice Hawking – l’immaginazione umana e a capire come possiamo reagire di fronte a cambiamenti indotti dallo sviluppo di nuove tecnologie o a scoperte scientifiche eccezionali.