Autore moderno ma che  si richiama agli stilemi della space opera, Allen M. Steele riesce a rinnovare temi classici  della fantascienza in modo sorprendente.

Due opere di questo scrittore, entrambe vincitrici del premio Hugo, costituiscono il quarantaduesimo numero di Odissea Fantascienza, dal suggestivo e appropriato titolo Ieri e domani.

Morte di Capitan Futuro (The death of Captain Future, 1995)

Rohr Furland è uno dei tanti lavoratori spaziali sempre in cerca di un ingaggio, che dopo anni spesi tra Terra e Luna ha l'occasione di imbarcarsi come ufficiale sulla Jove commerce, un'astronave che viaggia nel sistema esterno.

L'unico problema è che il porto d'imbarco è Cerere, e senza soldi per pagarsi il tragitto su una nave passeggeri a Rohr non resta che accettare di lavorare sulla Comet, una nave cargo con una pessima fama ma che lo può portare a destinazione in tempo.

Una volta a bordo l'ufficiale si rende conto che le dicerie sul conto della nave non sono esagerate: il capitano Bo McKinnon è un fanatico di un antico eroe delle riviste Pulp, vuol essere chiamato Capitan Futuro, definisce l'equipaggio Futuriani e il computer con il ridicolo appellativo di Cervello, si da arie da eroe dello spazio ma in realtà è un odioso e borioso incapace.

La sciatteria e l'incompetenza del capitano stridono con l'intelligenza e l'abilità del primo ufficiale Jeri Lee-Bose, una Superiore, mutanti che formano l'élite, distaccata e altezzosa, del sistema solare.

Come una Superiore sia potuta finire arenata su una nave del genere sfugge alla comprensione di Rohr, sta di fatto che la donna sembra del tutto fedele al capitano; in ogni caso l'ufficiale si rassegna a sopportare le angherie di McKinnon, dopotutto Cerere è vicina, e sull'asteroide lo attende una nuova vita.

Ma una chiamata di soccorso costringe la Comet a cambiare rotta, il nuovo imbarco è perso, e quel che è peggio il comandante inizia a farneticare di pirati spaziali.

...dove gli angeli temono di avventurarsi (...where angels fear to tread, 1997)

Una delle catastrofi che hanno maggiormente colpito l'immaginario collettivo è stata la distruzione del dirigibile Hindenburg, il più grande oggetto volante mai costruito, incenerito il 6 maggio 1937 da un incendio che provocò 36 vittime e decretò la fine dei viaggi commerciali dei dirigibili.

Niente di strano che un avvenimento simile attragga la curiosità delle generazioni successive, e quando viene scoperto il viaggio nel tempo la tragedia del dirigibile tedesco sarà uno degli obiettivi dei futuri crononauti.

Dopo aver rapito e portato nel futuro una coppia di americani destinati a morire nell'incendio, due viaggiatori del tempo si sostitiscono a loro, per documentare l'ultimo viaggio dell'Hindenburg.

Ma i viaggi ne tempo sono pieni di incognite, e lo scatenarsi di un paradosso sempre possibile, riuciranno i crononauti a tornare alla loro epoca senza provocare una serie di cambiamenti dall'esito imprevedibile?

Rappresentante della nouvelle vague di scrittori che si richiama ai dettami della space opera, Allen Steele dedica, con Morte di Capitan Futuro, un commosso omaggio a uno dei suoi ispiratori, Edmond Hamilton.

Autore conosciuto per le trame gigantesche e gli apocalittici scenari galattici, tanto da meritarsi il titolo di Distruttore di mondi, Hamilton ha scritto, con la serie di Capitan Futuro, una delle sue opere più rappresentative, ventisette racconti inizialmente ambientati in un sistema solare dove praticamente tutti i pianeti e i satelliti sono abitati, e successivamente su stelle lontane, senza scordare altre dimensioni e tempi.

Il Bo McKinnon che incarna il Capitan Futuro di Steele è ben diverso dal Curtis Newton di Hamilton, ma questa storia rappresenta la miglior conclusione per le avventure dell'eroe spaziale, questa capacità di rinnovarsi senza rinnegare il passato è uno dei grandi punti di forza della fantascienza.

Del resto lo stesso Hamilton non è rimasto ancorato ai primi passi della sua carriera, quando le esigenze economiche e le richieste dei direttori delle riviste pulp lo costringevano a scrivere sotto pressione, in condizioni terribilmente difficili, ma ha creato grandi romanzi come Agonia della Terra, Gli incappucciati d'ombra e La spedizione della quinta flotta, o gioielli come i racconti Com'era lassù? e L'isola degli irragionevoli.

Le stesse storie di Capitan Futuro si sono evolute con il tempo, passando da avventure frenetiche e ben congegnate ma prive di spessore a storie più mature, lasciando comunque un segno nel cuore degli appassionati.

Molto diverso, anche se anche questo legato a un tema classico, il secondo racconto, una storia intrigante sui viaggi nel tempo, fonte di opportunità uniche ma anche possibili mutamenti storici, i crononauti hanno preso tutte le precauzioni possibili, tuttavia l'imprevisto è sempre in agguato.

Il limite di questa storia è nello scarso respiro, diversi fili restano in sospeso, non a caso Steele lo amplierà in seguito nel romanzo Chronospace, scritto nel 2001, resta comunque un piacevole racconto degno del premio Hugo, il che non è poco.

Allen M. Steele nacque a Nashville, Tennessee, nel 1958, si laureò in giornalismo all'università del Missouri ed esercitò la professione di giornalista sino al 1988, quando pubblicò il racconto Mars Hotel dal vivo (Live from the Mars Hotel) sulla rivista Asimov's e divenne uno scrittore di fantascienza a tempo pieno.

Scrittore prolifico ha al suo attivo decine di opere, che gli hanno permesso di essere riconosciuto come uno dei maggiori interpreti della moderna space opera.