Uno dei problemi che dovrà affrontare l'umanità nel futuro prossimo sarà quello delle fonti di energia. Il petrolio inquina e prima o poi finirà, le energie alternative sono eco compatibili ma ancora non sufficienti a soddisfare il fabbisogno crescente di energia. La letteratura di fantascienza spesso disegna mondi in cui il problema è stato risolto con soluzioni tecnologiche che forniscono energia all'infinito: materia-antimateria, buchi neri in scatola, lo stesso essere umano in Matrix fino al motore a improbabilità infinita nella famosa Guida galattica per autostoppisti.

In questo momento la soluzione più plausibile, anche se ancora non praticabile, sembra essere quella della fusione nucleare che ci donerebbe un'energia infinita, a costi relativamente bassi e con produzione di scorie praticamente nulla. Uno dei maggiori problemi di questa fonte energetica risiede nella difficoltà di imprigionare il "micro sole": dispersione e temperature elevate non sono facili da gestire. Ma, come spesso accade, se c'è l'idea buona la tecnologia relativa arriverà di conseguenza.

Grazie a un nuovo dispositivo, il divertore a "fiocco di neve" che riduce le contaminazioni del plasma, i fisici del National Spherical Torus Experiment (NSTX) del Princeton Plasma Physics Laboratory sono molto più vicini a risolvere una delle grandi sfide della ricerca sulla fusione nucleare: come ridurre l'effetto del calore comunicato dal plasma ad alta temperatura alle pareti della camera in cui esso è confinato.

Nel reattore di tipo "tokamak" il plasma assume una caratteristica forma toroidale a causa dell'azione di intensi campi magnetici. Però l'instabilità del plasma porta molte particelle che lo costituiscono a sfuggire. Le particelle sfuggite e il calore fluiscono, attraverso una linea di campo magnetico aperta, verso un divertore.

È un dispositivo che ha lo scopo non solo di proteggere le pareti del reattore dal calore e quindi da eventuali erosioni, ma anche di evitare la contaminazione del plasma. Un metodo utilizzato per proteggere il dispositivo utilizza i divertori, camere in cui possono fluire il calore espulso dal plasma e le impurità. Se però il plasma che colpisce la superficie del divertore è troppo caldo, si possono verificare la fusione delle componenti poste "di fronte" al plasma e di conseguenza una perdita di potere di raffreddamento.

La recente idea di un divertore magnetico innovativo denominato "fiocco di neve", sviluppato grazie ai calcoli di D.D. Ryutov del Lawrence Livermore National Laboratory, è stata realizzato presso l'NSTX. Il nuovo dispositivo non influenza le alte prestazioni e il confinamento del plasma ad alta temperatura, e riduce la contaminazione rappresentando una via praticabile per lo sviluppo dell'energia nucleare da fusione.

La strada da percorrere è ancora lunga e piena di difficoltà, ma l'avvicinamento alla meta continua. E il premio sarà veramente importante: energia praticamente illimitata con un impatto ambientale bassissimo. I futurologi si possono scatenare ipotizzando un futuro di astronavi a fusione nucleare, satelliti con enorme autonomia e, in futuro molto remoto, magari automobili con un cuore a fusione.

E noi aspettiamo fiduciosi, la nostra, "energia delle stelle".