Hanno trasformato in giochi di ruolo per computer Star Wars con The Knights of the Old Republic II: The Sith Lords e i Forgotten Realms con Neverwinter Nights 2 e Mask of the Betrayer. Avevano in cantiere quello di Alien, al momento purtroppo disperso, e sono riusciti a portare il loro contributo anche in ambiente spionistico, con la vita da 007, un po' Bond, un po' Bourne, un po' Bauer, di Alpha Protocol. Quando si parla di Obsidian Entertainment, è come dire di essere al cospetto dei maestri della scuola americana dei giochi di ruolo.

Nel XXIII secolo di Fallout i robot sono grossomodo come si immaginavano negli anni '50.
Nel XXIII secolo di Fallout i robot sono grossomodo come si immaginavano negli anni '50.

Fallout: New Vegas, uscito adesso per Pc, Ps3 e Xbox 360, è la rilettura con brio che fanno del futuro post-atomico del best seller del 2008 Fallout 3, a sua volta reinterpretazione - dei Bethesda di The Elder Scrolls - di una saga storica. La serie poggia infatti le radici negli anni '90, quando a occuparsene era Black Isle, software house ormai defunta, ma dalla quale provengono molte delle figure chiave di Obsidian, come Feargus Urquhart, Chris Avellone e Josh Sawyer, le stesse persone dietro anche a New Vegas. Come suggerisce il titolo, dopo la parentesi a Washington su cui si era concentrata la trama di Fallout 3, si torna sulla west coast dei vecchi episodi.

La New California Republic è uno degli attori in gioco nella lotta per il potere
La New California Republic è uno degli attori in gioco nella lotta per il potere

Anche nel 2281 (quattro anni dopo le vicende di Fallout 3, quaranta dalla storia raccontata in Fallout 2 e duecentoquattro dalla Grande Guerra che ha quasi cancellato l'umanità nel 2077), e nonostante le tremende devastazioni di un olocausto nucleare, per ironia della sorte la capitale del gioco d'azzardo è rimasta in piedi. Grazie a una diga e ai pannelli solari, i sopravvissuti riescono ancora ogni notte a illuminare a giorno la celebre strip, organizzare spettacoli e cullarsi tra i vizi dei casinò, in una sorta di decadente mecca del piacere che ricorda certe atmosfere di Fuga da New York, mentre tutt'intorno l'aria che si respira rimanda alla science fiction degli anni '50. È come se il futuro fosse andato incontro all'immaginazione di un bambino che sfogliava i fumetti di allora. In mezzo a goffi automi, pistole disintegranti e creature mutanti, Fallout mette in mostra la grottesca materializzazione degli incubi della Guerra Fredda con tagliente ironia, a partire dal mito dei rifugi, le bizzarre istruzioni d'emergenza e mille altre bugie. In questo contesto, si inserisce l'avventura del giocatore che, risvegliatosi senza memoria, vuole inizialmente appena capire chi e perché l'abbia abbandonato moribondo in una fossa, ma finisce per influire con le proprie scelte etiche e di fronte - guidate da un complesso sistema di dialoghi multipli e reputazione – sulle dinamiche di un mondo cinico e violento nel quale continua a ripetersi l'eterna lotta per il potere.